Cronaca

Muos di Niscemi, corteo 1 marzo e scontri con la polizia

Muos di Niscemi: entro novembre di quest’anno saranno ultimati i test, nel 2017 il programma Muos entrerà definitivamente in funzione. Giorno 1 marzo corteo di 5000 persone in Contrada Ulmo. L’unica cosa che fa notizia sono gli “scontri”.

Nessuna tregua per il Muos di Niscemi. Negli ultimi mesi un calendario di attività intenso ha coinvolto gli attivisti siciliani e gli abitanti della cittadina che ospita il Muos, con echi in tutta Italia e oltre. Il Movimento No Muos è al centro dell’interesse di diverse organizzazioni e associazioni antimilitariste e si affratella alle lotte contro le nocività territoriali portate avanti su tutto il martoriato territorio italiano. Il diritto alla salute e la salvaguardia dell’ambiente vengono fatti rispettare, e a fatica, solo dove ci si batte in prima persona.

A gennaio l’atto finale della complessa vicenda istituzionale e burocratica del Muos di Niscemi (vedi articolo: Muos di Niscemi. Le ragioni della protesta). Le parabole dal diametro di 18 metri sono state installate dopo essere rimaste a lungo a terra a causa di problemi burocratici e istituzionali. Per questo è stata indetta per l’1 marzo una grande manifestazione a Niscemi, in contrada Ulmo, con un percorso che ha costeggiato le recinzioni della base militare USA, la stessa che ad agosto era stata pacificamente invasa da circa 1500 manifestanti.

Due giorni prima la questura di Caltanissetta intimava una modifica del percorso iniziale. Nonostante questo, nonostante i cambi di programma, nonostante il maltempo, quasi 5000 persone si sono radunate per ribadire la propria contrarietà, non solo all’installazione del Muos di Niscemi, ma alla militarizzione del territorio e ai progetti di guerra di cui i siciliani sono loro malgrado complici. Il corteo, che ha occupato interamente i circa otto chilometri di strada, era formato da persone di tutte le età: famiglie, studenti, lavoratori, pacifisti, ambientalisti, centri sociali, associazioni, comitati di base No Tav, No Triv, No Ponte, No Sigonella, Mamme No Muos, monaci buddisti, papa boys, boys scout, parlamentari e rappresentanti istituzionali, bandiere di partiti e singole individualità.

Alla fine del percorso mutilato che si conclude al Cancello 1, l’entrata principale teatro delle proteste e dei blocchi civili di tutto lo scorso anno, un centinaio di attivisti ha voluto spingersi oltre, risalire la collinetta e fare visita alle tre super-antenne paraboliche del Muos di Niscemi. Per ottenere questa “libertà negata” i manifestanti sono passati dal contatto con il cordone delle forze dell’ordine e le notizie della stampa “ufficiale” hanno seguito un copione che è sempre lo stesso. Il titolo: “SCONTRI CON LA POLIZIA” era già pronto prima ancora che succedesse qualcosa e la notizia pubblicata immediatamente dopo lo scatto della fotografia “comprovante”.

Foto come questa, per esempio, pubblicata da Repubblica che mostra chiaramente i volti scoperti dei manifestanti e le loro mani alzate.

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Il Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS si dichiara soddisfatto circa la riuscita della manifestazione con un comunicato dal titolo: “Andiamo dove ci pare”.

Nonostante i divieti della questura che ha tentato di fermare la manifestazione, a poche ore dal suo svolgimento, con motivazioni ridicole. Il divieto verteva, infatti, sulla “pericolosità” dello svolgimento della manifestazione all’interno della Sughereta di Niscemi, citando una relazione della Guardia Forestale. Il tentativo di giustificare il diniego non sul piano politico ma da un punto di vista meramente tecnico, ci dà il senso degli ordini impartiti dal Ministero degli Interni. Siamo riusciti, però, a smascherare il vero intento della Questura, chiamando a una giornata di disobbedienza civile di massa. Il tentativo di ridimensionare la manifestazione, nella speranza che gli attivisti si scoraggiassero di fronte a un tale divieto, è clamorosamente fallito. Migliaia di persone hanno risposto alla chiamata del Movimento No Muos, decise e determinate a manifestare il crescente dissenso. Il risultato politico, dunque, è stato raggiunto: non ci fermeremo, non ci fermerete. Abbiamo dimostrato che siamo sempre disposti a fare ogni volta un passo avanti.

Il Muos di Niscemi è nei pensieri anche del Ministro degli Esteri Mogherini, che si è sempre interessata alla questione nella sua attività da semplice deputato del PD e da membro del gruppo: Parlamentari per la Pace. Ma i No Muos non vogliono solo rassicurazioni e prese di posizione, vogliono azioni concrete, vogliono che la base e le antenne, non solo quelle del Muos, vengano tutte smantellate.

Cristina Di Pietro

Classe 1986. Laurea Magistrale in Lettere conseguita con il massimo della dignità. Citazione preferita: "se comprendere è impossibile conoscere è necessario" (P. Levi).

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