Cronaca

Spring Awakening: intervista a Paola Fareri

Tra i personaggi di Spring Awakening spicca sicuramente quello di Martha, interpretato da Paola Fareri ed intervistata da noi di SenzaBarcode.

Dopo tanta attesa, finalmente Spring Awakening ha fatto il suo esordio nei teatri italiani, per una tra le opere teatrali più controverse e (quindi) intriganti di sempre. Tra i personaggi del musical spicca sicuramente quello di Martha, interpretato da Paola Fareri. Noi di SenzaBarcode abbiamo intervistato la giovane artista, toccando diversi argomenti riguardanti sia il suo personaggio, sia le esperienze vissute dentro e fuori dal palcoscenico.

Qui la presentazione ufficiale di Spring Awakening.

Prima di parlare direttamente con l’alter-ego teatrale, discutiamo con Paola Fareri. Ci parli un po’ delle tue esperienze nel mondo dello spettacolo? Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera teatrale?
Da che ricordi ho sempre avuto la passione per la musica, da piccolina infatti studiavo pianoforte e verso i 13 anni ho iniziato a prendere delle lezioni di canto presso la scuola di musica “IL PENTAGRAMMA” della mia città, Bari. Ma è stato dopo aver visto “Pinocchio il grande musical” ed essermene innamorata che ho deciso di impegnare tempo ed energie in ciò che era diventato per me l’obiettivo principale: poter un giorno calcare quei palcoscenici e lavorare con alcuni dei grandi artisti che seguivo con ammirazione a teatro e grazie a Spring Awakening e ad America il Musical l’ho finalmente realizzato. Per quanto riguarda la mia carriera sono attualmente impegnata con entrambi i musical citati prima anche se in questo campo sono una “novellina”,per questo cerco d’imparare da tutti i miei colleghi con più esperienza di me che dal canto loro mi coccolano e aiutano moltissimo e che ringrazio.

Spring Awakening rappresenta sicuramente un punto di rottura tra la vecchia e la scuola teatrale del futuro, per tematiche trattate e realizzazione tecnica direttamente sul palco. Quali sensazioni ti sta trasmettendo quest’esperienza, sul punto di vista professionale e sentimentale?
Spring Awakening rappresenta sicuramente qualcosa di mai visto in Italia (e lo dico con cognizione di causa avendo seguito quasi tutti i musical prodotti nel nostro paese) per questo mi sento molto fortunata nel poter dar voce ad uno dei personaggi ma anche in ansia per come il pubblico italiano potrà accogliere qualcosa di così irriverente (in accezione positiva ovviamente) e distante dai family show che siamo abituati a vedere. E’ per me una grande occasione dal punto di vista professionale, i teatri che ci accoglieranno sono bellissimi e i nostri obiettivi ben chiari. Magari qualcuno tornerà a casa con una riflessione o forse no,ma noi ci avremo provato. Dal punto di vista sentimentale invece sono molto legata alle canzoni dello spettacolo e quando tutte le nostre voci armonizzano insieme penso che non avrei potuto desiderare di meglio.

Adesso parliamo di Martha. Nonostante i personaggi di Spring Awakening siano stati posti su un vero e proprio “palcoscenico di vita” turbato e tormentato, il tuo fa sicuramente caso a sé. L’argomento “stupro” viene trattato come tabù, e in un’opera teatrale, ciò si configura come una denuncia ancora più forte. Come ti senti nell’interpretare un personaggio con tali turbe?
Martha è una grande anzi immensa sfida. Ogni volta che finisce la scena dei professori che precede quella dove confesso alle amiche di subire violenza iniziano a tremarmi le gambe dietro le quinte. E’ una grande responsabilità ed è stato e continua ad essere per me molto difficile interpretare la sua fragilità, fortunatamente Emanuele Gamba (il nostro regista) e Stefano Brondi (il nostro direttore musicale) mi hanno aiutato molto in questo ma il lavoro più grande è toccato a me nel cercare una qualche relazione con questo personaggio stando ben attenta a non farmi male.

Quanto ti sei immedesimata in Martha? Quali consigli ti sentiresti di dare alle ragazze che vivono la stessa, traumatica situazione vissuta dal tuo alter-ego teatrale?
Come dicevo prima all’inizio è stato difficile perché finivo di cantare “The Dark I Know Well” in lacrime e restavo turbata per ore. Poi col tempo ho imparato a gestire questi sentimenti e la rabbia che mi portava questa canzone e a canalizzare meglio l’energia senza immedesimarmi troppo. Consigli? Ecco la cosa che mi spaventa di più. Ciò che ho capito anche grazie alle mie colleghe è che tutte noi siamo diverse e reagiamo alle situazioni della vita in maniera diversa. Vorrei dire a tutte quelle ragazze che vivono questa terribile realtà di cercare dentro di loro la forza, e non mi riferisco solo alla forza di denunciare le violenze ma alla forza di amarvi e rispettarvi che gli altri non hanno nei vostri confronti e di DESIDERARE una vita serena. Tutte noi la meritiamo. E ultima cosa ancora più importante,se non riuscite ad aiutarvi da sole parlatene, sfogatevi, tendete la mano…prima o poi qualcuno l’afferrerà e vi trascinerà fuori, alla luce. Fidatevi e affidatevi agli altri perché non sono tutti uguali e perché meritate di essere felici. Vi abbraccio

Abbiamo parlato prima del passato, poi del presente, ora affacciamoci verso il futuro: quali sono i progetti che potresti intraprendere dopo l’esperienza con Spring Awakening?
I sogni nel cassetto sono ancora tanti, per scaramanzia meglio non svelarli :),  ma accoglierò volentieri tutto ciò che il futuro mi offrirà. Se sarà generoso come lo è stato finora non potrò che esserne felice.

Giuseppe Senese

Sono un laureando in Scienze e Tecnologie Informatiche, che nutre anche numerose passioni come la musica, il cinema e il calcio. Adoro il Rock Progressivo degli anni 70' (soprattutto quello britannico e quello italiano) e sono un tifoso sfegatato del Napoli.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!