Politica

Renzi oggi al Consiglio Europeo: inizia il valzer dell’Europa

Renzi oggi in Consiglio Europeo per dettare la propria politica sull’Unione, ma le altre forze politiche non perdono tempo, dando inizio al valzer dell’Europa.

I riflettori sull’Europa cominciano a scaldarsi. In questi giorni si sono spese tante parole, sia a seguito dell’incontro tra Renzi e la Merkel, sia in previsione della riunione del Consiglio Europeo che si terrà oggi e domani. Il neo-premier continua dritto per la sua strada, recitando gli stessi proclami che gli hanno fatto acquistare la fiducia necessaria per l’incarico di governo.

“È fondamentale che si esca dalla visione per cui l’Ue ci controlla i compiti o ci fa le pulci. l’Ue non è altro rispetto a noi. E se non saremo in grado di affermare che l’Italia e l’Europa – a dispetto di certa propaganda – non sono controparti ma sono sulla stessa barca, non ci sarà spazio per la politica.”

Italia e Unione Europea rispettivamente una parte del tutto, quindi, ma non solo; sono necessarie politiche nuove secondo Renzi, politiche che permettano all’Unione di lasciarsi alle spalle la “deriva tecnocratica” che ha assunto con gli anni. Il premier vuole cambiare l’Europa e vuole farlo con la dialettica, cercando di trasformare le vecchie terminologie che per anni hanno alimentato cori di scontenti in un nuovo lessico di collaborazione e interessi comuni. Distruggere l’immagine di un’UE a austera e vigile, che non fa altro se non distribuire sanzioni e bacchettate, sembra essere l’obiettivo primario. Basta “matite rosse e blu”, perché “gli esami ce li fanno i cittadini italiani, non l’Europa”.

Oltre alla riunione del Consiglio Europeo, organo fondamentale per la fissazione dell’indirizzo politico di tutta l’Unione, altri due appuntamenti saranno fondamentali per il buon fine del progetto renziano: le elezioni europee del 22-25 maggio e l’inizio del semestre italiano di presidenza del Consiglio che partirà da luglio. Appuntamenti importanti che non lasciano di certo indifferenti le altre forze di governo, ingolosite dalla (forse) irripetibile occasione di dettare la futura politica italiana in tema di Unione Europea.

Fratelli d’Italia ha espresso con forza il proprio orientamento in occasione del Congresso di qualche settimana fa, dove Giorgia Meloni ha sfidato l’Europa con queste parole:

“Penso che l’Italia debba dire chiaramente all’Europa: noi vogliamo uscire dall’Euro. E se pensate che questo sia un problema per l’euro, allora convinceteci a rimanere (…) perché all’Euro serve l’Italia molto più di quanto all’Italia serva l’Euro.”

Per quanto riguarda il MoVimento cinque stelle, le mire antieuropeiste sono chiare già da tempo. Fuori dall’Euro e forse fuori dall’Europa: questo il piano che il duo Grillo-Casaleggio porterà in campagna elettorale in occasione delle vicine elezioni europee. Un malcontento nei confronti delle istituzioni comunitarie che non rappresenta una voce isolata, ma va a unirsi ad un coro di protesta che attraversa tutto il vecchio continente, da nord a sud. Proprio queste correnti, questi partiti e movimenti antieuropeisti, saranno la variabile impazzita dielle elezioni rendendo quanto mai oscuro il futuro dell’eurozona.

A completare l’incerto quadro concorrono anche le recenti dichiarazioni di Silvio Berlusconi. L’ormai ex-Cavaliere – ieri la richiesta (accolta) di sospendere il titolo – ha sconcertato tutti con la sua volontà di candidarsi in prima persona. La dichiarazione ha da subito suscitato un vespaio di polemiche e sembra scontata l’impossibilità giuridica di proporla, proprio a causa dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici confermata ieri dalla Cassazione. Anche se lo stesso presidente della Commissione europea ha chiuso all’ex premier, dichiarando velatamente che “le norme UE sono chiare”, non è la prima volta che l’intraprendenza giuridica di Berlusconi finisce per stupire portando a pieghe inaspettate.

Da Renzi a Berlusconi, passando per Grillo e la Meloni; tra dichiarazioni, candidature, arringhe e prese di posizione continua il valzer dell’Europa, in attesa delle date importanti che segneranno il futuro dell’Italia nell’Unione.

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