Cronaca

Gioia Tauro: è la Calabria che si aggiudica le armi chimiche di Assad

Gioia Tauro, Calabria. Direttamente dalla Siria 60 container contenenti 560 tonnellate di sostanze chimiche altamente tossiche e pericolose.

In seguito alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu 2118, secondo la quale la Siria dovrà rinunciare entro la metà del 2014 al suo potenziale bellico, Assad ha iniziato a distruggere il suo arsenale a partire dalle armi chimiche. Come garantisce l’OPAC (organizzazione per la eliminazione delle armi chimiche) il governo siriano sta effettivamente adempiendo al programma di disarmo. Assad si è impegnato infatti a consegnare tonnellate di iprite, sarin e gas nervino che si vanno raccogliendo al porto di Latakia. E adesso si è aperta la fase successiva del programma: il trasferimento di queste sostanze prima sul cargo danese Ark Futura e poi sulla nave statunitense Cape Ray che provvederà alla loro distruzione in acque internazionali. A dicembre, nel corso del Consiglio dei Ministri degli Esteri a Bruxelles, Emma Bonino aveva dichiarato la disponibilità italiana rispetto all’utilizzo di porti italiani non militari per il trasferimento del materiale tossico da una nave all’altra. La location è rimasta super segreta ed è stata svelata solo qualche giorno fa.

Il porto scelto è quello di Gioia Tauro, in Calabria. Sono in arrivo 60 container contenenti 560 tonnellate di sostanze chimiche altamente tossiche e pericolose. L’Ark Futura passerà presumibilmente anche dallo Stretto di Messina. Il Ministro Emma Bonino assicura che l’operazione: «sarà condotta con la ricerca della massima sicurezza» e dichiara che la scelta di Gioia Tauro risale anche a indicazioni del Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, come conseguenza dei requisiti del porto stesso. Infatti Gioia Tauro ha già gestito sostanze tossiche della stessa categoria. Viene precisato anche che il trasferimento avverrà da banchina a banchina, direttamente in mare, impiegherà più o meno 48 ore e dunque nessuna arma chimica toccherà il suolo italiano. Naturalmente preoccupati per la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. Massima all’erta tra Giuseppe Scopelliti, il presidente della Regione Calabria, i lavoratori portuali e l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente calabrese.

I primi cittadini della Piana di Gioia Tauro contestano una decisione presa dall’alto e non concordata. In un’assemblea molto accesa che ha riunito i sindaci dei 33 comuni coinvolti, primi fra tutti Gioia Tauro e San Ferdinando, giorno 20 gennaio, è stato approvato un documento in cui si evidenzia, tra le altre cose che:

nessuna autorità locale è stata preavvertita di ciò, le nostre strutture sanitarie non sono attrezzate a sostenere emergenze straordinarie, il territorio della Piana e dello Stretto di Messina è classificato ad alta pericolosità sismica. Appreso che la nave è stata dirottata su Gioia Tauro perché la Regione Sardegna si è fermamente opposta all’attracco a Cagliari, i sindaci della città degli ulivi dichiarano il proprio fermo no acché queste operazioni avvengano nel nostro territorio.

E mentre oggi sono attesi dal presidente Letta i rappresentanti istituzionali del comprensorio, si organizza la futura opposizione, poiché la linea preponderante sia istituzionale che cittadina rimane contraria a qualsiasi trattativa. Il sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore denuncia:

E’ gravissimo, forse il ministro Bonino non sa cos’è la democrazia. E’ la solita scelta calata dall’alto. Siamo considerati una popolazione di serie B. La posizione del Comune di Gioia Tauro è di responsabilità e di solidarietà verso il popolo siriano. Il problema – dice – è stata la cattiva gestione. Mi sono ritrovato ad apprendere tutto dai giornali. I cittadini si stanno muovendo per manifestazioni. L’ignoranza produce panico. Il porto sarà anche sicuro ma non abbiamo neppure un ospedale pronto per le emergenze.

Intanto un’inchiesta di Gea Ceccarelli lascia trapelare i problemi veri della gestione del territorio italiano, sempre meno democratica e sempre più corrotta. A quanto pare il porto di Gioia Tauro rientra nei programmi di sorveglianza speciale degli Stati Uniti dal 2003, perché punto d’ingresso di droga e armi e dunque potenzialmente porta d’ingresso per materiali ben più pericolosi.

Cristina Di Pietro

Classe 1986. Laurea Magistrale in Lettere conseguita con il massimo della dignità. Citazione preferita: "se comprendere è impossibile conoscere è necessario" (P. Levi).

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