Ritorno al passato: Forza Italia, Alleanza Nazionale e Bossi alla Lega Nord
Svegliarsi una mattina di ottobre 2013 e ritrovarsi catapultati nel passato, al 1993 precisamente. Forza Italia sta per essere ricostituita, Alleanza Nazionale rinasce e cerca di ritrovare tutti i suoi elettori di destra e Bossi parla di un possibile ritorno a leader della Lega Nord.
Mia nonna diceva di non buttare mai via niente, perché la storia è ciclica e tutto ritorna. Anche stavolta devo arrendermi alla saggezza popolare.
Io nel 1993 non avevo ancora dieci anni, ma ricordo perfettamente come Berlusconi, il Cavaliere, bombardasse le trasmissioni Fininvest -Mediaset sarebbe nata più tardi- con la sua campagna elettorale da uomo per bene, padre di famiglia sempre in giacca e cravatta, lavoratore che si è fatto da solo, imprenditore amico del popolo e della classe operaia. Tra un cartone animato e l’altro c’era solo la sua faccia sorridente a farci compagnia. Ricordo anche come Fini fosse fiero di essere definito “uno degli ultimi fasci” -ancora non era stato in Israele e non aveva chiesto scusa davanti al Muro del Pianto- ed infine, e questo è il ricordo più triste, nella mia testa è ancora vivo il primo anno di vita del partito della Lega Nord. All’epoca i leghisti, con Bossi in prima fila, non parlavano di extracomunitari ma di terroni ruba lavoro ed evasori fiscali -col senno di poi fa ridere pensare che il bue chiami sempre l’asino cornuto-
Ora, a distanza di venti lunghi anni una destra bruciata dalla vicende personali di Berlusconi, distrutta al suo interno da chi prova a salvare un po’ la faccia e un po’ la poltrona cerca di ripartire ritornando al periodo più brutto, al post tangentopoli, alla discesa in campo del Cavaliere. Un Fini troppo tiepido, che senza troppa convinzione, ha deciso di contrastare il leader del Popolo delle Libertà solo quando era ormai ovvio che la sua presenza non era che una mero amo per gli elettori di estrema destra, prova a ritornare ad Alleanza Nazionale, sperando nella nostalgia dei “camerati”. Un Bossi invecchiato, malato, stanco e minato nella sua autorità dal giovane Maroni, prova a riprendere le redini della sua creatura, ora che di terroni, extracomunitari e “negri” l’Italia ne è piena.
La sinistra in tutto ciò che fa?
Come al solito sta a guardare e festeggia, perché se Berlusconi avesse realmente deciso di abbandonare la scena politica italiana si sarebbe dovuto correre ai ripari, creare un vero programma elettorale e ricordarsi sì degli anni d’oro, quelli in cui essere esponente di sinistra comportava un peso non indifferente, un’attenzione ai bisogni del popolo, dei poveri, degli ultimi.