Roberta Pinotti. Il primo Ministro della Difesa donna.
Chi è Roberta Pinotti, Ministro della Difesa. Scheda informativa e inufficiale.
Nata a Genova il 20 maggio 1962, laureata in lettere moderne, in passato insegnante di italiano nei licei, già Senatrice del gruppo Democratico e Vice Presidente della Commissione Difesa del Senato, Roberta Pinotti è il primo Ministro della Difesa donna nella storia della Repubblica Italiana. Il monopolio maschile riservato alla questione armamenti è stato rotto. Ha ricoperto incarichi importanti come Responsabile Difesa all’interno prima dell’Ulivo e poi del PD (Responsabile Sicurezza, Ministro Ombra della Difesa, capo del Dipartimento Difesa). Inoltre Roberta Pinotti era già nella lista dei candidati al Ministero mentre si formava l’ex-governo Letta.
L’esordio politico vede Roberta Pinotti consigliere di circoscrizione nel Municipio di Sampierdarena per il PCI, primo passo di una carriera che è continuata al rialzo attraverso l’assessorato provinciale alla Scuola e alle Politiche Giovanili e Sociali della Provincia di Genova (1993-1997 ) e l’assessorato alle Istituzioni scolastiche del Comune di Genova (1997-1999 ). Militante all’interno dei Democratici di Sinistra, è stata Segretaria provinciale DS dal 1999 al 2001. Infine, nel maggio 2001, entra in parlamento come deputato del PD.
L’impegno del Ministro Roberta Pinotti non è dunque una novità. In particolare va sottolineato un percorso formativo segnato dall’associazionismo, dal volontariato e soprattutto dagli Scout-Agesci. Sul suo profilo twitter Roberta Pinotti si presenta infatti così: “Parlamentare PD, insegnante, mamma di Elena e Marta. Capo Scout per molti anni continuo a credere che si può’ lasciare mondo meglio di come lo abbiamo trovato”.
Già nel 2010 aveva espresso la sua opinione su Europa per quanto riguarda le polemiche forze armate italiane, dichiarando che:
la Difesa è una funzione fondamentale dello stato; questa consapevolezza, molto chiara nel gruppo dirigente, non è però diventata opinione ampiamente condivisa dall’elettorato di riferimento. […] Purtroppo ci troviamo a discutere di quali programmi d’arma siano necessari in totale assenza da parte del governo di una definizione di un modello di difesa, che risponda alle nuove sfide della sicurezza e ridefinisca gli obiettivi anche in conseguenza dei tagli che, a partire dal decreto legge 112, hanno notevolmente decurtato le spese per la Difesa. I cali più pesanti sono stati sugli investimenti intermedi, cioè addestramento e manutenzioni, cuore quotidiano dell’attività di Forze armate destinate a missioni impegnative, quali quelle in cui il nostro paese è coinvolto.
Roberta Pinotti e il suo Ministero devono fare i conti con l’Austerity, un’opinione pubblica tendenzialmente ostile, il problema degli armamenti (F-35, basi militari italiane e rapporti con gli alleati) e delle missioni italiane all’estero (prima fra tutte la vicenda dei due Marò sotto processo per omicidio in India). E le basi su cui il Ministro Pinotti intende poggiare qualsiasi discorso e azione futura del suo Ministero sono chiare: le spese militari servono perché gli armamenti nel mondo esistono, che ci piaccia o no, così come è necessario un atteggiamento laico e trasparente.
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