Cronaca

Giornata contro la violenza sulle donne. Niente cerotti per l’anima

Stamattina mi sono svegliata pensando alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Pensavo a tutte le iniziative, le poesie, i flash mod, le mostre, gli spettacoli teatrali e quant’altro in “atto” per il 25 novembre. Una macchina per soldi mostruosa. Le donne che hanno subito violenza non riceveranno neppure un cerotto sull’anima.

bambina-che-ride

Ho aperto gli occhi con il titolo “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” stampato sui pensieri. Domani si “celebra” questo “suffragio”. Quante sono le donne vittima di violenza in Italia? Nel mondo?

Solitamente a questo punto attacco col dire che “tante sono le donne che fanno violenza sui loro uomini e figli” ma, per una volta almeno, voglio dedicarmi solo a loro, alle donne che meritano di essere ricordate nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne ma che dovrebbero essere protette ogni giorno. Inevitabile correre col pensiero a quelle tre donne tenute ostaggio per trent’anni. Una coppia le ha ridotte in schiavitù. Hanno 69, 57 e 30 anni … trent’anni. Ha vissuto solo in quella casa, ha visto il mondo solo da quelle finestre.

Poi penso a Laura ed Antonella, Silvia e Monica. Violentate, abusate, uccise. Hanno avuto la colpa di rappresentare qualcosa che il “maschio” non voleva tra i piedi in quel momento, allora la forza brutale le ha recise dalle loro vite, magari senza toglierle un giorno, ma stritolando la loro anima fino al punto di farle solo esistere, facendole scorrere addosso una vita che non vogliono più.

Sonia, Margherita, Lorenza, loro non hanno titoli sul giornale, non hanno sostegno di nessuno; perché nessuno sa, nessuno deve sapere. Magari è un paesino troppo piccolo e ignorante il loro, o sono troppo fragili contro una potenza fisica, spesso economica che è il compagno o marito.

E la politica? La legge? La cultura?

Tutti lì, fermi su un DDL “femminicidio” che è un sonoro schiaffo alle donne, agli uomini, alla giustizia! Ne parlammo su SenzaBarcode quando Diego Sabatinelli intervistò l’avvocato Valerio Spigarelli (Presidente dell’Unione Camere Penali italiane) e Valentina Morana (Psicologa e Criminologa).  Ne parlai ancora in un articolo, “Dal Femminicidio: civile o anticostituzionale? E le energie alternative?”. Ma se ne parla e si fanno le spillette, i fiocchetti e i manifesti. Intanto le donne muoiono.

La cultura dice che “dobbiamo far cultura, insegnare il rispetto per la donna” Che siamo, animali protetti? Siamo come le foche o l’ermellino? Odio i manifesti appiccicati per la città che ritraggono donne sanguinanti e volti tumefatti, con scritte che incitano alla violenza più d’ogni altra cosa “denuncia anche solo se hai il sospetto“! Ma cosa vogliono ottenere? Donne terrorizzate e menti da manipolare? Qualcuno potrebbe interessarsi a me, alle donne?

Vogliamo poter uscire di casa senza aver paura che qualcuno si approfitti di noi, vogliamo portare i nostri figli al parco senza doverci armare di spray al peperoncino, andare ad una cena con amiche e mettere  anche la gonna corta. Vogliamo poter amare senza il terrore di essere picchiate. Voglio un mondo dove una donna non entra in un locale cercando per prima cosa un’uscita d’emergenza, un telefono e un coltello. Non voglio gli slip antistupro e non voglio che nella “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” ci siano vendita di fiori e spillette! Non mi si venga a raccontare che è per l’auto finanziamento! Quello va bene, ma per i restanti 364 giorni che ci sono in un anno.

Domani no, c’è il sangue di quelle donne sopra e un biglietto da 50 euro non sarà un cerotto sulla nostra anima!

“Tutti i diritti riservati. Non è consentito copiare, modificare o utilizzare altrove questo articolo, né per scopi commerciali né per la trasmissione a terzi senza la nostra previa autorizzazione. E’ possibile copiare le prime 5/10 righe del testo indicando fonte (con link attivo) e autore dell’articolo. Mandare una mail a ufficiostampa@www.senzabarcode.it indicando dove è stato condiviso il pezzo.”

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!