Cronaca

Blue Jasmine: recensione del nuovo capolavoro di Allen

Blue Jasmine, il nuovo film di Woody Allen sarà proiettato sugli schermi italiani il 5 dicembre, l’attesa  per l’amatissimo regista è sicuramente accompagnata dalle numerose critiche positive, che accrescono, irrimediabilmente, la curiosità.

Blue Jasmine: recensione del nuovo capolavoro di AllenInconfondibile, questo è l’aggettivo che meglio si addice al regista newyorkese, interprete degli umori della classe      medio-borghese americana, un artista che ha messo in scena la vita, la propria vita, in ogni opera, con ironia e sarcasmo.

Woody Allen è forse uno dei superstiti della tradizione cinematografica nell’era moderna, ultimo a porre l’umanità, nelle sue più svariate angolature, alla base della struttura dell’intero film, senza vezzi, senza spettacolari effetti speciali, ma solo tramite un sapiente uso della fotografia e delle inquadrature. Le incantevoli ambientazioni, le grandi città tanto amate, diventano co-protagoniste che si raccontano tramite le luci, i colori, quelle sensazioni che passeggiando per le vie un qualunque passante potrebbe cogliere. Forse è proprio questo il grande merito del regista, saper raccontare non solo con le parole, parlare dell’anima di un luogo e non solo dei suoi personaggi, trasportare lo spettatore da qualsiasi angolo del mondo a New York, Parigi, Londra.

Blue Jasmine nasce e cresce  nell’affascinante ed irresistibile Grande Mela, per poi approdare a San Francisco, come molte delle opere dell’autore sa cogliere sapientemente il dato momento storico, narrando il lento declino della classe borghese, troppo ancorata alla propria eccezionale consuetudine, fatta di lusso, viaggi, cultura, incapace di reagire ed adeguarsi all’inesorabile cambiamento che la crisi economica ha portato con se, travolgendo le vite di molti.

Protagonista è Jasmine, interpretata da Cate Blanchett, una donna affascinante dell’alta società, avvezza ad ogni interpretazione del termine ricchezza  e troppo spesso anche di eccesso,  dovrà rinunciare al suo stile di vita dopo che il marito, facoltoso finanziare, finisce in galera per truffa. Lo squarcio di mondo che Allen fotografa è la naturale evoluzione della cultura, della società che da quasi 50 anni racconta. Era forse prevedibile che un acuto conoscitore, o meglio osservatore, delle molte e molte paranoie umane, avrebbe necessariamente dovuto narrare la crisi economica vista dagli occhi di chi si trova catapultato in una nuova ed indesiderata realtà

Da New York, simbolo per eccellenza dell’opulenza, a San Francisco, città che notoriamente sa risorgere dalla proprie macerie, questo è il percorso di Jasmine, che costretta a trasferirsi dalla sorella, si troverà a far i conti con una parte della propria famiglia che aveva dimenticato, quasi disprezzato, a distruggere tutte quelle false certezze che si era costruita, a guardare in faccia la realtà per la prima volta nella sua vita.

Una storia maledettamente vera, sebbene narrata con l’inconfondibile vena surrealistica tipica del regista, che si pone in un’indubbia connessione con il filone avviato da Match Point. Lo stesso cinismo, che spesso si tramuta in un irriverente sarcasmo delle commedie, si insinua, in una veste pacata e non esplosiva, tra le battute, tra i volti e le storie dei personaggi, è lo specchio della fragilità umana, delle psicosi, delle bugie che quotidianamente ci raccontiamo. Incurante rivela  agli spettatori una delle sue storie, di quelle che svelano gli ingranaggi, che aprono le menti, ma di chi sa ben guardare, perché ai più Woody Allen fa ridere, troppo pochi colgono la malinconia di ogni sua parola.

Allora non ci resta che aspettare, il 5 Dicembre è vicino e porta con se un’opera che si presenta con le migliori premesse.

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Clelia Tesone

E m'abbandono all'adorabile corso: leggere, vivere dove conducono le parole. La loro apparizione è scritta; le loro sonorità concertate. Il loro agitarsi si compone, seguendo un'anteriore meditazione, ed esse si precipiteranno in magnifici gruppi o pure, nella risonanza. Una delle più belle citazioni di Paul Valery per molti, come me, che crescono tramite una pagina, che sia letta, scritta o studiata.

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