Nichi Vendola ride con Archinà, alla faccia dei malati dell’Ilva di Taranto
In una telefonata resa nota poche ore fa, Nichi Vendola ride al telefono con Archinà, addetto alle relazioni istituzionali dell‘Ilva di Taranto.
Nella telefonata risalente a luglio del 2010, il governatore della regione Puglia si complimenta con la scelta di Archinà di strappare il microfono dalle mani del giornalista Luigi Abbate, dopo il tentativo dello stesso di ottenere una dichiarazione dell’ormai ex proprietario dell’Ilva, Emilio Riva, sull’atipico incremento di tumori nella zona intorno all’azienda.
Nell’intercettazione Vendola confida al responsabile delle pubbliche relazioni della ditta tarantina, di aver riso per un quarto d’ora con il suo responsabile di gabinetto guardando su youtube il video dell’intervista mancata. Non contento della già triste dichiarazione il segretario di Sinistra Ecologià e Libertà rincara la dose:
… ma poi quella faccia da provocatore, per me che le ho fatte veramente le battaglie per la difesa della vita e della salute. Arriva gente senza arte né parte e si improvvisa… mah!
Ovviamente una risata, per quanto sconveniente, non implica alcuna responsabilità giuridica, ma spero e credo che i tesserati di Sel non possano accettare un comportamento del genere dal segretario del secondo partito italiano di sinistra.
In Italia le dimissioni sono rare ed eccezionali, ma stavolta forse sarebbe il caso che Vendola metta la demagogia spicciola da parte, la smetta di rilasciare dichiarazioni degne dall’Accademia della Crusca e abbandoni il partito e la politica, chiedendo scusa ai suoi elettori, ma soprattutto a tutte le persone che oggi, a causa di imprenditori senza scrupoli, come i Riva appunto e di amministrazioni conniventi, si ritrovano a lottare tra la vita e la morte.
Attualmente Nichi Vendola è indagato insieme ad altre 52 persone nell’inchiesta della Magistratura chiamata “Ambiente Svenduto” perché sospettato di aver insistito con Giorgio Assennato, direttore generale di Arpa Puglia, per ammorbidire il suo atteggiamento nella questione relativa all’Ilva.
Concussione ai danni del direttore di Arpa è quindi l’ipotesi di reato contestata al governatore della Puglia nell’inchiesta che vede i rappresentanti della famiglia Riva indagati per disastro ambientale e sanitario di Taranto.
Su questa triste e ormai nota vicenda Nichi Vendola è ovviamente da considerarsi innocente, fino a prova contraria, ma a mio avviso ben più gravi sono i toni conviviali utilizzati nella telefonata.
Il cronista Abbate non stava parlando di destra o sinistra, ma di vite umane. Chiedeva all’ex direttore dell’Ilva di chiarire la posizione dell’azienda nei confronti dell’incremento dei tumori nella zona.
Un “tutore dell’ambiente”, il governatore di una Regione, un uomo di sinistra, avrebbe dovuto utilizzare ben altri toni con Archinà, avrebbe dovuto richiedere una verifica e avviare un’indagine sul presunto collegamento tra l’Ilva e l’incremento delle malattie in quella zona, non farsi una risata, pesante quanto un macigno, alle spalle di chi a causa della noncuranza della pubblica amministrazione ha perso amici, fratelli, figli o ancor peggio la vita!