Cronaca

Prostituzione: il disegno di legge che regolamenta la professione.

Il 4 marzo è stato presentato il disegno di legge “Regolamentazione del fenomeno della prostituzione”, prima firmataria Maria Spillabotte PD, grande sostenitrice anche Alessandra Mussolini FI.

Escort, sex worker, lucciole, prostitute o come dir si voglia, potrebbero finalmente ottenere dei diritti, ma soprattutto avere dei doveri come quello di pagare le tasse. Se il disegno di legge: “Regolamentazione del fenomeno della prostituzione” entrasse in vigore, lo Stato Italiano arriverebbe a incassare tra i 5 e i 10 miliardi di euro almeno. Ma non si tratta di un provvedimento volto solo a fare cassa, come tengono a sottolineare le senatrici che lo hanno presentato il 4 marzo, adesso nelle mani delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia. Prima firmataria la senatrice del Pd Maria Spillabotte che è riuscita a ottenere l’adesione di molti senatori e senatrici di altri gruppi come gli ex-senatori del M5S Lorenzo Battista e Alessandra Bencini e quella di Alessandra Mussolini (Forza Italia) che dichiara:

Pensiamo che sia arrivato finalmente il momento di occuparci non solo della tratta delle donne, delle donne rese schiave, ma anche regolamentare la prostituzione. Si deve vietare in luogo pubblico, si deve dare la possibilità al sindaco di decidere dove dovranno esercitare, e le prostitute dovranno pagare le tasse.

Obiettivi dichiarati del disegno di legge sono: sottrarre allo sfruttamento le persone; legalizzare l’attuale mercato clandestino e legato al mondo criminale; portare ordine nelle città. Non è il ritorno alle case di tolleranza, le cosiddette case chiuse, abolite dalla legge Merlin del 1958. Come si legge nella relazione al Senato:

la legge Merlin ha segnato la fine della prostituzione «regolamentata», con la chiusura delle cosiddette «case di tolleranza», espressione eufemistica con la quale venivano indicati i luoghi destinati all’organizzazione e allo sfruttamento della prostituzione su licenza dell’autorità di pubblica sicurezza; case che, pertanto, non erano soltanto tollerate, ma erette a sedi di prostituzione dallo Stato e dalla legge. La legge Merlin rappresentò quindi, per tale aspetto, un atto di notevole rilievo nella nostra legislazione, oltre che nel costume del Paese, ma è ormai tempo di porre rimedio alla confusione e alle gravi contraddizioni che la legge stessa presenta.

Negli ultimi decenni si è assistito a un incremento del fenomeno di sfruttamento e prostituzione coatta di donne migranti o straniere gestito da organizzazioni criminali che operano nella completa illegalità. Assieme a questo dato di fatto si aggiunge una consapevolezza nuova, che è quella di accettare la possibilità che la prostituzione sia un atto (femminile e maschile) di libera scelta. Per questo l’azione legislativa è duplice. Da una parte si inasprisce la repressione contro i responsabili dello sfruttamento di ragazze spesso minorenni che vengono attirate con l’inganno e tenute in schiavitù, dall’altra si favorisce l’esercizio della libera professione: “la prostituzione può essere una scelta (per quanto per alcuni difficile da comprendere e da ammettere), non riteniamo giusto che lo Stato intervenga sull’uso che del proprio corpo intendono fare donne libere e responsabili.”

Per ottenere  il “rilascio di autorizzazione a svolgere la professione della prostituzione” (art. 5 del disegno di legge) si dovrà: fare comunicazione presso qualunque sede della camera di commercio, presentare un certificato di idoneità psicologica che può essere rilasciato da qualsiasi ASL nazionale e che attesti, non solo l’esplicita volontà personale, ma anche l’assenza di vulnerabilità, costrizione, debolezza psicologica; pagare 6.000 euro per l’esercizio full-time e 3.000 euro per l’esercizio part-time, specificando i giorni scelti.

Prima conseguenza diretta sulla società italiana sarà l’educazione sessuale a scuola. Il dibattito sull’educazione sessuale è ancora fermo agli inizi del novecento. Dall’inizio del secolo ad oggi si continuano a proporre idee e soluzioni per la formazione scolastica, ma non si riesce ad arrivare a una vera riforma nazionale. Il disegno di legge prevede dunque che nelle scuole secondarie di primo grado siano calendarizzate almeno venti ore l’anno per “programmi e campagne di informazione, realizzate da specialisti altamente qualificati, volti alla prevenzione e alla riduzione del danno sanitario e sociale connesso al fenomeno della prostituzione”.

Alla presentazione in conferenza stampa anche Efe Bal, una prostituta transessuale di origine turca: “è arrivato veramente il momento, forse il momento più giusto, perché l’Italia sta soffrendo, di poter pagare le tasse, e di regolamentare questo lavoro, per proteggere le donne”. Carlo Giovanardi (Nuovo Centro Destra) invece rimane fermamente contrario: “è una proposta fuori dal mondo che, tra l’altro, va contro la risoluzione del Parlamento Europeo che la scorsa settimana ha giudicato un disastro i modelli di liberalizzazione della prostituzione dell’Olanda e della Germania.”

Cristina Di Pietro

Classe 1986. Laurea Magistrale in Lettere conseguita con il massimo della dignità. Citazione preferita: "se comprendere è impossibile conoscere è necessario" (P. Levi).

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