Senato: si discute la riforma che non convince Pietro Grasso.
Adesso è l’ora del Senato. Renzi: “lunedì proposta di legge costituzionale che è una riforma storica: mai più bicameralismo”. Pietro Grasso avverte: “democrazia a rischio”.
Non si ferma il tornado riformatore del Governo Renzi: “se le riforme non vanno in porto me ne vado a casa: ho messo in gioco me stesso” ripete spesso pubblicamente. Domani il Consiglio dei Ministri varerà il testo di riforma del Senato e del titolo V. Il Presidente del Senato Pietro Grasso tenta di mettere un stop dichiarando: “sono il primo rottamatore di questo Senato, ma le riforme devono essere fatte in un quadro istituzionale”. Pietro Grasso è già da tempo impegnato nella razionalizzazione del funzionamento burocratico e amministrativo del Senato. Tra i suoi obiettivi il taglio dal 30 al 50% delle posizioni apicali. Molti servizi sono stati già accorpati, all’insegna del miglioramento e della piena efficienza.
Il ddl Renzi-Boschi, presentato qualche settimana fa, si focalizza su tre aspetti: la presenza di una sola Camera, lo stop alle leggi-navicella tra Camera e Senato, il Senato come organo a cui accedono rappresentanti indicati dai consigli regionali e non dagli elettori. Pietro Grasso ribadisce la necessità del compito “ispettivo” del Senato nei confronti della Camera e soprattutto sottolinea la necessità di senatori, almeno una parte, eletti direttamente dai cittadini: “come espressione diretta del territorio e con una vera parità di genere. Una nomina esclusivamente di secondo grado comporterebbe una accentuazione del peso dei partiti piuttosto che di quello degli elettori”.
Pietro Grasso in un’intervista alla Repubblica esprime tutte le sue perplessità.
Aldilà delle semplificazioni mediatiche nessuno parla di abolire il Senato, ma di superare il bicameralismo attuale. L’urgenza è prima istituzionale che economica: dobbiamo accelerare il processo legislativo, senza indebolire la democrazia.
Sebbene velato da un dibattito moderato nei toni e tendenzialmente conciliante, sono in molti a pensare che Pietro Grasso esprima un’opinione condivisa da diversi senatori e forze politiche per cui (usando le metafore sportive a cui siamo ormai abituati) la partita di domani resta aperta e, ancora una volta, scarsamente prevedibile.