Vibo Valentia: si rischia la prescrizione per il processo Poison
A Vibo Valentia il processo “Poison” rischia la prescrizione
Per chi non lo sapesse questo processo vede come imputati per lo smaltimento illegale di rifiuti – 127 mila tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi- le centrali Enel di Brindisi, quella di Prioro Gargallo e Termini Imerese. Ā il responsabile della discarica “la fornace tranquilla S.r.l.” di San Calogero, paese in provincia di Vibo Valentia eĀ luogo in cui le migliaia di tonnellate di rifiuti sono stati trasportati e smaltiti in modo illecito e due dipendenti della Provincia, che avrebbero dal 2000 al 2007 attestato la regolaritĆ delle operazioni svolte all’interno della discarica.
Secondo le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia, i rifiuti provenienti dalla Puglia venivano smaltiti nei campi di agrumi adiacenti alla discarica. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e all’illecito smaltimento di rifiuti pericolosi, disastro ambientaleĀ con conseguente pericolo per lāincolumitĆ pubblica, avvelenamento di acque e di sostanze alimentari, falsitĆ ideologica commessa dal pubblico ufficiale, falsitĆ ideologica commessa dal privato in atto pubblico, gestione non autorizzata dei rifiuti, evasione fiscale
Ieri mattina la prima udienza del processo Poison, che si sarebbe dovuta svolgere all’interno del tribunale di Vibo Valentia, ĆØ stata rinviata dal giudice monocratico – non togato- che presiedeva la seduta, al 13 ottobre 2014. Questo perchĆ© in un processo del valore di 18 milioni di euro ĆØ necessaria la presenza di un Giudice togato, indisponibile fino alla data prestabilita.
Peccato che posticipando di un anno la data dell’udienza si rischi di mandare l’intero processo in prescrizione, permettendo in questo modo alle grandi centrali pugliesi di farla franca, non tutelando cosƬ nĆ© il territorio, nĆ© i cittadini di San Calogero, che dal 2000 al 2007 chissĆ che cosa hanno respirato e Ā mangiato.
Dal processo potrebbe emergere il legame mafia – stato – istituzioni – imprenditoria, ma ancora una volta si rischia di salvare la faccia – e i soldi- delle grandi industrie, ignorando i morti per tumore, l’incremento degli ammalati, la qualitĆ della vita delle generazioni future.
Faccio un personale appello al Presidente del Tribunale di Vibo Valentia:
se lei ha a cuore il territorio della nostra provincia e la vita delle persone che qui abitano, risolva la questione, avvii un processo che permetta di appurare le responsabilitĆ e i responsabili, senza rischiare di far cadere la lama della prescrizione sui fatti accertati e accertabili.
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