Coppie di fatto: la novità sono i contratti di convivenza
Sino a qualche tempo fa la scelta di vivere con il proprio compagno come una coppia di fatto poteva comportare, a livello giuridico, dei grossi rischi o comunque delle sofferenze: l’impossibilità di veder tutelati i propri diritti per l’assenza di una normativa organica, procurava ai conviventi, soprattutto in caso di fine rapporto, non pochi grattacapi.
L’avvento, dal 2 Dicembre 2013, del contratto di convivenza ha sicuramente aperto uno spiraglio importante per le coppie di fatto, un primo rilevante passo che mostra come l’assenza di una disciplina in materia di convivenza, cominci ad essere avvertita come un’urgenza sociale.
A tendere la mano verso le coppie di fatto sono stati i notai che hanno proposto, ai soggetti coinvolti in una convivenza more uxorio, la sottoscrizione di un contratto di convivenza che ha rilevanza e valenza giuridica, pur occupandosi quasi unicamente della sfera patrimoniale. La validità giuridica di tale contratto si fonda sulle svariate sentenze sancite dalla Corte di Cassazione e sulle interpretazioni fornite dalla Corte Costituzionale, che vanno a considerare la coppia di fatto secondo l’art. 2 della Costituzione Italiana come una “formazione sociale”, e ne regolano i rapporti seguendo gli schemi dei negozi giuridici tra privati. E’ per l’assenza di una tutela specifica che nel contratto di convivenza, stipulato al cospetto di un notaio, non possono essere prese decisioni in merito al mantenimento e al tipo di istruzione dei figli, così come alle modalità di carattere ereditario: in questi casi interverrebbero dei meccanismi non ancora normati, quindi il contratto sarebbe considerato nullo, almeno in parte.
Chi cerca un esempio di contratto di convivenza è bene che sappia che non può esistere un fac-simile adatto a tutti, proprio per la natura stessa di questo contratto: il contratto di convivenza può prevedere delle macro aree di azione entro le quali saranno i due soggetti interessati a muoversi, decidendo di costruire un contratto fondato sulle loro peculiari esigenze.
Un esempio di contratto di convivenza potrebbe essere quello sottoscritto tra due soggetti che vogliono stabilire quali siano i limiti e le competenze della residenza abitativa e le regole pecuniarie per partecipare alle spese domestiche. A queste prime clausole sul modus operandi familiare si possono aggiungere capitoli che puntano alla comunione o separazione dei beni, in vista di un eventuale abbandono, oppure la nomina di un amministratore di sostegno in caso di infermità delle parti, o ancora l’inclusione testamentaria, fra gli eredi, in caso di decesso. Si può stabilire il termine di validità del contratto e le clausole che ne prevedono l’annullamento.
Un contratto perfetto per dormire sogni tranquilli, stipulabile anche da coppie omosessuali, o per esempio tra fratelli. Gli unici a non poterlo stipulare sono i soggetti coniugati…
Maggiori informazioni possono essere reperite su www.contrattoconvivenza.com