Cronaca

Spring Awakening: intervista a Francesco Carmignani

Nonostante il violino sia il più classico fra gli strumenti musicali, Francesco Carmignani ha spinto il suo attraverso una svariata moltitudine di generi, passando dal pop, al rock, alla reggae, alla musica classica e a quella elettronica ed esibendosi al fianco dei più famosi dj nelle maggiori discoteche del mondo. Insomma l’artista giusto per un’opera frizzante come Spring Awakening, nella quale fa parte dell’orchestra. Proprio in occasione di questa sua avventura con Spring, noi di SenzaBarcode l’abbiamo intervistato.

Iniziamo parlando di Spring. L’opera tratta temi molto forti ed in un certo senso “scomodi” come sessualità adolescenziale, omosessualità e aborto. Credi che il pubblico sia pronto a tematiche di questo tipo?

Chi viene a vedere questo spettacolo appartiene ad una tipologia di pubblico che si informa,conosce la storia in ogni sua sfaccettatura,l’ha ricercata e vista sui canali del web,così come avviene per l’opera classica,un pubblico maturo e consapevole senza età.

Alcuni degli argomenti trattati nello spettacolo sono di sicura attualità. Pensi che Spring possa assumere a questo riguardo un ruolo di denuncia e suscitare nello spettatore le dovute riflessioni?

Sono certo che alla fine dell’opera chi ha assistito è rimasto fortemente emozionato dagli argomenti trattati.

E in te, che riflessioni ha suscitato?

Penso che siamo fortunati a non vivere in quel periodo storico da noi non troppo lontano.

Cosa provi mentre ti trovi lì sul palco ed in un certo senso “reciti” insieme agli attori, dettandone i tempi tramite la musica? Sono loro a ricevere energia da te o tu da loro?

C’è un enorme scambio di energie sul palco tra i musicisti ed i cantanti tutto magistralmente coordinato dal Maestro Stefano Brondi.

Tra i membri dell’orchestra ritrovi in Marco Susini un tuo compagno nella band “Tugs”. Quanto c’è del rock dei Tugs all’interno di Spring?

Ci siamo io e Marco…scherzi a parte le differenze stilistiche sono molte, ma quel che conta di più secondo me è  l’anima rock, che pur si snoda nei generi differenti ma in entrambi vive di una sua reale energia.

E’ recente l’uscita del nuovo album dei Tugs “Europa Minor”, un’opera passata al vaglio della stampa internazionale. Avete trovato delle difficoltà nell’arrangiare così tanti strumenti?

rispondo molto brevemente dal momento in cui non ho preso parte agli arrangiamenti, forse questa domanda andrebbe fatta a Marco.

Ora parliamo un po’ di te. Il tuo stile è certamente versatile e pur essendo un violinista hai calcato palchi molto particolari, come quelli di famose discoteche. Per un musicista come te è più difficile trovarsi di fronte il pubblico di un teatro o quello di una discoteca?

In qualsiasi situazione mi trovi sopra un palco, dalla musica classica al rock o nelle discoteche, provo sempre molta emozione nell’esprimere la mia arte e cerco di farlo sempre nel migliore dei modi.

Dopo tante esperienze come violinista in giro per il mondo e sopratutto dopo Spring, in quale direzione pensi andrà la tua carriera?

La musica è l’unico mio desiderio di vita,vivere di musica nella musica.

il violinista sintetico

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