Greenpeace, per i cinque attivisti l’accusa è pirateria
Sono cinque gli attivisti di Greenpeace incriminati con l’accusa di pirateria dal tribunale di Murmansk, in Russia, dopo aver partecipato alla protesta del 18 settembre scorso contro le trivellazioni nell’Artico. A renderlo noto è la stessa organizzazione ambientalista su Twitter, che parla di accuse “infondate” e denuncia la mossa degli inquirenti. I cinque sono il cameraman freelance britannico Kieron Bryan, l’attivista brasiliana Ana Paula Alminhana, il russo, Roman Dolgov, che è tra i portavoce di Greenpeace, l’americano-svedese, Dima Litvinov, e la finlandese, Sini Saarela. Il reato di pirateria in Russia prevede una pena dai 10 ai 15 anni di detenzione.
“L’accusa di pirateria è rivolta a uomini e donne il cui unico crimine è quello di avere una coscienza. Questo è assolutamente scandaloso e mina alla base i principi della protesta pacifica. Assurdo qualificare gli attivisti come pirati, vogliono solo intimidirci e farci tacere, ma non desisteremo” afferma Kumi Naidoo, direttore di Greenpeace International. “Si tratta della minaccia più seria all’operato pacifico di Greenpeace da quando gli agenti dei Servizi Segreti francesi misero una bomba sulla Rainbow Warrior uccidendo il nostro collega, il fotografo Fernando Pereira, perché ci opponevamo ai test atomici francesi nel Pacifico. Trent’anni anni dopo gli attivisti dell’Arctic Sunrise si oppongono questa volta alla potente industria del petrolio e per questo potrebbero dover passare anni nelle prigioni russe” continua Naidoo.
Gli attivisti dell’Arctic Sunrise hanno protestato contro la piattaforma della Gazprom per attirare l’attenzione sulla lenta ma inesorabile distruzione dell’Artico. Il ghiaccio si sta sciogliendo e le compagnie petrolifere si spostano a nord per estrarre quei combustibili fossili che contribuiscono alla fusione dei ghiacci. Greenpeace ha diffuso le foto del momento in cui i servizi speciali russi sono sbarcati dall’elicottero sul ponte dell’Arctic Sunrise, armi in pugno, sequestrando la nave. Le foto mostrano le mano alzate degli attivisti di Greenpeace che non fanno alcuna resistenza.
La scorsa settimana lo stesso presidente Putin ha affermato pubblicamente che “chiaramente questi uomini non sono pirati”. A chiedere la liberazione degli attivisti sono al momento oltre un milione di persone nel mondo grazie alla petizione lanciata da Greenpeace. Tra i firmatari anche il Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel, l’attore Ewan McGregor e organizzazioni come Amnesty International, Human Rights Watch.