Putin, il discorso alla Duma. Esecutiva l’annesione della Crimea.
Alle 12 italiane di oggi il discorso di Putin. Dopo il plebiscito referendario che ha sancito la volontà della Crimea di tornare a far parte della Russia, si avviano le procedure per l’annessione.
Vladimir Putin, presidente della Russia, ha firmato un ordine esecutivo che approva la richiesta di annessione alla Federazione Russa della Crimea. Si tratta di un documento reso noto questa mattina dal sito della presidenza russa. La Crimea è riconosciuta come stato sovrano e indipendente. La bozza e la richiesta di annessione adesso devono passare al vaglio della Federazione. Infatti, nonostante la firma di Putin, si può ancora tornare indietro. Il trattato di annessione deve essere contro-firmato dai rappresentanti politici della Crimea, approvato dalla Corte costituzionale russa e poi ratificato dal Parlamento.
Oggi alle 15 ora di Mosca – le 12 in Italia – Putin ha tenuto il suo attesissimo discorso al parlamento russo a camere riunite. Era presente anche una delegazione di rappresentanti politici crimei. Intervallato da numerosi applausi e omaggiato alla conclusione con una standing ovation, Putin ha pronunciato un discorso lungo e articolato, proiettato in diretta anche nelle piazze di Sebastopoli. Putin, tra le altre cose, ha denunciato l’atteggiamento ostile da Guerra Fredda degli europei e degli USA nei confronti della Federazione Russa e ha ringraziato invece la Cina e l’India per avere analizzato la situazione della Crimea più oggettivamente. Eppure secondo Obama: “Contro Mosca c’è l’isolamento internazionale. Nessuno riconosce il referendum in Crimea”. Così il Presidente della Casa Bianca ha dichiarato, in una brevissima conferenza stampa, dove ha comunque confermato di ritenere che sia ancora possibile un percorso diplomatico per risolvere la crisi. All’indomani delle sanzioni europee nei confronti di alcuni dirigenti russi e crimei, Putin ricorda le responsabilità storiche e sottolinea la situazione di instabilità attuale.
Il trasferimento della Crimea all’Ucraina fu frutto di grosse violazioni e fu deciso dietro le quinte in uno stato totalitario, mettendo la gente di fronte al fatto compiuto. Ora in Ucraina non esiste un potere legittimo e non sappiamo con chi parlare. Non aiutare i russi della Crimea sarebbe stato un tradimento. Quello accaduto a Kiev è stato un colpo di Stato di forze estremiste, ultranazionaliste e antisemite e le attuali autorità non sono legittime. […] Il popolo della Crimea si è comportata in base alla regola dell’autodeterminazione dei popoli usando la stessa regola usata dall’Ucraina quando è uscita dall’Urss e l’altro precedente che l’Occidente ha creato con le sue mani quando ha riconosciuto legittimo il distacco del Kosovo dalla Serbia, dicendo che non c’era bisogno di alcun permesso dal potere centrale.
Secondo Putin i timori degli USA e della Ue sulle volontà di aggressione e di espansione della Federazione Russa sono inesistenti.
Non vogliamo dividere l’Ucraina, non ne abbiamo bisogno. Quello che è Ucraina continuerà a essere Ucraina. Sarà come è stata per secoli la patria e la casa di tutti i popoli che vivono lì, ma non sarà mai il paese dei bandieristi. Gli abitanti della Crimea hanno posto i quesiti senza compromessi e senza mezzi toni e la popolazione ha espresso la propria volontà chiaramente, vuole essere parte della Russia.
Putin ha assicurato il rispetto di tutte le nazionalità che vivono in Crimea e che vedranno l’introduzione nella regione tre lingue ufficiali: russo, ucraino e tataro di Crimea. Una questione molto importante, perché la cancellazione del russo come lingua ufficiale da parte del governo di Kiev, sorto dalla grave crisi dell’Ucraina, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato i crimei nelle piazze. Nel frattempo sembra che la Russia sia stata estromessa dal prossimo G8, così dice il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius anche se gli altri sette membri hanno già sospeso in toto i preparativi per il summit a Sochi, previsto il prossimo giugno.