Cronaca

Banksy: street art, l’arte della gente

Banksy, artista di presunte origini inglese, è il maggior esponente della Street art e interprete dei nostri tempi, che alla fama e alla popolarità ha preferito l’anonimato. Una profonda ironia mascherata dalla semplicità è la sua dote, la firma di ogni opera nascosta tra le vie di una città.

Che cos’è l’arte? chi è un artista? Un artista è un interprete di se stesso e l’arte altro non è che la vita modellata, trasformata, a volte romanzata, ma sempre vera e pura nella sua essenza. Diffidate dai colti, gli intellettuali che con la tecnica, la cura dei dettagli distinguono una mera tela da un capolavoro, un paio di versi in rima da una poesia, l’arte semplicemente si manifesta come tale. Si percepisce come un’emozione, forse una sorpresa, la sorpresa dell’osservatore di ritrovare un pezzetto della sua anima tra le righe, riflesso nell’immagine. L’arte è per chi sa cogliere l’arte, per chi si riconosce in essa.

Tante le forme quanti i modi che l’uomo ha per esprimersi, ma indipendentemente da queste è ciò che lo strumento prescelto riesce a rappresentare a fare la differenza. Street art, Rectoversion, correnti artistiche che a partire dagli anni ’90 hanno avuto una graduale affermazione sul palcoscenico mondiale, che tuttavia  sembrano quasi etichettate, sub-categorie perfino ghettizzate, non degne per molti. Ma è proprio in questi nuovi movimenti artistici che è possibile riscoprire il significato primigenio del concetto di arte , intesa come specchio della società, ma prima ancora dell’individuo.

Per chi non conoscesse il fenomeno della Street art sicuramente conoscerà i graffiti, ma non gli scarabocchi che deturpano gli edifici storici, i monumenti e perfino i treni della metropolitana, ma vere e proprie creazioni che seguono una propria struttura compositiva, manifestando idee od orientamenti politici, rappresentando sprazzi di quotidianità. Perché allora occupare spazi pubblici, strade,facciate di edifici ? Qualsiasi writers risponderebbe che l’arte vive per le strade, tra la gente, l’arte è la gente. I Writers raccontano storie comuni, storie di giovani innamorati, di guerre senza una fine, di governi inefficienti con sarcasmo ed una vena di malinconia.

Banksy non è semplicemente un esponente di un movimento culturale, è l’incarnazione delle idee che rappresenta, dell’arte che non si vende o  meglio svende, priva di sofismi, che è ancora capace di protestare a gran voce. Presumibilmente nato in Inghilterra a Birstol, questo artista è un entità incorporea, senza volto, solo idea. Dal 2000 si è imposto sulla scena artistica grazie ad opere di elevata efficacia espressiva, che sanno cogliere gli umori di questo nostro tempo. New York, Londra, perfino Napoli, le più grandi città del mondo portano il segno di questo umile writer,  tutt’oggi anonimo, trincerato dietro uno pseudonimo. Banksy è l’artista perfetto, non è la fama, non la ricchezza, ma la profonda necessità di comunicazione a condurlo da un luogo all’altro.

Attribuita all’artista è una cartolina nota tra gli utenti di twitter. L’immagine trasuda del sarcasmo e dell’irriverenza che contraddistinguono l’autore, nonostante lo stile non è certamente riconducibile a quello dei Writers. Il soggetto è una scena biblica, il viaggio di Maria e Giuseppe verso la stalla a Betlemme interrotto dal muro di cinta che separa Israele dalla Palestina, voluto espressamente dalla prima come strumento di tutela da eventuali attacchi terroristici. Un muro fatto di storia, di guerra, di una lotta che sembra non aver fine, spesso dimenticata o forse tristemente accettata. Una scena drammaticamente attuale su una matrice classica, quasi a cristallizzare una realtà consolidata. I due fulcri ideologici stridono profondamente tra essi: da un lato la sacra famiglia, portatrice di pace nel mondo, dall’altro lato un muro simbolo delle incomprensioni, dell’ipocrisia umana Ancora non è possibile attribuire con certezza la cartolina  a Banksy, ma è facilmente percepibile la tagliente critica sociale che di cui si nutrono le opere di questo artista.

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Clelia Tesone

E m'abbandono all'adorabile corso: leggere, vivere dove conducono le parole. La loro apparizione è scritta; le loro sonorità concertate. Il loro agitarsi si compone, seguendo un'anteriore meditazione, ed esse si precipiteranno in magnifici gruppi o pure, nella risonanza. Una delle più belle citazioni di Paul Valery per molti, come me, che crescono tramite una pagina, che sia letta, scritta o studiata.

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