Muos di Niscemi: chi ha deciso? Le ragioni della protesta.
Da anni i siciliani si battono a tutti i livelli contro questa nuova arma targata USA: il Muos di Niscemi. Gli antimilitaristi di tutto il mondo si stringono attorno agli abitanti e al fianco della protesta.
Cos’è il Muos di Niscemi? Il MUOS è l’acronimo di Mobile User Objective System, si tratta di un progetto militare firmato Lockeed Martin (la stessa multinazionale che produce i tanto discussi F-35) per conto della U.S. Navy. Il progetto Muos ha lo scopo di implementare il sistema di comunicazioni satellitari ai fini bellici. Il sistema prevede l’integrazione delle comunicazioni tra forze navali, aeree e terrestri in qualsiasi parte del mondo tramite un unico dispositivo che utilizzerà onde elettromagnetiche ad alta frequenza. Sono quattro le stazioni operative dislocate per permettere alla nuova rete la copertura totale del globo terrestre. Tre sono installate in Virgina, alle Haway e in Austrialia. La quarta sorge in Sicilia all’interno della base di telecomunicazioni NRTF-USA a pochi chilometri da Niscemi, una cittadina di 27.000 abitanti in provincia di Caltanissetta, che fa riferimento alla superbase militare Sigonella. Il Muos di Niscemi e l’intera area della base sono ormai da anni al centro di contestazioni, azioni legali, indagini ambientali e tema di importanti audizioni e interrogazioni parlamentari. Il Muos andrà ad aggiungersi all’attuale sistema di antenne esistenti che da più di ventanni irradiano, nell’indifferenza delle istituzioni, di onde elettromagnetiche risultando, secondo gli ultimi rilevamenti dell’ARPA Sicilia, ai limiti dei livelli consentiti dalla legge. Senza contare il fatto che i danni per gli abitanti e l’ecosistema della Riserva Naturale, contigua alla zona militare sono incalcolabili.
Chi ha deciso e perché? Il Muos di Niscemi ha una complicata storia istituzionale e politica alle spalle: segreti militari, rapporti internazionali, accordi bilaterali stato-regione, autorizzazioni concesse alla chetichella, poi revocate al cambio di governo regionale e ancora una volta platealmente riconcesse. Primo protagonista della coraggiosa protesta il movimento spontaneo dei cittadini di Niscemi che si sono visti notificare l’avvio di alcuni lavori sul loro territorio regolarmente autorizzati ma non meglio specificati. Tutto è cominciato con l’ex-governatore Lombardo, oggi condannato il 19 febbraio a sei anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. La storia del Muos di Niscemi continua con il Presidente Crocetta, attuale governatore siciliano, che in campagna elettorale aveva promesso il suo impegno contro l’installazione del Muos a Niscemi. Una volta eletto però si è mostrato meno entusiasta di svolgere il delicato compito di mediatore tra Stato-Regione e interessi Usa. Nel periodo immediatamente successivo alla sua elezione e fino alla revoca delle autorizzazioni regionali avvenuta il 29 marzo, ottenuta grazie alla fortissima pressione popolare, non si era stancato di rassicurare anche gli americani rispetto alla volontà di seguire gli iter istituzionali e le leggi vigenti in materia. Il “sindaco della legalità”, con un esemplare passato antimafia alle spalle, si è trovato poi “costretto” a revocare la sua stessa revoca citando la Relazione dell’Istittuto Superiore di Sanità e le dichiarazioni dell’ex-Ministro Mauro circa l’interesse strategico che il Muos di Niscemi avrebbe per la difesa nazionale. Peccato che il Governatore Crocetta non abbia tenuto minimamente in considerazione la parte della relazione realizzata dai tecnici nominati dalla regione stessa che si trovavano in disaccordo con gli scienziati dell’IIS. Per di più, dopo qualche mese, il Ministro Mauro a Palermo durante un convegno ha dichiarato:
Sul Muos di Niscemi la competenza specifica, innescata dal pronunciamento dell’Istituto superiore di Sanità, rimane delle autorità siciliane che hanno preso le loro decisioni. Come ministero della Difesa siamo quasi il contorno di una situazione che mi sembra sia stata comunque risolta.
Eppure il Ministero della Difesa si era costituito parte civile nel processo contro la Regione Sicilia, quando era in vigore la revoca. Crocetta ha risposto per le rime a queste dichiarazioni, per sottolineare il voltafaccia del ministro nei suoi confronti tramite una lettera pubblica: “Sarebbe per me e per i siciliani un giorno di festa e di gioia, dopo mesi di terribili pressioni, al limite della sopportazione, effettuate dai due governi italiani che si sono succeduti nell’ultimo anno, per amore della verità”. Ma nessuno ha ritirato la concessione ai lavori, né discusso ulteriormente la cosa. E le parabole sono ormai installate. Sia lo stato italiano che la regione siciliana, mediante i propri alti rappresentanti, si rivelano impotenti riguardo alla questione Muos di Niscemi. Tra continui cambi di governo e problemi istituzionali che si sono succeduti a livello nazionale, il Muos di Niscemi non sembra essere nell’agenda politica e forse neanche nelle menti di nessuno dei nuovi ministri. Tuttavia in parlamento l’attività No Muos è ben presente tramite il lavoro dei Parlamentari per la Pace, un gruppo che raccoglie esponenti di diversi schieramenti politici, che a chiare lettere chiedono:
l’impegno del governo a sospendere l’esecuzione di ogni accordo bilaterale per la realizzazione del sistema di trasmissione satellitare Muos nella base militare di Niscemi e a rimettere ogni accordo al riguardo al Parlamento ai fini dell’approvazione preventiva. Si chiede inoltre di chiarire quali siano le caratteristiche e le condizioni d’uso dell’impianto di trasmissione, quali i costi sostenuti dal governo italiano per le basi militari statunitensi e per lo stazionamento dei militari USA in Italia.
Le ragioni della protesta. La decisione di impiantare il Muos di Niscemi insomma sembra calata dall’alto e voluta dai nostri alleati d’oltreoceano con cui lo stato italiano intrattiene rapporti segreti a conoscenza solo dei Ministri alla Difesa di turno non tenuti, peraltro, a comunicare alcunché né alle commissioni parlamentari, né a deputati e senatori tanto meno ai cittadini. Il movimento denuncia un progetto politico che nel corso degli anni ha reso la Sicilia protagonista e complice di un sistema che l’ha portata a diventare la piattaforma principale delle guerre nel mediterraneo. Comitati No Muos sono attivi e seguiti in tutta Italia. Nel mondo cresce l’interesse per questa lotta che è già storia e va oltre la concezione nimby, abbracciando le tematiche antimilitariste e ambientaliste in generale. I No Muos hanno visto anche diversi intellettuali internazionali (come per esempio Noam Chomsky) esporsi in loro sostegno.
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