Milan, i tifosi e le bandiere del club rossonero alzano la voce e dicono “Basta”!
L’intervista rilasciata da Paolo Maldini, capitano storico dell’A.C. Milan, alla Gazzetta dello Sport, si aggiunge ai cori dei tifosi e degli ex giocatori che contestano la cattiva gestione della societĆ e della dirigenza in questi ultimi anni.
E’ sotto gli occhi di tutti che quest’anno, piĆ¹ dell’anno scorso, l’A.C. Milan si ritrovi in una situazione disastrosa. Fuori dalla Champion’s league eĀ a meno 40 punti dalla prima in classifica, del club piĆ¹ titolato al mondo non restano che i ricordi di gloria.
Paolo Maldini, storico e pluripremiato capitano rossonero , come altri ex prima di lui – Costacurta e Boban per citarne due – ha criticato le attuali scelte della societĆ e si ĆØ scagliato contro Galliani:
quando ci si sente onnipotenti non si capisce che i risultati si sono ottenuti anche grazie agli altri. Per vincere ci vogliono idee, progettazione e grande passione. Al Milan ĆØ rimasta solo la passione. E non basta.
Ha difeso Mr Seedorf, e in qualche modo anche Allegri, incolpando la societĆ e le scelte dei parametri zero. I giocatori con la mentalitĆ vincente sono partiti ormai da due anni, e la rosa attuale non ĆØ all’altezza nĆ© del nome, nĆ© della maglia che indossa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, un Milan brutto in campo, i giocatori che escono dal tunnel – degli spogliatoi- Ā a testa bassa e con gli occhi spenti e la Curva Sud che protesta e fischia coloro che tutto fanno, tranne che onorare l’unica maglia italiana che puĆ² vantare il patch ufficiale della Champions League con il numero 7.
Oltre a Paolo Maldini, come giĆ detto, anche la Curva Sud si scatena contro societĆ e giocatori, seppur nel comunicato stampa non nomini mai Silvio Berlusconi, preferendo attaccare solo Galliani, ma dimenticando – a mio avviso – chi ha i soldi da spendere e il potere di scegliere i giocatori. La protesta si estende a San Siro, quando, durante la partita Milan – Parma – persa tragicamente dai milanesi 4 a 2 – ogni pallone toccato da Balotelli era accompagnato da fischi e cori di disapprovazione.
Non servono grosse conoscenze tecniche per capire che giocatori del calibro di Maldini, Nesta e Thiago Silva, non possano in alcun modo essere sostituiti da calciatori come Bonera e Zapata, definibili assolutamente due professionisti nell’impegno, ma non associabili ad una societĆ come il Milan, o almeno non ad un club con una storia come la nostra.
Il problema del Milan ĆØ che ha sempre puntato ai grandi “scoop” di mercato, a nomi altisonanti e che accaparrassero il beneplacito dei tifosi. In passato, perĆ², accanto a questi “big” del pallone c’era una rosa ad alti livelli, ora invece si lasciano scoperti interi reparti, come la difesa appunto.
Io scrivo da tifosa, da appassionata – e un po’ malata – di Milan, ma chi piĆ¹ di persone come me, che spendono tempo e soldi per seguire la squadra puĆ² gridare il suo sdegno? La pazienza dei tifosi ĆØ durata un anno, abbiamo creduto tutti alle sviolinate che chiedevano pazienza in virtĆ¹ di un progetto fatto di giovani, di una squadra da rifondare, di un Milan che doveva ripartire da zero per ritornare pian piano in auge.
Nessuno di noi pensa che possa ritornare un Milan come quello di Van Basten o Gullit, e personalmente credo di non potermi piĆ¹ emozionare cosƬ tanto come quando la rete era bucata da Inzaghi, o Shevchenko, ma ritengo sia un dovere della societĆ quello di riprendere in mano le redini del club piĆ¹ titolato del mondo, o di vendere, se non si ha piĆ¹ l’interesse, l’amore e la possibilitĆ di un tempo, di quando il Milan era sul tetto del mondo, e tutti pensavano al club rossonero come al migliore esempio di calcio possibile.
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