Rivoluzione 9 Dicembre: dopo una settimana è l’inizio della fine?
Rivoluzione 9 Dicembre, continuano i presidi e gli eventi. La polizia scende in campo numerosa e decisa ad arginare la protesta. Il Coordinamento convocato ufficialmente dal Governo rifiuta ogni ipotesi di trattativa.
La Rivoluzione 9 Dicembre che doveva concludersi giorno 13, non accenna a finire e continua a fare notizia dal Nord al Sud. Tuttavia le città più coinvolte in termini di numeri, di partecipazione e scontri sembrano essere ancora Roma, Torino e Milano. Città accese anche da una serie di manifestazioni collaterali decise precedentemente da organizzazioni sindacali o studentesche e che dunque sono andate sommandosi, ma non confondendosi, agli eventi promossi dal Coordinamento Rivoluzione 9 Dicembre. Queste manifestazioni, sicuramente più ricche di contenuti e anche molto partecipate, hanno di fatto incontrato una forte repressione da parte delle Forze dell’Ordine. Del resto Alfano lo aveva promesso e anche Fassino, il sindaco di Torino, aveva assicurato una seppur tardiva linea dura.
Giorno 12 a Torino sono state identificate dalla polizia e denunciate 8 persone durante un corteo studentesco, sono stati sgomberati coloro che impedivano l’apertura del CAAT, il mercato ortofrutticolo, così come i blocchi di Piazza Derna. Le accuse sono manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale. Qualche giorno dopo ancora fermi a Torino durante un altro corteo studentesco, a seguito di un lancio di uova piene di vernice colorata contro il palazzo della Regione, chiuso da una settimana per questioni di sicurezza. A Roma è stato arrestato Simone Di Stefano il vice presidente del collettivo Casa Pound e altri dieci sono stati denunciati. Le accuse sono furto aggravato per Di Stefano, concorso, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata per tutti gli altri. Nella mattinata del 14 era stato organizzato dal collettivo un blitz alla sede UE ed era stata sostituita la bandiera europea col tricolore.
Fassino, riepilogando la situazione nel Consiglio Comunale torinese di giorno 12 aveva affermato che: “Siamo di fronte a un movimento che non ha piattaforma né leadership riconosciuta”. Ma i promotori e i leader della Rivoluzione 9 Dicembre sono ormai volti noti: Calvani tiene comizi e fomenta le piazze, Chiavegato è in prima linea in Veneto e suo è il messaggio di lancio della Rivoluzione, infine Ferro sembra essere il rappresentante del Sud più autorevole. Giorno 13 Ferro, davanti alle telecamere di Sky, ha dichiarato, tra le altre cose:
Lo sciopero è degli Italiani. Non è più lo sciopero dei Forconi. è lo sciopero di chi non ce la fa più. Come ha detto il Papa qualche giorno fa: i poveri non possono più aspettare. Prendiamo le distanze da tutti quelli che sono facinorosi, teppisti, violenti, ultras. Non vogliamo soluzioni violente, qualora ci interpellassero vogliamo soluzioni democratiche. Abbiamo incontrato Brunetta e incaricato, se si può dire così, il capogruppo di Forza Italia per il dialogo, perché è venuto lui, ma se fosse venuto qualcuno del PD sarebbe stata la stessa cosa.
Il giorno successivo sono stati effettivamente convocati, eppure la proposta è stata velocemente rispedita al mittente. Danilo Calvani su facebook si è affrettato a scrivere: “l’unica cosa che devono fare è dimettersi. W l’Italia e che Dio ci benedica!”. Il Cordinamento Nazionale Rivoluzione 9 Dicembre decide dunque di continuare per la sua strada e diffonde un comunicato stampa in cui scrive:
Ufficiale. Roma: mercoledì 18 dicembre, adunata e punti di incontro a piazza del popolo alle ore 15:00. Il governo ha convocato il comitato di coordinamento nazionale per trattare con il comitato del 9 dicembre, ma Calvani, Chiavegato, Bissoli, Zeoli, Zanon ed altri del comitato non hanno accettato nessuna trattativa!
Nel frattempo però. c’è chi col governo tenta il dialogo e ottiene garanzie. Questo è il caso di Trasportounito, tra le organizzazioni animatrici dei blocchi, che proprio giorno 14 ha incontrato Il sottosegretario alle Infrastrutture Rocco Girlanda a Perugia. Girlanda si è impegnato a prestare ascolto alle esigenze dei trasportatori che riguardano in particolare le accise e i premi Inail. La situazione rimane dunque intricata, né sembra al momento destinata a finire l’azione di protesta lanciata dal Coordinamento 9 Dicembre, che è iniziata ormai da una settimana. È un fatto che la maggioranza dei cosiddetti italiani non stia partecipando così tanto attivamente ai presidi, né si sono registrate adesioni di massa agli scioperi e alle manifestazioni indetti da questo coordinamento. Giorno 18 Roma avrà i fari puntati addosso. Nessuna marcia su Roma, sarà un presidio pacifico assicura Mariano Ferro.
“Tutti i diritti riservati. Non è consentito copiare, modificare o utilizzare altrove questo articolo, né per scopi commerciali né per la trasmissione a terzi senza la nostra previa autorizzazione. E’ possibile copiare le prime 5/10 righe del testo indicando fonte (con link attivo) e autore dell’articolo. Mandare una mail a ufficiostampa@www.senzabarcode.it indicando dove è stato condiviso il pezzo.”