Florida: annullata la condanna a morte di Anthony Farina
30 settembre 2013: la Corte d’Appello dell’11° Circuito ha annullato la condanna a morte di Anthony Farina, come aveva chiesto lo scorso anno Nessuno tocchi Caino.
Anthony Farina, 29 anni, bianco, la cui famiglia è originaria di Santo Stefano di Camastra (Messina) aveva 18 anni nel 1992 quando, insieme al fratello sedicenne Jeffrey, rapinò un fast food a Daytona Beach, in Florida. Il fratello sparò e uccise una dipendente, ma essendo minorenne all’epoca dei fatti la sua pena è stata tramutata in ergastolo, con la possibilità di ottenere la libertà condizionata dopo 25 anni. Anthony, invece, pur non avendo materialmente commesso l’omicidio, si è ritrovato condannato alla pena capitale dopo un processo in cui il pubblico ministero, invocando la Bibbia, si era proclamato “agente di Dio”.
Il caso ha visto la mobilitazione anche dell’organizzazione “Americani Uniti per la Separazione tra Stato e Chiesa” e di una coalizione di gruppi religiosi americani contrari alle affermazioni del Pubblico Ministero di essere “servo di Dio” e “ strumento di punizione divina”.
In Europa il caso è stato seguito da Nessuno tocchi Caino, Reprieve e la Comunità di Sant’Egidio. La condanna a morte è stata annullata “per inadeguata assistenza legale”. Più precisamente la corte federale ha riconosciuto che è stato violato l’8° Emendamento quando il rappresentante della pubblica accusa, nel rivolgersi ai giurati popolari, ha fatto riferimenti religiosi. “I tribunali hanno da tempo riconosciuto che l’Ottavo Emendamento porta in sé la necessità molto accresciuta che i giurati popolari siano perfettamente consapevoli della terribile responsabilità dello scegliere la morte come punizione appropriata in un caso specifico”.
La Corte ha stabilito che l’aver dato l’idea ai giurati popolari di essere in accordo con i precetti religiosi “ha diminuito il senso di responsabilità che invece i giurati devono sentire in pieno”.
Uno dei difensori, Colter Paulson, ha commentato la sentenza notando che per la Pubblica Accusa non sarà facile ottenere una nuova condanna a morte. Da un punto di vista “tecnico”, la sentenza odierna è “per curiam” e “unpublished” (non resa pubblica), il che significa che contro questa sentenza la pubblica accusa avrà difficoltà ad ottenere il riesame da parte del plenum della Corte d’Appello dell’11° Circuito o da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti.