Cronaca

Social network e politica: Caso Turchia

Erdogan dopo lo scandalo sulle intercettazioni, blocca Twitter. Ad esser a rischio sono anche altri strumenti di comunicazione della rete come Google e YouTube.

Gli anni duemila sono stati segnati da una profonda rivoluzione culturale che sembra essere incontrovertibile e destinata a segnare la storia. Protagonista indiscussa è la rete internet che ha introdotto una nuova famiglia di mezzi di comunicazione di massa, tra cui i social network, che ormai sono elementi imprescindibili della nostra vita quotidiana. Da Facebook a Twitter, per non dimenticare le più recenti tendenze come Tumblr, ogni strumento di comunicazione che la rete ha prodotto è dotato di un poter molto più ampio di quello che siamo disposti a riconoscere.

Quanti miti sono nati grazie a Facebook?E quanti sono stati distrutti? Penso sia ben noto come gli umori che circolano sul web siano in grado di creare un personaggio, indirizzare le scelte di produzione di imprese, per fino i produttori di film e telefilm cambiano le loro opere in base alla volontà popolare. Inevitabilmente , a mio avviso, i social network hanno una spiccata capacità di influenzare l’ economica, in quanto sono i mezzi che meglio rappresentano i trend, le mode, gli interessi della popolazione mondiale. Un tempo esistevano i sondaggi oggi esiste Twitter.

Il potere, rispetto a strumenti di comunicazione delle vecchie generazioni, risiede nell’interazione tra gli individui. Quando ciascuno di noi esprime la propria opinione tramite un social network può simultaneamente entrare a conoscenza del pensiero di altri milioni di persone, interagendo un’idea può evolvere, consolidarsi o cambiare radicalmente. Ritengo, tuttavia, che la vera forza che oggi l’opinione pubblica possiede rispetto al passato nasce dalla consapevolezza. Ogni singolo soggetto è consapevole dell’opinione della massa nel momento stesso in cui questa si forma. Accadeva in passato?

Tale forza comunicativa spesso spaventa, soprattutto quando oggetto di discussione è la politica. Anche in questo settore i social network sono un potente mezzo, sia di propaganda elettorale, ma anche di demolizione dell’avversario politico. In Italia, come sappiamo il Movimento 5 Stelle è nato soprattutto grazie al web, al blog del Fondatore  Beppe Grillo, ma anche altri esponenti politici ne hanno compreso l’importanza. Il premier Matteo Renzi ha fatto leva su questi mezzi di comunicazione nelle sue campagne elettorali per le primarie, lo stesso veterano della politica Silvio Berlusconi, in alcune dichiarazioni rilasciate Sabato 22 Marzo, ha riconosciuto come fondamentale questo nuovo approccio con l’elettorato:

Gli ultimi sondaggi – ha detto Berlusconi – dicono che alle europee andrà a votare il 46-47% dei cittadini: un terzo dei voti va a noi e ai nostri alleati, un altro al Pd e ai comunisti e un altro a Grillo. Il 50% di chi non ha ancora deciso come lo convinciamo? Servono i social network ma anche il contatto diretto che può avvenire tramite i club.

Tuttavia, come già abbiamo sottolineato, l’approccio del mondo politico ai social network non è sempre positivo. In Turchia nella notte tra il 20 e il 21 Marzo è stato bloccato l’accesso a Twitter, su istanza l’Autorità per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Btk), un’agenzia nata nel 2011 con l’apposita funzione di controllare l’utilizzo di determinati strumenti di comunicazione, grazie agli ampi poteri di cui è dotata. La decisione è stata sostenuta dall’ex ministro turco Erdogan, dopo lo scandalo delle intercettazioni circolate su Twitter. Il politico in un’intervista che ha preceduto di poche ore la decisione sul blocco aveva sostenuto:

Estirperemo Twitter, non mi interessa cosa dice la comunità internazionale, è contro la sicurezza nazionale. C’è una sentenza del tribunale. Vedranno la forza della Turchia

La decisione troverebbe le proprie basi giuridiche in tre sentenze giudiziarie e ad una decisione del procuratore generale di Istanbul. Tuttavia questo intervento così rigido rispetto ad un mezzo di comunicazione ha destato il generale mal contento tra la popolazione, ma perfino il presidente Gul e il vicepremier hanno dichiarato di non approvare il blocco di Twitter.

La mannaia della Btk tuttavia sembra esser destinata a ricadere ben presto anche su Youtube e Google.

Come possiamo constatare l’approccio di questo Stato alle nuove forme di comunicazione è molto rigido ed incline alla censura, più che alla tutela, a testimonianza di ciò vi è l’esistenza della Btk, la quale opera già da anni, quando lo scandalo dell’intercettazioni non era neanche ipotizzabile.

La vicenda pone quindi in luce un’ essenziale problematiche: l’informazione e la comunicazione fra gli individui deve essere sempre libera, ma al contempo tale libertà va tutelata, da un lato garantendo la sua stessa esistenza e dall’altro evitando lesioni della sfera personale del cittadino. Come si può bene comprendere questo è un nodo cruciale che il Legislatore di ogni Stato democratico dovrebbe risolvere, tuttavia è palese che linea che separa la  tutela dalla censura è molto sottile, dalla prima facilmente si può sconfinare nella seconda.

Clelia Tesone

E m'abbandono all'adorabile corso: leggere, vivere dove conducono le parole. La loro apparizione è scritta; le loro sonorità concertate. Il loro agitarsi si compone, seguendo un'anteriore meditazione, ed esse si precipiteranno in magnifici gruppi o pure, nella risonanza. Una delle più belle citazioni di Paul Valery per molti, come me, che crescono tramite una pagina, che sia letta, scritta o studiata.

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