Sentinelle in Piedi a Torino: polemica in consiglio comunale.
Sentinelle in Piedi a Torino: “ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna”.
Sentinelle in Piedi è un movimento che si descrive in questi termini: “una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”. Questa forma di protesta silenziosa, pacifica e “in piedi” è nata principalmente in risposta al ddl Scalfarotto, approvato alla Camera e ora nelle mani del Senato.
Le Sentinelle in Piedi organizzano quelle che chiamano veglie, ritrovandosi nelle principali piazze, disposti a scacchiera e con dei libri in mano per denunciare la minaccia alla libertà di espressione, ma soprattutto schierandosi a favore della difesa della “famiglia naturale”:
ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna.
Il 29 marzo a Perugia, Genova, Torino, Como e Varese, le Sentinelle in Piazza sono scese in strada in più di mille. Secondo le Sentinelle in Piedi il ddl Scalfarotto è “liberticida e incostituzionale” perché potrebbe venire denunciato per reato di omofobia:
chiunque affermi pubblicamente che la famiglia naturale è fondata sull’unione tra uomo e donna; chiunque si esprima pubblicamente come contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso; chiunque affermi pubblicamente che un bambino per crescere ha bisogno di un papà e di una mamma e dunque sia contrario alle adozioni da parte di coppie omosessuali.
A Torino, di fronte al Palazzo Carignano, luogo simbolo del primo parlamento italiano, la presenza del Presidente del Consiglio Giovanni Maria Ferraris alla manifestazione delle Sentinelle in Piedi, ha suscitato diverse polemiche, che hanno animato ieri il dibattito in consiglio comunale.
Ferraris, interrogato da Michele Curto (SEL), ha risposto alla richiesta di chiarimenti sulla sua presenza in piazza Carignano: “non ho ritenuto di informare il Consiglio Comunale perché ero lì a titolo personale e non nel ruolo istituzionale, ritenendo altresì di acquisire informazioni sul tema, che riveste carattere legislativo nazionale”. In molti si schierano dalla parte di Ferraris (FDI e NCD che rivendicano anche le ragioni delle Sentinelle): “Il presidente non deve vergognarsi di aver partecipato come me alla manifestazione, ma deve andarne orgoglioso” afferma Maurizio Marrone. Alcuni ritengono la polemica inutile (tra cui la Lega Nord). Resta il fatto che urge la necessità di una discussione aperta: “non devono esistere tabù: bisogna parlarne” afferma Silvio Vitale (PD), anche perché sono in molti a pensare che il ddl Scalfarotto così com’è tolga il diritto di parola (Marta Levi PD). Ma SEL annuncia battaglia:
gli unici che negano i diritti sono quelle migliaia di conservatori che negano diritti alle coppie omosessuali. È paradossale questo dibattito. Estendere i diritti non significa negare qualcosa ad altri: se una coppia gay si sposa non toglie alcunché a una coppia etero. Per questo fermeremo le crociate oscurantiste che vedono l’avanzamento dei diritti come un flagello per la storia di questo Paese – Marco Grimaldi.
Le Sentinelle in Piedi si dichiarano apertamente contrarie a qualsiasi forma di violenza e discriminazione nei confronti degli omossessuali, ma i principi di fondo per cui la famiglia naturale consista nell’unione di un uomo e di una donna e il matrimonio tra due persone delle stesso sesso sia improponibile, non sembrano essere oggetto di discussione. Per questo motivo le Sentinelle in Piedi raccolgono consensi anche e soprattutto da parte del mondo cattolico, sebbene il movimento tenga a precisare di essere aconfessionale e rivendichi la presenza anche di musulmani e omossessuali alle veglie. Assistiamo all’inizio di una forma di protesta silenziosa destinata a far parlare di sè nei giorni a venire. Il prossimo appuntamento per le Sentinelle è davanti al Pantheon di Roma il 5 aprile.