Napoli-Juventus 2-0: Callejon e Mertens fanno impazzire un’intera città
Il match di Serie A Napoli-Juventus 2-0 porta la firma in calce di Callejon e Mertens, reti che hanno fatto impazzire una città intera.
Esistono eventi capaci di bloccare una città intera. Girando per le strade deserte si può distintamente udire il suono ruvido di un’imprecazione, quello speranzoso d’incitamento, quello gioioso di vittoria, quello disperato di sconfitta. In occasione di Napoli-Juventus 2-0, ovviamente, gli unici suoni chiaramente udibili in città sono stati quelli di felicità. Perché Napoli-Juventus non è solo un incontro di calcio per i partenopei: è una questione d’orgoglio, anche storico, visto “lo scippo garibaldino” in occasione di quell’unità d’Italia che, al sud, nessuno desiderava.
Lasciando perdere i corsi e i ricorsi storici ed ancestrali, concentriamoci sulla partita giocata al San Paolo: la Juventus non andava a secco di gol da 43 partite, non perdeva in campionato da più di un girone, quando perse in casa della Fiorentina per 4-2. Numeri che testimoniano la grande forza della squadra di Conte, apparsa però ancora una volta stanca e sterile offensivamente quando non c’è il suo bomber principe, quel Carlitos Tevez che, con sdegno iniziale dei tifosi bianconeri, aveva ereditato il 10 di una leggenda come Alessandro Del Piero. A pieno merito, in realtà, visti i numeri sciorinati dall’Apache; senza di lui, non è la solita Juventus, e se ci mettiamo un Isla apparso ancora una volta tecnicamente inadeguato, un Pogba poco ispirato ed un Vidal nervoso e lontano parente di quello apprezzato ad inizio stagione va a completarsi un quadro che ci mostra una Juve sottotono. Conte, memore delle difficoltà del Napoli contro le piccole, ha inoltre deciso di affidarsi alle ripartenze, rimanendo però schiacciata dal gioco propositivo dei padroni di casa.
Perché contro le grandi, il Napoli è quasi sempre grande, soprattutto tra le mura amiche: al San Paolo sono cadute squadre come l’Arsenal, il Borussia Dortmund, l’invincibile Roma di Rudi Garcia ed ora anche la capolista dei record, la Juventus di Conte. Il gioco di Benitez non si adatta agli avversari, sono i nemici quelli che si devono adattare al Napoli: una mentalità tipicamente “europea”, non ancora del tutto assimilata dai giocatori azzurri, ma c’è tempo anche per quello. Una prestazione generale davvero gagliarda: Hamsik è stato uno tra i meno positivi della serata, eppure ha giocato una partita eccelsa e ad altissimi livelli. In Napoli-Juventus 2-0 è brillata, splendente come al solito, la stella di José Callejon, che a Napoli sembra aver finalmente trovato la sua dimensione adatta, dopo anni di alti e bassi al Real Madrid. Il capro espiatorio Fernandez sembra finalmente aver trovato la giusta intesa con Raul Albiol, mentre sulla fascia destra Henrique è arrivato in punta di piedi ed ha sbaragliato la concorrenza senza che nessuno se ne accorgesse, finché non s’è giocata Napoli-Porto 2-2.
Adesso cosa manca al Napoli per il definitivo salto di qualità? Le solite cose: maggiore cattiveria sotto porta, mentalità vincente e spietata contro le piccole, qualche rinforzo in difesa e a centrocampo e dei rincalzi ancor più adeguati, soprattutto nel reparto arretrato. Una città contraddittoria non poteva che essere rappresentata da una squadra contraddittoria, grande contro le grandi, piccola contro le piccole. La speranza è che, adesso, cominci a maturare anche Napoli stessa, ma per farlo dovrà paradossalmente allontanarsi un po’ dalle meccaniche emotive del “giuoco del pallone”: il calcio dovrebbe essere ragione di vita solo per chi ci lavora dentro, non per altri.
Foto: eurosport.yahoo.com