Politica

Ucraina: dilaga la crisi sui confini. Regione Donetsk indipendente.

Donetsk dichiara indipendenza dall’Ucraina. I manifestanti annunciano referendum tra un mese. Disordini lungo tutto il confine orientale. Schierati e rinforzati i contingenti NATO.

Il governo di Kiev non riesce a tenere sotto controllo la situazione. Dopo aver perso la Crimea, sembra la volta della regione di Donetsk, centro industriale dell’Ucraina orientale, territorio ancora più vicino ai confini della Federazione Russa. Da ieri il palazzo della regione è occupato da filorussi che hanno dichiarato indipendenza dall’Ucraina e annunciano un referendum giorno 11 maggio. I disordini stanno coinvolgendo non solo la città di Donetsk, ma anche LuhanskKharkiv. Ad essere interessata è praticamente tutta la zona al confine con la Russia e non sarebbe strano se scoppiasse da un momento all’altro un’aperta guerra civile.

Proprio sui confini la Federazione Russa ha schierato centinaia di truppe, ufficialmente stanziate per monitorare e proteggere le minoranze russe in Ucraina a seguito della rivoluzione di novembre, chiamata Euro-maidan, che ha portato al potere l’attuale contestato governo. Immediate le reazioni internazionali alla notizia della proclamazione di indipendenza, in un’atmosfera già tesa da prese di posizione non collaborative tra la Russia e la NATO. Infatti, il primo aprile, i Ministri degli Esteri dei paesi della NATO hanno deliberato la sospensione della cooperazione civile e militare con la Russia come conseguenza delle azioni intraprese nei confronti dell’Ucraina che non rispettano i principi dell’Atto istitutivo NATO – Russia. La Nato in questi ultimi giorni ha incrementato i suoi contingenti nell’Europa Orientale.

Kiev continua ad accusare Mosca di minacciare l’invasione. Il Presidente Oleksandr Turchynov ha definito queste agitazioni nelle regioni orientali dell’Ucraina frutto di un tentativo da parte della Russia di smembrare e destabilizzare l’Ucraina, volto a rovesciare il governo e a influire sulle prossime elezioni. Un’analisi pienamente condivisa dagli USA che annunciano l’invio di un cacciatorpediniere in Mar Nero. Il Ministro degli Esteri della Russia, mentre conferma l’elevata attenzione rispetto agli eventi dell’Ucraina orientale, rispedisce al mittente le accuse: “Basta additare la Russia rimproverandola per tutti i problemi dell’Ucraina di oggi!”. Quello che Mosca suggerisce da un po’, rimanendo inascoltata, è che l’Ucraina si trasformi in uno stato federale. L‘ultima Ansa di oggi riferisce:

centinaia di insorti filorussi di alcune città russofone dell’Ucraina orientale continuano ad occupare gli edifici pubblici conquistati ieri e a prenderne altri.  A Lugansk i dimostranti hanno occupato parte della sede dei servizi segreti e hanno issato la bandiera russa all’esterno dell’edificio. Negli scontri sono rimaste ferite 8 persone.

Cristina Di Pietro

Classe 1986. Laurea Magistrale in Lettere conseguita con il massimo della dignità. Citazione preferita: "se comprendere è impossibile conoscere è necessario" (P. Levi).

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