Politica

Ignazio Marino, Sindaco di Roma da 124 giorni e altri numeri

Il 12 giugno 2013, Ignazio Marino, conquista la fascia tricolore e manda a casa Gianni Alemanno, il Pd è in campidoglio, sono stati i romani a volerlo. Che sia stato il programma dell’ex senatore o la cartellonistica accattivante o la sfiducia nell’ex sindaco poco importa; ha vinto lui.

Oggi è il 14 ottobre, sono passati 124 giorni e Ignazio Marino è riuscito a far parlare di numeri, tanti numeri. La mezzanotte e passata da un pezzo e pensavo a come l’estate è volata via velocemente, a Roma l’autunno avanza rapido, l’aria è cambiata, i temporali si susseguono, il Tevere è agitato e il Campidoglio ha qualche cigolio. 

Pochi giorni fa Francesco Merlo ha descritto, su Repubblica, i 124 giorni di Ignazio Marino così:

In un solo colpo ha ridicolizzato l’Arma dei Carabinieri, il Corpo dei Vigili urbani, il diritto amministrativo, la sapienza giuridica del capo di gabinetto, e per finire anche la parola curriculum, ossessione di Marino, di Beppe Grillo e dei grillini, parola sulla quale pedala più che sulla sua stucchevole bicicletta

Per quanto riguarda la pedonalizzazione dei fori imperiali Ignazio Marino ha attratto su di se le ire di molti. In realtà si tratta di una sola corsia di poche centinaia di metri, l’altra è da tempo dedicata ai soli mezzi pubblici, taxi e auto blu; si tratta di una corsia di poche centinaia di metri dedicata anch’essa. Da luglio si hanno le prime proteste, le agitazioni e le manifestazioni dimostravano i malumori; il 13 settembre ancora centinaia tra commercianti e cittadini della zona erano in piazza, il titolo era Protesta contro la finta pedonalizzazione dei Fori Imperiali. A luglio, sui giornali si consumava inchiostro sulla proposta dell’aumento dei ticket parcheggi, sino ad 1,50 euro l’ora, l’abolizione sia degli abbonamenti giornalieri sia del parcheggio gratis per i residenti in via Cola di Rienzo e viale Libia. Per la sola festa di inaugurazione della pedonalizzazione, inteso come la sola serata del 3 agosto, sono stati spesi poco meno di 200 mila euro. (Voci spesa presentate da affaritalini.it)

LArma dei Carabinieri e il Corpo dei Vigili Urbani vengo coinvolti dal sindaco in un solo colpo con Oreste Liporace, ufficiale dei Carabinieri con tre lauree, attestati e onori, ultra qualificato per moltissimi ruoli ma non per il comando dei Vigili Urbani di Roma. Facciamo un passo indietro: a luglio era Carlo Buttarelli il capo della Polizia di Roma Capitale, dissapori con lo stesso fasciato tricolore, lo portano alle dimissioni; per 86 giorni viene sostituito da Donatella Scafati poi, dopo la selezione di 99 curricula, Ignazio Marino sceglie Liporace, ma non va bene! Non ha i requisiti che lo stesso Campidoglio ha richiesto, nell’avviso firmato dalla direttrice delle Risorse Umane Antonella Caprioli si legge “è richiesto di essere in possesso di comprovata esperienza, almeno quinquennale, maturata in ruoli dirigenziali nell’ambito di organizzazioni complesse o enti pubblici” Liporace aveva, fino al gennaio 2013, il grado di tenente colonnello,  nel decreto legislativo 66/2010, è equiparato a vicequestore aggiunto, al di sotto di un dirigente pubblico.  Si apre una bagarre, perché cercare all’esterno se nel corpo ci sono validi e meritevoli?

Il Corpo è in “allerta”; Franco Cirulli della Uil al termine di un’assemblea dichiara “Siamo in stato di allerta. Vogliamo capire qual è il progetto sulla Municipale. E soprattutto vogliamo che il sindaco Ignazio Marino ci indichi delle priorità”. La dichiarazione è del 13 ottobre ed è l’ennesima assemblea, solo qualche settimana prima i Vigili del I gruppo si sono ritrovati per due ore, hanno letteralmente paralizzato Roma. La Capitale ha bisogno di loro, che non si occupano solo di dirigere il traffico ma anche di anti-prostituzione e sfratti degli abusivi ad esempio, mansioni che minacciano di sospendere. Liporace fa un passo indietro e il Sindaco ha puntato tutto sul super poliziotto Raffaele Clemente. Arriva dall’anticrimine della polizia, già capo della sala operativa della Questura di Roma e Ignazio Marino dichiara “Abbiamo la delibera di giunta di 30 minuti fa che indica il contratto per 3 anni: Il suo stipendio lordo sarà di 146.510 euro” e sul caso Liporace “non sono stati errori di metodo ma di procedura”. I caschi bianchi sono sempre in allerta ma credo, e questa è una considerazione del tutto personale, che non abbiano per nulla gradito l’assenza del sindaco alla festa del 143° anniversario del Corpo. Presenzia alla festa solo Donatella Scafati, interrogata sulla illustre assenza dichiara “Il sindaco? Non è venuto, ma forse aveva altri impegni”

C’è anche assuntopoli e ci sono altri numeri: 75 nomi per uno staff che pesa sulle vuote casse la bellezza di 4.624.614 euro. Solo qualche nome, Luigi Fucito capo di gabinetto, ex funzionario del Senato 79 mila euro annui, Silvia Decina, al tempo segretaria di Veltroni torna con uno stipendio di 142 mila euro, Mattia Stella, ghost writer della campagna elettorale per 78 mila euro, personalmente sono molto invidiosa di Marco Girella, capo ufficio stampa per 170mila euro annui ed altri per l’ammontare su citato. Qui accanto trovate la tabella pubblicata da Repubblica che riporta tutti i 75 “chiamati”

Queste spese su una Roma piegata, una città che brama una vera “norma salva Roma” per un buco di 867 milioni di euro. Tagli, vendita d’immobili, fondi regionali e SOS lanciati allo Stato, qualcosa o qualcuno deve aiutare Roma a non fallire, del tutto. L’otto ottobre il sindaco della capitale d’Italia, una delle città più belle del mondo, ha incontrato il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni e c’è stato un ulteriore passo avanti, costruita la legge di stabilità si dovrebbero spostare 4 o 500 milioni (cifra da definire). Il debito per la verità si accumula già da prima dell’arrivo di Gianni Alemanno, ora si deve cercare di sanarlo e non di aprire una voragine infinita.

Ignazio Marino ha ereditato una città che ha assoluto bisogno di politica, di attività di bonifica, di pulizia e Polizia. Roma è La Città e non la si può “prendere” con leggerezza, non è una passeggiata anche se la cornice dei Fori (pedonalizzati veramente o no) la rende splendida.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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