Cronaca

Mezzi pubblici a Roma, degrado e disservizio. Marino, salga a bordo

Tanti i disagi che soffocano Roma, grave la situazione dei mezzi di trasporto. Intervista ad un admin del gruppo facebook “Tutti in Metro. Marino e la sua giunta devono prendere i mezzi pubblici”

Viene da pensare che “la grande bellezza” è un grande bluff, fumo negli occhi per turisti che solo adesso hanno scoperto il “Giardino degli aranci” o “la serratura sul cupolone”. Mentre Ignazio Marino si gioca la carta dei Rolling Stones per far giungere 65mila turisti in capitale – ma il suicidio di oggi della compagna di Jagger imporrà una revisione dell’evento – i romani hanno seri problemi di trasporto. Le domeniche a piedi sono doverose, i livelli d’inquinamento impongono di alleggerire le emissioni di smog, il buon senso dovrebbe imporre di rafforzare le corse di metro e bus.

L’ATAC – Azienda Tramvie ed Autobus del Comune di Roma – pare avere i giorni contati,

«Il Comune ci deve 570 milioni e la Regione Lazio altri 630 milioni»

Ha dichiarato Danilo Broggi, Amministratore Delegato ATAC da luglio 2013. Stipendi garantiti fino ad agosto 2014, poi da settembre potrebbe fallire l’azienda e lasciare tutti a casa. Rimandando per un attimo i problemi economici  dell’azienda – fino a nuovo approfondimento – incontro – telematicamente – uno degli Admin del gruppo “Marino e la sua giunta devono prendere i mezzi pubblici“. Ho l’impressione che siano loro ad avere la visione più corretta di come i romani stiano vivendo il grande disagio dei malfunzionamenti dei mezzi di trasporto a Roma.

Domenica scorsa, 16.03, c’è stato il blocco per i mezzi inquinanti, un numero cospicuo di auto e mezzi in meno sulle strade romane, teoricamente avremmo dovuto trovare, oltre a tantissime biciclette sulle apposite piste, anche un potenziamento dei mezzi pubblici da e per il centro e le periferie è stato così?

metro
Tabellone minuti attesa metro B di domenica 16.03. Foto dal gruppo “Marino e la sua giunta devono prendere i mezzi pubblici”

Assoutamente no. Nella nostra pagina riceviamo continuamente segnalazioni di tutti i tipi (dai disservizi, agli sfoghi, alle proposte migliorative). Proprio nelle domeniche di blocco della circolazione gli iscritti alla pagina ci inviano foto de pannelli orari (quelli riportanti il minutaggio dei treni in arrivo) nelle stazioni metro e di paline delle fermate bus con tempi di attesa da normale giorno festivo. Tutto questo testimonia, in modo incontrovertibile, che ad iniziative cui il Comune di Roma, lo ricordiamo, è obbligato per legge a causa dell’aumento dei livelli di smog nell’aria, non coincide mai un’intensificazione delle corse metrotranviarie e dei bus. Una cosa irritante che denota il pressappochismo con cui questa amministrazione, in continuità con la precedente, sta affrontando il problema del traffico e della salute dei cittadini. Quanto alle ciclabili ed al bike sharing, come ben sai, siamo all’anno zero. Nessuna ciclabile nuova da quando Ignazio Marino si è insediato ed un servizio di bike sharing che partirà, quando ripartirà, con appena 1000 bici: numeri da cittadina di provincia.

 Che pensi dell’iniziativa della pedonalizzazione dei fori?

 Trattasi di un provvedimento spot che ha infatti regalato a Ignazio Marino la pagina del New York Times. Sembrava esser partita una rivoluzione che si è sciolta come neve al sole, generando caos nelle vie limitrofe. Il motivo è sempre lo stesso: la mancanza di alternative di trasporto. Pedonalizzare tanto per farlo, senza creare un’alternativa credibile di trasporto pubblico è pura follia. In una frase: trattasi di fuffa!

Sul vostro gruppo vengono pubblicate foto sconcertanti, le uniche due inadeguate linee metro di roma appaiono come pericolosi tunnel dal quale si rischia di non uscire oppure di essere scippati, sono gli utenti o voi admin a mandarle?

tunnel metro A. Spagna
Tunnel metro A. Spagna. Foto dal gruppo “Marino e la sua giunta devono prendere i mezzi pubblici”

La nostra pagina è nata con tante finalità. In primo luogo il nome dato “Marino e la sua Giunta devono prendere i mezzi pubblici” è un invito all’utilizzo del mezzo pubblico da parte di chi ci governa ed amministra. Una cosa normale nel resto d’Europa che diventa eccezionalità a Roma. Come si fa a pensare di risolvere certi problemi, quelli degli utenti e dei pendolari, se non si conosce di cosa si sta parlando? Se non si conoscono le criticità? Infatti , a nostro parere, anche gli strapagati dirigenti ATAC dovrebbero esser obbligati, da contratto, a raggiungere gli uffici di Via Prenestina attraverso i mezzi pubblici che gestiscono.

Il Secondo aspetto della pagina è di tipo comparativo-propositivo. Partiamo da un dato sconcertante: moltissimi romani, ancora oggi, non considerano il mezzo pubblico come un’alternativa concorrenziale al mezzo privato. E di fatto non lo è. Questo fa il paio con l’altro dato che allarma: esistono intere generazioni di romani che non hanno mai preso un bus in vita loro. L’idea di fondo è che prendere i mezzi pubblici sia una cosa da sfigati: praticamente l’opposto di quello che avviene nel resto del mondo. Roma è la città dei primati negativi: ha la più alta percentuale di spostamenti con mezzi privati tra le capitali europee, la più alta percentuale di under 18 motorizzati in Europa, il più alto numero d’incidenti, con quello che comporta anche in termini di costi per lo Stato per cure sanitarie da trauma e da patologie respiratorie a causa degli altissimi livelli di smog. 

Sulla pagina abbiamo dunque una piccola redazione che, attraverso immagini ed articoli mirati, cerca di far comprendere che solo Roma, nel panorama italiano e mondiale, rappresenta un unicum, un’eccezione che la tiene distante dal modo di vivere, pensare ed interagire, dei cittadini di tutte le altre capitali mondiali ed europee. La nostra posizione è semplice. Il mezzo più ecologico, nonostante sia antico, è quello che va su ferro. La normalità ovunque, nelle grandi metropoli, è avere una buona ossatura di rete metro che Roma non ha, supportata da una corposa rete tranviaria che Roma ha incredibilmente dismesso, e da un aumento reale delle corsie preferenziali per i bus ( Roma ne ha appena 100 km, peraltro spesso invase e rese inefficaci dalla doppia fila). Lo schema minimo, che chiunque salga al Governo del Paese e della città, indipendentemente dal colore politico dovrebbe perseguire, è una rete metro composta da A+B+C+D compresi i prolungamenti (come previsto dall’ultimo piano regolatore attualmente in vigore) , nuove linee tramviarie, ottimizzazione dell’esistente con trasformazione in Metro della Lido e della Nord; nuova vita alla Roma-Giardinetti e potenziamento sul modello RER delle FL. Sicurezza, pulizia, puntualità dei mezzi di superficie attraverso vere preferenziali protette, intermodalità e nodi di scambio. Si tratterebbe, attenzione, del minimo sindacale per una Capitale da un territorio comunale tra i più vsti d’Europa. Di tutto questo non si sta facendo assolutamente nulla. Contestiamo questa poca chiarezza della Giunta Marino sulla mobilità, sui progetti previsti (dei quali non si sa più nulla). Contestiamo la totale assenza di una visione a breve, medio e lungo periodo. Siamo sconcertati dal Nuovo Piano Traffico, considerato da noi timidissimo e dunque inutile. Non si parla di Metro; i Tram proposti sono su binari esistenti quindi niente posa di nuovi binari, e si vorrebbe portare le preferenziali dai 100 km attuali ai 140. Una cosa sconfortante. Una condanna per tutti quei romani che sperano di abbandonare l’auto, di respirare aria pulita e di vivere come si vive altrove.

Vedere poi le differenze con il resto del mondo e le foto che vengono inserite dei mezzi di trasporto esteri è imbarazzante.

Non solo è imbarazzante ma fa arrabbiare. Cerchiamo di sfatare alcuni miti. In primo luogo non è vero che a Roma non ci sono soldi. Roma è una città ricchissima ma Marino, come Alemanno prima, non ha il coraggio di sciogliere i nodi di quelle corde che tengono la città in ginocchio. Roma ha tariffe per l’occupazione del suolo pubblico ridicole; non facilita la collaborazione di privati che altrove, per esempio, costruiscono parcheggi interrati (di cui Roma avrebbe realmente bisogno) con l’onere di sistemazione delle aree superficiali in modo totalmente gratuito per l’amministrazione; Roma non riesce a domare il fenomeno dei cartelloni abusivi mantenendo un’illegalità che fa perdere una vagonata di soldi alle casse comunali; Roma preferisce tenere le prostitute in giro e far arricchire i “magnaccia” alimentando la tratta delle bianche e delle nere piuttosto che spingere per far regolamentare il fenomeno e ricavare, da quel gettito, così come avviene in Germania, soldi da reinvestire nei servizi per i cittadini; Roma non striglia la Municipalizzata del Trasporto che ha un tasso di evasione pauroso (loro dicono del 40% ma per noi ben superiore) con conseguente riflesso, a causa dei mancati ricavi, sul peggioramento dei servizi, sul decoro delle stazioni e sui mancati investimenti. Citiamo un esempio su tutti: la linea B ha dei tratti in cui, per le cattive condizioni dei binari dovute alle mancate manutenzioni, i treni sono obbligati a non superare i 15km orari! E potremmo continuare all’infinito.

Il secondo punto da sfatare, che è anche un altro dei motivi che c’hanno spinto ad aprire una finestra sulla mobilità in facebook e a fare quadrato con le altre pagine e blog anti-degrado, è l’idea, instillata meticolosamente in tutti i cittadini, che le metropolitane a Roma non si possono fare per via dei reperti. Cosa assolutamente non vera: una balla raccontata da Comitati Storici ma anche improvvisati, mossi da un interesse particolare (non avere fastidi sotto casa) fregandosene dell’interesse collettivo.

Tra le tante iniziative, ne abbiamo lanciata una la settimana scorsa, una semplice petizione, lanciata su Change che in sostanza sintetizza tutto quanto ci siamo detti in questa intervista. Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore la città di Roma ed il suo futuro a firmarla. 

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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