Cronaca

Spring Awakening: intervista ad Albachiara Porcelli

Nel cast di Spring Awakening figura Albachiara Porcelli, un’artista molto giovane, nata nel 1988 e diplomata al Centro Teatro Attivo di Milano e alla Scuola del Musical fondata da Saverio Marconi. Spring rappresenta per Albachiara il debutto teatrale ed in occasione di quest’importante esperienza noi di SenzaBarcode l’abbiamo intervistata.

albachiara porcelliIniziamo parlando del tuo personaggio. Thea è quella che nel suo gruppo possiede il maggior tasso di malizia e presa dalla sua infatuazione per Melchior non fa altro che parlare di lui. Quanto senti vicina ( o distante ) Thea ad Albachiara?

In realtà io e Thea non siamo molto uguali, lei è molto libera nel confidarsi alle sue amiche aprendo a loro il suo cuore, io sono sempre stata molto timida, riservata e impacciata anche con le mie amiche e non mi facevo mai avanti con i ragazzi, scherziamo?! Con il tempo però ho acquisito una vena di malizia che uso per sembrare più sfrontata e meno timida rispetto a quando andavo al liceo…e questa stessa malizia ha contagiato Thea che davanti a Melchior sembra letteralmente sciogliersi e impazzire d’amore per lui.

Tutte le ragazze di Spring sentono crescere dentro di loro la curiosità per il sesso, ma tutte le domande restano senza risposta; così finiscono a sfogarsi con la musica, cantando “My Junk”. E’ stato difficile raggiungere l’intesa giusta con le tue compagne per poter mettere in scena il pezzo al meglio?

Fortunatamente abbiamo vissuto insieme 2/3 workshop prima di allestire lo spettacolo, per cui abbiamo avuto la possibilità di conoscerci ancora prima di conoscere i nostri personaggi. Da qui al gioco ci è voluto poco, soprattutto in una scena divertente come My Junk, in cui abbiamo cercato la smania dei nostri personaggi verso l’altro sesso…l’abbiamo soprannominata la scena “Cioè” perché sembriamo le ragazzine di 15 anni che leggendo Cioè si emozionano davanti alle foto dei loro personaggi preferiti.

Alcuni temi trattati da Spring sono di sicura attualità, basti pensare all’omosessualità e ai maltrattamenti nei confronti delle donne, temi vivi anche in politica. Credi che uno spettacolo come Spring possa assumere un ruolo di denuncia e suscitare nel pubblico le dovute riflessioni?

Io non credo che Spring abbia la pretesa di denunciare gli atteggiamenti giusti o sbagliati della nostra società, ma di sicuro è uno spettacolo che farà riflettere giovani adolescenti e adulti sulle condizioni sociali che ancora oggi ci opprimono. Wedekind ha scritto la pièce ambientandola alla fine dell’800, ma la società di oggi non sembra aver fatto passi avanti; dobbiamo svegliarci e aspirare a un futuro migliore. Spring infatti si conclude con una canzone bellissima “The song of purple summer” che esprime tutta la speranza per una stagione migliore.

E dentro te, che riflessioni ha suscitato? Come ti ha cambiata Spring?

Mi ha ricordato che il dialogo è importante, sia con i genitori che con le amiche; essere curiosi e voler andare al di là delle cose è da persone intelligenti che cercano la verità, senza accontentarsi di risposte superficiali che ci conducono solo ad azioni spesso sbagliate e pericolose.

Che sensazioni provi nel cantare “My Junk” con l’accompagnamento dell’orchestra dal vivo? E il pubblico, quanto può incidere?

Avere la band sul palco ti fa sentire una rockstar e il pubblico lo percepisce perché diventa subito partecipe e non più solo spettatore. Ovviamente i consensi e gli applausi danno una carica maggiore, ci si sente sostenuti e l’energia aumenta. Provate a pensare a quando cantiamo “Totally Fucked”, vedere la gente che batte le mani con noi aumenta la nostra energia!

Parliamo un po’ di te; quando hai letto il contenuto dell’opera, quali sensazioni ti ha suscitato? La conoscevi già o hai incontrato per la prima volta il riadattamento italiano?

Ho letto l’opera di Wedekind durante le mie prime lezioni di recitazione a Milano, e una storia che parlasse di un gruppo di giovani messi da parte da una società che li reprime mi sembrava molto attuale e mi colpì subito, e studiarne le scene mi sembrava come una sfida alla società di oggi. Scoprì più tardi che ne avevano tratto un musical con musiche così dirette e all’avanguardia che completano perfettamente l’opera originale, dando voce alla rabbia dei giovani attraverso il rock.

Come sei entrata a far parte del cast e che tipo di rapporto hai instaurato con i tuoi colleghi?

Mi presentai a Livorno il 13 Febbraio 2012 per il primo provino, fui l’ultima della giornata. Poi mi richiamarono per il primo workshop ad Aprile…e poi per il secondo a Giugno…e poi per il terzo a Settembre. L’ho vissuta fin dall’inizio e ogni volta che tornavo a casa da Livorno era sempre più arricchita di nuove esperienze. Spring mi ha dato degli amici e dei colleghi con cui condividere il palco, ognuno di loro è un’artista a tutti gli effetti e io cerco di apprendere il più possibile da tutti.

Sei felice di affacciarti per la prima volta al teatro con un’opera particolare come Spring? E che futuro vedi per la tua carriera?

Sicuramente Spring è un bel modo di cominciare questo lavoro, è un’opera così ricca con personaggi molto interessanti da studiare, e su questo il regista Emanuele Gamba ci ha aiutato tanto. È un onore ricoprire il ruolo di Thea e spero che questo sia solo l’inizio.

 

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