Politica

OGM, Associazione Luca Coscioni: ” il nostro Paese legifera in nero”

Ricerca, Ass. Coscioni: l’Italia in procedura d’infrazione per gli OGM. Ecco il documento che dimostra che il nostro Paese ‘legifera in nero’

Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni

Il Dipartimento delle Politiche europee ha notificato ai Ministeri delle Politiche Agricole, dell’Ambiente, della Salute, e alla Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ‘l’immediata apertura di una procedura di infrazione’ in merito alle leggi italiane sulla coltivazione di sementi geneticamente modificate. (Qui si può leggere la lettera). Le disposizioni nazionali sono incompatibili con normativa Ue e con la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue del 6 settembre 2012 in materia di Ogm, seconda la quale “La messa in coltura di organismi geneticamente modificati quali le varietà del mais MON 810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati ai sensi dell’articolo 20 del regolamento (CE) n. 1829/2003 […] e le medesime varietà sono state iscritte nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole” e “L’articolo 26 bis della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati […] non consente a uno Stato membro di opporsi in via generale alla messa in coltura sul suo territorio di tali organismi geneticamente modificati nelle more dell’adozione di misure di coesistenza dirette a evitare la presenza accidentale di organismi geneticamente modificati in altre colture”. L’Italia ancora una volta viene messa sotto accusa dall’Europa perché non ne rispetta l’assetto legislativo.

Commenta così Roberto Defez, primo ricercatore Cnr e consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni:

“La Commissione Europea aveva già messo sull’avviso la presidenza del Consiglio (Monti) il 16 novembre 2012 spiegandoci che l’intero impianto legislativo italiano non rispettava le direttive Europee in materia di OGM. Nella lettera di avviso l’Unione Europea ci chiedeva conto dei decreti legislativi 212/2001, 224/2003 ed anche la legge regionale del Friuli n.5/2011 e ci avevano spiegato da quindici mesi che tutte queste leggi non erano state notificate a Bruxelles in aperta violazione della legge costitutiva dell’Unione Europea che riconosce a Bruxelles la priorità sulle legislazioni in materia agricola. L’Italia ha legiferato “in nero” sottacendo, a chi coordina le politiche agricole a livello continentale, come noi stavamo gestendo localmente le normative europee. Il dossier agricolo assorbe il 42% dell’intero budget comunitario, ma sugli OGM l’Italia ha cercato di farsi le proprie leggi oscurantiste senza ascoltare la voce della stragrande maggioranza della comunità scientifica. Chi ha indicato questa strada fallimentare? Chi ha fatto scelte tanto arroganti? Chi si prenderà ora la colpa di aver lasciato sola e disarmata la Governatrice del Friuli, l’avvocato Debora Serracchiani, che pur essendo contraria agli OGM si trova già nel mirino dell’unione Europea e non potrà, legalmente, evitare il secondo anno consecutivo di semine di mais OGM? “

“Non solo dal punto di vista legislativo, ma anche dal punto di vista scientifico il nostro Paese è indietro” – continuano Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretario e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – Abbiamo promosso pochi giorni fa l’appello dei massimi esperti in materia che chiedevano “di ascoltare la voce dei più autorevoli esponenti della comunità scientifica italiana che non ha interessi commerciali e che non si schiera né con le multinazionali favorevoli all’introduzione degli OGM in Europa né con le multinazionali che osteggiano tale ingresso di OGM sui nostri territori. La comunità scientifica italiana vi chiede solo di poter essere convocata in audizioni per poter allargare lo spettro delle informazioni che potrebbero contribuire ad assumere delle risoluzioni molto importanti per l’avvenire di questo Paese.

Abbiamo reiterato, inoltre, richiesta di audizione alle commissioni parlamentari affinché si possa sul piano scientifico allargare lo spettro delle informazioni che potrebbero contribuire ad assumere delle risoluzioni molto importanti per l’avvenire di questo Paese.

Il voto contrario dell’Italia, ieri, in sede europea all’autorizzazione della coltivazione del supermais 1507 dell’americana Pioneer dimostra per l’ennesima volta, nonostante la procedura di infrazione, la negazione da parte del nostro Paese di qualsiasi rispetto del diritto e della conoscenza”.

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

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