Morti in Carcere, Torino/ Radicali: Basta con le lacrime di coccodrillo
I morti in carcere non devo più essere tollerati dalle istituzioni, che invece si accontentano di piangere lacrime di coccodrillo, ma non pensano ad una sostanziale riforma del sistema carcerario. Di seguito il comunicato stampa di Giulio Manfredi – Direzione Radicali Italiani, segretario Associazione radicale Adelaide
Morti in carcere, Torino/Radicali: Basta con le lacrime di coccodrillo. Consiglio regionale nomini garante regionale, a quattro anni dall’approvazione legge istitutiva.
Giulio Manfredi -Direzione Radicali Italiani, segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta – :
Marco Pannella ci ammonisce continuamente che “Dove c’è strage di legalità c’è poi strage di vite umane”. Quanto accaduto questa mattina nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino ne è triste conferma. La vita e la morte di ogni persona seguono logiche del tutto uniche, spesso imperscrutabili, ma è innegabile che la tragedia di oggi nasce in un contesto, quello carcerario, in cui il non rispetto delle leggi che tutelano la persona – sia essa carcerato o carceriere – è causa costante, quotidiana, di abusi, violenze, sopraffazione e morte.
La vicinanza del Natale scatenerà ora, ancora di più, buone intenzioni e lacrime di coccodrillo. Sarebbe, invece, importante se proprio da un Consiglio regionale nell’occhio del ciclone per firme false e spese pazze arrivasse un atto concreto per ridurre il danno nelle carceri piemontesi: la nomina del garante regionale delle carceri, previsto da una legge regionale approvata da uno schieramento bipartisan (senza radicali) esattamente quattro anni fa (L. R. 28 del 2 dicembre 2009).
A livello nazionale, le misure che il Ministro Cancellieri porterà oggi in Consiglio dei Ministri (tra cui l’istituzione di un Garante nazionale dei detenuti) possono essere considerate anch’esse uno strumento di riduzione del danno ma non fanno assolutamente venir meno la necessità e l’urgenza di un provvedimento di amnistia o d’indulto (meglio, molto meglio la prima), come peraltro il presidente Napolitano continua a ribadire con ossessività ormai quasi pannelliana.
Torino, 17 dicembre 2013