Salva Roma o Italia? Non è politica è Roma, ma Ignazio Marino non lo sa
Le colpe dei padri ricadono sui figli, come le colpe delle amministrazioni ricadono sui romani. Roma rischia di affondare e trascinare a fondo l’Italia. Ignazio Marino, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato nel momento peggiore. E fa di tutto per farsi odiare.
Ignazio Marino è sindaco della Capitale d’Italia. La città delle città. Roma ha una estensione territoriale imbarazzante: quanto la somma dei territori dei comuni di Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Catania ed è superiore a quella di New York, Berlino, Madrid e Parigi (fonte Panorama). Ha dei “pesi quasi morti” come AMA e ATAC, ha tutti i Palazzi del Potere Politico, i monumenti, musei, l‘Opera vicina alla liquidazione, il Vaticano, 2000 manifestazioni all’anno, il sotto organico al Comune, i XV municipi, il maxi concorso… e ha pure Ignazio Marino, dopo Alemanno, Veltroni per un mandato e mezzo e Rutelli per due mandati, la neve, il diluvio e tra poco la santificazione, è chiaramente troppo. Lui paga “lo scotto” dei danni che, negli anni, si sono accumulati e ci ha messo del suo: non ha mai dialogato coi i romani, ma ha ostentato una “romanità” che non gli è propria. Quel “Daje” in rosa shocking ostentato e abusato in campagna elettorale, lo ha reso una macchietta sin da subito. Ma non è colpa sua, ma di chi si è occupato della comunicazione.
Sorvolando su tutti i danni che si è creato con la Polizia Locale, i commercianti, gli imprenditori e pure gli animalisti, Ignazio Marino ha affondato la sua immagine in questi giorni. Salva Roma salva l’Italia, ma non è riuscito bene a spiegarlo, principalmente agli italiani. Roma, leggasi i romani, paga di tasca sua tutte le 2000, e oltre, manifestazioni annuali, la manutenzione dei monumenti e i pilastri della storia che sono il fulcro dell’Italia, subisce i palazzi del potere politico, vive all’ombra del Cupolone che è decisamente ingombrante e costoso, basti pensare che i mercoledì dell’Angelus costano un numero superiore di agenti in forze a Roma Capitale e non gendarmeria Vaticana. Immaginate le domeniche che portano milioni di fedeli all’anno sulla Piazza che, ovviamente, diventano turisti anche per Roma. Provate a pensare con che numeri deve fare i conti Ignazio Marino il 27 aprila 2014 quando sono previste le canonizzazione dei due Papi Wojtyla e Roncalli! Ma non è colpa sua se è in carica proprio lui -forse- in quel momento. Sta di fatto che organizzare quelle giornate richiederà capacità gestionali e soldi, tanti soldi a carico di Roma Capitale. Che dire di ATAC e AMA? non è colpa di Ignazio Marino, ma di certo non ha fatto nulla per migliorare la situazione, qualche tirata d’orecchie per i biglietti clonati e una nomina quasi imperdonabile per AMA.
Che possiamo dire del maxi concorso? su questo ancora nulla perché non si sono comprese le colpe e le responsabilità, ma si direbbe che qui Ignazio Marino proprio candido non sarebbe. Ma di certo è quasi imperdonabile, almeno dai denti avvelenati dei partecipanti al concorso, la “cantata che Marino fa con la Falchi mentre la giornalista del Fatto quotidiano gli domanda di rilasciare qualche dichiarazione, lui non risponde, sorride e parte di acuto.
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Anche il diluvio non è stata colpa sua, neppure l’asfalto che si frantumava come pasta frolla, ma l’incapacità di gestire la situazione e forse, di peggiorarla come era immaginabile fare, lo hanno reso antipatico a molti, specialmente motociclisti e ciclisti che rischiano la rottura della schiena ogni 100 metri date le voragini. La chiusura anticipata degli asili nido, le scioccanti dichiarazioni rilasciate qua e là, l’idea di pedonalizzare anche il Tridente Fanno di Ignazio Marino l’uomo sbagliato, a palazzo Senatorio e un po’ ovunque ormai.
Ma non ha completamente torto quando, sulla sua bacheca di Facebook, scrive:
Tutto è sbagliato, a cominciare dal nome: Salva Roma. Se si prende seriamente in considerazione che questa è la Capitale d’Italia e che quello che chiediamo è semplicemente la restituzione di un prestito, io sono disponibile e onorato di fare la mia parte. Se invece l’idea è quella che Roma debba chiudere, che le municipalizzate debbano fallire, io non sono disponibile. Quello è un altro lavoro e nel caso non sarò io, ma un commissario liquidatore a licenziare migliaia di persone e a vendere tutte le aziende del Comune.
Quindi a me parte il pallino della fantapolitica e “prevedo”: Ignazio si dimette entro venerdì, giorno in cui dovrebbe essere presentato un provvedimento “diverso ma come il salva Roma” e un renziano vero – non come Marino che dal Premier è già stato scaricato – che diventa commissario. Oppure: si spegne la tempesta per il momento e appena il Paese è pronto per andare alle elezioni ci troveremo in una tormenta di neve – utilissima per far perdere Alemanno – o una nuova alluvione per sciogliere del tutto il Sindaco Marino, di certo quando al programma radiofonico “un giorno da pecora” ha detto che il suo sogno è timbrare il cartellino, ha dato una mano alla sua sorte avversa. A quel punto resta solo da chiedersi: chi farà la migliore campagna elettorale basata sui fallimenti del chirurgo? La parte renziana della politica o quella che, come un arcobaleno, passa da Berlusconi ad Alfano? In ogni caso non sarà colpa di Ignazio Marino che, ormai, mi sembra un inconsapevole protagonista, ma i romani si ritroveranno a fare i conti con le buche, il maxi concorso, AMA, ATAC e tutto quello che ci trasciniamo da anni.
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