Cronaca

Basilicata: da Tito Scalo a Valbasento

Anche la Basilicata, come quasi tutte le regioni del sud, ha le sue terre dei fuochi. Le zone circostanti Tito Scalo e la Valbasento ne sono la triste prova.

basilicata

Tito Scalo:

L’area facente parte del Consorzio Asi, nota con il nome di ex Liquichimica di Tito Scalo ĆØ Ā uno dei due siti della Basilicata ad altissimo rischio di contaminazione. Il sito d’interesse Nazionale si estende per 59.000 metri quadri. Nel ventennio tra il 1981 e il 2001 all’interno del consorzio si ĆØ creata una vera e propria discarica abusiva, contenente rifiuti di ogni tipo, c’erano quelli speciali, quelli radioattivi e addirittura semplice spazzatura urbana. Questa vasca in cemento, utilizzata come discarica, insieme agli scarti riversati nel territorio da altre aziende, ha finito per accrescere l’inquinamento della falda, che, dalla relazione del Ministero per l’Ambiente, “ospita” sostanze tossiche e cancerogene che superano i limiti consentiti dalla legge di ben 300, 400 volte.

GiĆ  nel 2005 la Regione Basilicata aveva stanziato ben 914 mila euro per un rapporto sullo stato del territorio e dell’inquinamento derivante dall’Ex Liquichimica, conferendo mandato alla Metapontum Agrobios. Questa perĆ², e non si sa davvero come, ha firmato e sottoscritto una relazione in cui si dichiarava la totale assenza di “radioattivitĆ  discriminabile significativamente dal Ā fondo naturale”.

Solo otto anni dopo perĆ², la relazione della Metapontum Agrobios S.r.l, firmata e sottoscritta dall’ingegner D’Andraia, ĆØ stata completamente smentita dai nuovi rilevamenti e dal rapporto della Dottoressa Fortunato –Arpab– che analizzando il terreno circostante ad una profonditĆ  di un metro, non solo ha rilevato la presenza sostanziale di radio nel terreno, ma che addirittura questa sostanza radioattiva, superi in alcuni punti di ben il 300%, i limiti previsti dalla legge.

L’Arbap ha inoltre attestato la contaminazione della falda sottostante, che fino al 2009, anno in cui il sindaco ne ha proibito l’utilizzo, veniva prelevata per innaffiare le colture nelle zone circostanti.

Valbasento:

In questa zona della Basilicata, e precisamente tra Pisticci e Ferrandina – entrambi in provincia di Matera– dagli anni sessanta le industrie chimiche e petrolifere non fanno che prendere quanto piĆ¹ possibile dal territorio, restituendo in cambio inquinamento territoriale, sostanze tossiche, chimiche e cancerogene.

Prima fra tutte l’Eni, ma possiamo nominare anche la Ceramica Pozzi e la Montecatini.

Qui lo sfruttamento dello stato italiano sulle spalle della Basilicata, dei cittadini del Sud e dei territori fino ad allora incontaminati, ĆØ ancora piĆ¹ esplicito. Tutte le aziende insediatesi nel territorio infatti, non solo utilizzano pochissima manodopera locale, ma soprattutto, hanno sedi legali esterne alla regione. CosƬ in Basilicata resta l’inquinamento, crescono i tumori, ma non i soldi, che tornano prettamente in Lombardia e in altri stati esteri.

Parlando ora della salute dei cittadini della Basilicata non si puĆ² non nominare il Progetto Sentieri – Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento-

I risultati di tale studio dimostrano come nelle zone della Valbasento i decessi, soprattutto nelle donne, sono strettamente connessi con l’inquinamento ambientale. Si dimostra infatti un numero eccezionale di decessi per tumori o malattie collegate all’apparato respiratorio. Anche nella zona di Tito Scalo si osservano numerosi decessi causati da patologie dell’apparato respiratorio, ai quali si aggiungono quelli causati da tumori del colon – retto e alti tassi di mortalitĆ  perinatale.

Parliamo quindi di morti accertati, di fatti reali… PerchĆ©, ancora una volta, si ĆØ aspettato di distruggere tutto prima di intervenire? L’ambiente deturpato, gli alberi, le falde inquinate e soprattutto le persone, che a causa di questi delinquenti si sono ammalate o addirittura hanno perso la vita, non torneranno piĆ¹ indietro!

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Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (piĆ¹ che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

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