Cronaca

Spring Awakening: intervista a Francesca Gamba

Il giovane cast di Spring Awakening è impreziosito dalla presenza di Francesca Gamba, un’attrice esperta con tanto teatro e tanta televisione alle spalle e alle prese questa volta con un’impresa non da poco: interpretare tutte le donne adulte che compaiono nello spettacolo. La sua carriera vanta collaborazioni teatrali con Walter Pagliaro, Nanni Garella, Giancarlo Nanni, Sergio Staino, Armando Pugliese, Antonio Calenda, Jérôme Savary, Giancarlo Cauteruccio e Ruggero Cappuccio e la presenza in film come “Padre Pio” di Michele Placido e “La finestra di fronte” di Ferzan Ozpetek. In occasione della sua nuova avventura con Spring Francesca ha accettato di rispondere a qualche domanda per SenzaBarcode.

franceca gamba

Iniziamo parlando del tuo personaggio, o meglio, dei tuoi personaggi. In Spring Awakening interpreti tutte le donne adulte che compaiono nella storia, ognuna con il suo particolare profilo e con il proprio specifico ruolo. In quali di questi abiti ti sei trovata maggiormente a tuo agio e quale parte, invece, hai fatto più fatica a mettere in scena?

Interpretare diversi ruoli all’interno dello stesso spettacolo non è mai un impresa semplice, specie quando non si fa ricorso a significativi “travestimenti”. Non era, comunque, nelle intenzioni del regista voler “ingannare” il pubblico. Anzi, dichiarare apertamente che tutti i ruoli adulti sono interpretati da 2 soli attori ci aiuta a far sentire ancora più nettamente che sulla scena si stanno fronteggiando 2 schieramenti ben delineati e contrapposti: ragazzi VS adulti.

In questi casi cerco di lavorare sui personaggi individuandone il colore dominante. La mamma di Wendla, la giovane protagonista, col suo carico di ansie e ipocrisie piccolo borghesi è forse il personaggio che ho fatto più fatica a maturare. Mi stava poco simpatico, visto anche l’epilogo tragico a cui ci porta la sua limitata e inconsapevole visione del mondo.

Poi per fortuna c’è la verifica col pubblico e da lì arriva il grande aiuto. Capisci cosa funziona e cosa no , fai i tuoi piccoli ma essenziali cambiamenti e alla fine entri comunque in empatia col personaggio.

La signora Fanny Gabor madre del protagonista Melchior, il giovane eroe romantico, è forse il personaggio più vicino a me. E’ il prototipo della madre liberal, attenta, al passo coi tempi, sicuramente quella che ha anche più strumenti intellettuali ed emotivi per accogliere il figlio. Ma certo, per quanti sforzi faccia è pur sempre immersa nella società di un secolo fa.

I miei personaggi ogni sera scoprono qualcosa. La cosa più affascinante, almeno per me, è proprio che non raggiungo mai una forma definitiva, finale, scolpita nella roccia. Recitare a Trieste non è come farlo a Livorno, devi essere in ascolto col pubblico e così ti accorgi che chi ti sta guardando è sensibile a certi temi piuttosto che ad altri : è un continuo mettere a fuoco il racconto. Senza, ovviamente, tradire la regia!

Insieme a Gianluca Ferrato sei l’interprete più esperta dello spettacolo; essendoti imbattuta in così tante nuove leve, come giudichi la preparazione che questi ragazzi hanno ricevuto? E che futuro vedi per loro? Ti senti di dare qualche consiglio?

Questi giovani attori, per lo più provenienti da scuole di musical, mi sembrano ottimamente preparati. E’ chiaro che sul canto siano fortissimi ma mi stupisce anche il livello della recitazione. E poi sono ragazzi alla continua ricerca di consigli, di aiuto, com’è giusto che sia alla loro età.

Per me, e credo anche per Gianluca, è un piacere seguire con suggerimenti e affetto queste “bombe di energia”. L’unica cosa che mi sento di ricordare a questi ragazzi è che l’esperienza che stanno vivendo con una compagnia come Todo Modo e tutto il gruppo che la compone è qualcosa di RARO e prezioso per generosità e passione. Cosa che ormai capita raramente nel nostro teatro.

Alcuni temi trattati da Spring sono di sicura attualità, basti pensare all’omosessualità e ai maltrattamenti nei confronti delle donne, temi vivi anche in politica. Credi che uno spettacolo come Spring possa assumere un ruolo di denuncia e suscitare nel pubblico le dovute riflessioni?

Assolutamente si! Il teatro può arrivare dove non arriva la notizia data dal telegiornale e ascoltata distrattamente tra una pizza e una discussione in famiglia. In teatro sei seduto, immerso nel buio, concentrato e pronto a ricevere qualcosa che ti divertirà e ti strazierà il cuore.

E dentro te, che riflessioni ha suscitato? Come ti ha cambiata Spring?

Ogni spettacolo suscita riflessioni; la comunicazione intensa che si ha con un gruppo di lavoro durante le prove di uno spettacolo è qualcosa di estremamente potente e liberatorio. Ogni spettacolo lascia tracce, riaccende fuochi sopiti, ti fa arrabbiare e ti pacifica. Nel caso specifico di Spring poi, come madre di due femmine quasi adolescenti, mi ha solo leggermente anticipato delle problematiche che stanno arrivando prepotentemente nel mio quotidiano. Così mi sto allenando a non fare troppi errori!

Spring Awakening è a detta di molti un musical scomodo e difficile da rappresentare per un paese come l’Italia. Data la tua esperienza, quanto ritieni vera questa critica e quale risultato ti aspetti dal tour?

No, non sono d’accordo. Credo che il nostro paese sia prontissimo a ricevere Spring … anzi lo scopriremo affamato di questo”cibo “. Ci sono tanti ragazzi e tanti adulti che chiedono altro al cinema ,alla televisione e anche al teatro. Sono sicura che andrà benissimo e forse potrebbe essere la scintilla per un cambiamento che deve avvenire. I tempi sono maturi.

Una delle novità di Spring è la presenza di un’orchestra dal vivo; quanto può influire questa scelta nelle performance degli attori e nell’apprezzamento dell’opera da parte del pubblico?

La musica dal vivo è fondamentale e irrinunciabile per chi sta in scena e per il pubblico. Certo questo comporta uno sforzo economico enorme per la produzione e per tutti. Ma ogni volta che sto per andare in scena e li vedo alle mie spalle 8 strumenti schierati quasi come guardie del corpo. ..sorrido e penso che essere in questo spettacolo sia un grande privilegio.

Parliamo un po’ di te; quando hai letto il contenuto dell’opera, quali sensazioni ti ha suscitato? La conoscevi già o hai incontrato per la prima volta il riadattamento italiano?

L’opera di Wedekind l’avevo letta molti anni fa. Poi è arrivato il video dello Spring americano ed è stato un amore a prima vista. Certo, l’adattamento degli americani ha ridotto all’osso il testo originale eppure non si è perso niente della carica rivoluzionaria originaria , anzi la musica creata appositamente per Spring enfatizza quanto basta quel palpito primaverile che racconta di tutti noi.

Dopo tanto teatro e tanta tv e sopratutto dopo Spring in che via pensi di indirizzare l a tua carriera?

Ogni volta che ho cercato di “dare un indirizzo “ alla mia carriera è sortito fuori ben poco…perciò ho smesso di fare progetti, nel senso di avere delle aspettative ovviamente. E quando meno te l’aspetti arrivano sorprese come Spring. Di solito le cose belle se ne portano dietro altre … è il circolo virtuoso!

Cosa ne pensi?

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