Cronaca

ATAC, dai biglietti clonati agli autisti cattivi, passando per la paura.

ATAC è nei guai, l’azienda adesso è nel mirino di tutti e nessuno fa sconti. Adesso che è diventata la sorvegliata numero 1 ci si mettono gli autisti a diventare ladri di rispetto. La follia regna sovrana?

atac mi fai paura

Da un paio di giorni penso ad un articolo da scrivere, ma poi penso “lascia stare, anche loro son persone che lavorano, non fare sempre la rompi pallotas” ma poi, alle 4 del mattino, m’imbatto in un articolo che mi fa venire il disgusto ed il voltastomaco, allora non reggo più!

Roma Today intitola così “Si scende dalle porte centrali” ed è una triste e sporca storia, dell’autista del 301, vettura 3142, ed una donna disabile. Lei chiede all’autista di accostare il più possibile al marciapiede per aiutarla a scendere, lo fa recandosi accanto a lui -impegnato in una telefonata- trascinandosi pesantemente, probabilmente con la cortesia di chi si sente in difetto, che chiede un piacere quasi certamente non per la prima volta, segno che questo autista, fortunatamente, è una spregevole eccezione. Faccio seguire la lettera con la dovuta segnalazione fatta al Corriere della Sera:

Ore 11:15 autobus 301 vettura n. 3142, fermata Cassia/Sesto Miglio. Un’anziana disabile, con evidenti difficoltà nel camminare e sorretta da una stampella (portava gli scarponcini di chi è stato affetto da polio), si avvicina faticosamente al posto di guida e chiede all’autista di accostarsi bene al marciapiede per permetterle di scendere. L’autista sulle prime non risponde perché sta parlando al cellulare. Dopo diversi attimi e l’intervento di altri passeggeri a sostegno delle richieste dell’anziana, risponde sgarbato che deve scendere dalla porta centrale. La signora fa presente che ha grandi difficoltà nel camminare, ma lui irremovibile non cede. La signora lo implora, scoppia in lacrime disperata. Nulla. L’autista chiude le porte e prosegue verso la fermata successiva (Via Cassia/Lucio Cassio). Qui l’anziana singhiozzante, sorretta da un giovane viene accompagnata verso la porta centrale e aiutata a scendere. I passeggeri sono attoniti e urlano il loro sdegno. Non avevo mai assistito in 64 anni ad una manifestazione di tale cinica inciviltà! Ho segnalato (per quel che vale) il fatto all’ufficio reclami dell’Atac

Io non sono anziana e neppure invalida. Qualche tempo fa, autobus 246 direzione Malagrotta, ore 19 circa. Suono per tempo la “fermata” l’autista da un’occhiata veloce a chi lo ha tanto importunato – la scrivente – , forse dall’alto del suo seggiolino non ha visto questa tappa di 1,60; forse ha pensato che qualcuno mi avrebbe dato un passaggio; forse riteneva che potevo anche passeggiare sull’Aurelia -!!!- fatto sta che ha accelerato e tirato dritto. A Malagrotta – capolinea – sono scesa, raggiunta da chi ha anche “osato”  chiedere spiegazioni al signore che ha continuato, facendo pure l’offeso, a sostenere che io non avevo suonato.

Autobus 028 in partenza dalla stazione Aurelia: autista incavolato come una iena. Sta al cellulare, mica con auricolari o bluetooth,  direttamente attaccato al dispositivo. Urla e strepita, era una furia. Si parte  naturalmente in ritardo. Mentre ringhia come un cinghiale abbatte l’interlocutore (si, abbatte verbalmente e chiude la conversazione), chiedo un’informazione e brusco mi risponde:

Non lo so! in questo momento non so niente!

Mi allontano, compone un numero, risponde “pronto, io ora ammazzo qualcuno. Prendo a cazzotti qualcuno e lo ammazzo”

Io, che sono un qualcuno da quelle parti, suono e scendo; voglio restare un qualcuno vivo! Come me fanno gli altri passeggeri.

Stesso giorno, stessa fermata, aspetto nuovamente uno 028: Selva Nera sto arrivando.

La pensilina ATAC che sta sulla Maglianella al civico 71 (come tutta la Maglianella e Via di Brava) è pericolosa. Dopo 20 minuti passati a stringermi verso il muro arriva, è il mio autobus. In ritardo di 15 minuti rispetto al previsto ma fa nulla, è arrivato , lo vedo, ma a 5 metri si ferma e, accostato al suo collega, dice : “o mi raccomando che quelli scrivono! e attento pure alle fermate, falle tutte che sennò scrivono”  – Auto dei vigili a pochi metri, lampeggianti accesi e sirena spenta – .

Entro, timbro il biglietto (sperando che non sia uno di quelli contraffatti dai dirigenti e dipendenti ATAC) e mi accomodo; appena riparte una vampata d’aria gelida! L’autista ha le caldane e viaggia con la porta aperta. La corsa si fa pericolosa, scatto una foto, poi due e tre, lui mi vede, tolgo di mezzo il mio BlackBerry e fingo di godermi il viaggio.

Lui accelera e vedo le auto passare, nessuno si siede accanto alla porta. Non posso scendere, ho accumulato troppo ritardo.

ATAC a me fai paura.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

10 pensieri riguardo “ATAC, dai biglietti clonati agli autisti cattivi, passando per la paura.

  • prevedibile. Ma non si rilasciano interviste per sputare su qualcuno, lo si fa per migliorare quello che non funziona. Che a fine giornate l’autista dell’autobus in una città come Roma sia, quantomeno, nervoso è indubbio. Ma se lei rispetta chi la rispetta che, mi perdoni, sembra tanto uno slogan politic(hicchi)o, allora non si deve lamentare se i vostri utenti vi prendono a pesci in faccia. Detto questo mi vanto di non far parte di alcuna casta, men che meno, quella giornalistica.

  • io rispetto chi porta rispetto!!
    se dalla mattina alla sera veniamo aggrediti il nostro umore non è dei migliori e di conseguenza uno diventa scortese!!
    io non mi nascondo dietro una semplice foto!!se veramente lei pensava che la guida dell’autista della ROMA TPL era scorretto e pericoloso poteva benissimo andare da lui e farglielo presente,magari cazziandolo e sicuramente lo avrebbe capito,ma a voi giornalisti”senza offesa x la sua categoria” andate a nozze con questi articoli!! io non lascio interviste sputtanando l’azienda che mi fa mangiare tutti i mesi mi dispiace anche non funziona come dovrebbe!!
    c’è gente che prende il triplo dello stipendio mio che è incaricata a rispondere delle problematiche!!!
    E il buon funzionamento del trasporto pubblico in una città come Roma è paragonabile al tipo di città stessa!!!
    A buon intenditore poche parole!!

  • Stefano, lei dovrebbe comprendere che noi utenti siamo interessati quanto voi al buon funzionamento dei trasporti. La differenza tra i suoi interventi e quello del suo collega più sopra sono l’esatta fotografia di quello che sta capitando all’ATAC. Non è una questione personale, ma una questione di rispetto: del vostro lavoro e dei soldi degli utenti che vogliono pagare per un servizio che funzioni e non ci metta in pericolo. Propongo anche a le: mi conceda un’intervista, mi dica lei quali sono i problemi, fossero anche (a suo avviso) gli stessi viaggiatori, ci aiuti a capire il vostro punto di vista e ci dia le informazioni che ci mancano. Altrimenti resterà sempre soltanto un utente di internet che “urla” dietro ad un monitor senza aiutare nessuno!

  • tanto se scriveva Roma tpl nessuno c’avrebbe creduto o fatto caso vero??? ma così ci ha messo ancor più in cattiva luce

  • Gentile Stefano aggiungo, per correttezza e completezza d’informazione: Roma Tpl che gestisce la linea in questione 0.28, lavora per conto dell’ATAC.

  • Gentile Stefano, da chi è gestita la linea 028 Urbana Casalotti/Boccea non è importante. Sa perché? Glielo spiego io: il biglietto che si acquista a euro 1,50 è “targato” ATAC, la responsabilità è ATAC!
    La foto l’ho scattata io, che ho poi redatto l’articolo.

  • io volevo solo dire al passeggero che ha scattato la foto del mezzo in corsa con le porte aperte che se è la stessa pubblicata sopra ha toppato alla grande…quell’autobus fa parte del PRIVATO e non di atac semplicemente dal fatto che le nostre vetture non hanno i seggiolini e i corrimano di colore blu…quindi prima di accusare la nostra azienda si informi prima su quale autobus sia salito..e di che colore era la divisa dell’autista!!!!!!!

  • Grazie Alessandro, mi fa molto piacere che sia un diretto interessato ad aver commentato, con estrema educazione ed intelligenza oltre che fornendo ulteriori informazioni, questo articolo. Sono assolutamente certa che ATAC (ma non solo quell’azienda) non fornisce gli strumenti per lavorare al meglio. E non so quanto sia estenuante stare su strade come quelle di Roma ed avere a che fare con la maleducazione e gli umori di tutti! Da quasi due anni utilizzo i mezzi pubblici, non ho mai visto un controllo sui mezzi, mai nessuno mi ha chiesto di esibire il biglietto, non può certo farlo l’autista, come non può fermare il mezzo e mettere a tacere il ragazzino maleducato, o raccogliere bottiglie di birra (personalmente ho raccolto una Corona che si stava per sfasciare come la Becks che era già in mille pezzi). Non credo che voi siate messi nelle condizioni ottimali per lavorare. Ne consegue disservizio per gli utenti e malessere per voi tutti che spesso torna sotto forma di ulteriore disservizio. Mi piacerebbe potervi intervistare, avere la vostra opinione sarebbe un valore per SenzaBarcode.

  • Ciao mi presento sono Alessandro e lavoro presso l’atac come autista, condivido le vostre lamentele, più che giuste sia come passeggero che come autista, inquanto ci sono alcuni colleghi che sono alcune volte un po se non molto scortesi, però ci tengo a puntualizzare che in primo luogo non siamo tutti cosi ma una piccola percentuale, fortunatamente, in secondo la normativa del trasporto prevede, che sia tu invalido o meno, bisogna scendere esclusivamente dalle porte centrali e salire dalle porte poste alle estremità della vettura. Ma visto e considerato che a Roma una cosa del genere non è possibile, inquanto un solo agente di servizio non può far rispettare la normativa ad autobus pieno, allora noi spesso e volentieri apriamo e chiudiamo tutte le porte per agevolare la salita e la discesa dell’utenza. Sarebbe bello, e che sia ben chiaro è un mio pensiero, se l’utenza stessa desse manforte a noi autisti ,visto che ci troviamo nello stesso mezzo,a far rispettare ogni situazione tipo piedi sui sedili, chiasso , gente meno forrunata che sale in maniera pietosa invece di attaccarci l’uno con l’altro la differenza tra l’autista ed il passeggero e solo il posto dove siede. Un abbraccio.

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