Chi staccherà la spina di Matteo Renzi?
E’ giovane, le spara grosse, a parole sono quasi tutti con lui. Chi staccherà la spina a “Bomba” Matteo Renzi, primavera di bellezza?
Prendiamo uno dei più giovani Premier nella storia della Repubblica ed in Europa -in Europa è già stato superato in giovinezza giovinezza primavera di bellezza-; consideriamo una Repubblica dei lunghi coltelli, in Germania bastò una notte, in Italia non è stato sufficiente un sessantennio; inseriamoci in una storia politica secolare a metà strada tra Machiavelli e Guicciardini ed il gioco è fatto: chi stacca la spina a Matteo Renzi?
L’attuale presidente del consiglio è uno abituato a spararle grosse, forse troppo, pare che di questo ne fossero a conoscenza anche i suoi ex compagni di studi che lo chiamavano “il Bomba“. Intorno ha uno stuolo di giovanotti accondiscendenti, chi graziato e chi elevato, ma tutti così giovani da avere maggiorati, forse dalla presenza ormonale, gli stessi difetti dei padri e dei nonni politici: servilismo e spacconaggine. Il pressapochismo lo vedremo più in là, ma è certo che ci sono già avvisaglie.
Chi ha fatto in modo che Renzi ci mettesse la faccia sapeva quello che faceva, e sa quando staccare la spina. Il suicidio Matteo Renzi lo ha decretato quando ha dichiarato di volere un PD al 40%, e qui la lotta partitica elettorale c’entra poco. Provate ad immaginare l’attuale maggioranza tenuta in piedi da un inciucione cosmico che nemmeno nelle fantasie più ardite poteva venire in mente ai nonni della Repubblica. Provate ad immaginare la composizione del PD, fatta di correnti e correntine, di “rottamati” ancora da rottamare e da frattocchietti ancora da mettere in naftalina. Pensate alle riforme annunciate che vorrebbero uno stuolo di prilvilegiati portare il collo sotto la ghigliottina senza una rivoluzione, condotti da coloro che hanno allevato e pasciuto: e qui non parliamo di casta ma di vero e proprio feudalesimo, monarchie assolute, dinastie con stemmi araldici.
Gli scenari potrebbero essere vari, dal più classico suicidio della maggioranza da parte di Alfano che non può vedersi ancora per molto nel ruolo di comprimario con lo spauracchio dello sbarramento e la prova europea. Oppure Berlusconi, che in quanto ad ormoni non ha da invidiare a nessun giovane, a spararle grosse è un maestro, e sicuramente ha tanta voglia di essere di nuovo garante di se stesso, e in questo modo anche degli equilibri della Repubblica. Non dimentichiamo l’italico difetto di fabbrica, chi va avanti ha sempre uno scheletrino nell’armadio -il difetto di fabbrica- lo deve avere da ingigantire in caso di necessità. Ad oggi il più gettonato, però, dovrebbe essere il nemico interno, o a “sinistra” come si suol dire, quello che ti fa lo sgambetto e tira indietro il piede, quello che alcuni “rottamati” ancora da rottamare sono bravissimi a fare al momento giusto, nulla a che vedere con le insofferenze di un Grasso per il disappunto di vedersi decapitare istituzionalmente: alla prova dei fatti, però, anche un Grasso può venir bene se si deve staccare la spina a Matteo Renzi.