Roma tra devastazione e abbattimento. Radicali ecologisti al Tavolo con il Comune
Contro il taglio degli alberi secolari e la devastazione del Verde storico: Radicali Ecologisti chiede il rispetto dei vincoli e delle previsioni di PRG.
Domani saremo presenti al Tavolo con Comune e Metro C.
Per sabato 5 ottobre mobilitazione nonviolenta.
Riceviamo da Fabrizio Cianci, Segretario Radicali Ecologisti, un articolo inedito per SenzaBarcode e felicemente pubblichiamo.
Roma non avrebbe potuto festeggiare nel peggiore dei modi il suo 143° anniversario di Capitale d’Italia. All’alba di venerdì 20 settembre, le motoseghe si sono abbattute sugli alberi storici di Via Sannio. Un intero viale, alberato nel 1910 è stato spazzato via per sempre, rendendo quasi irriconoscibile anche il panorama di Piazza San Giovanni in Laterano.
Lunedì 23 settembre è stata la volta di Piazzale Ipponio: anche qui, motoseghe in azione per abbattere altri alberi secolari. Dopo ripetute sollecitazioni, preso atto della sordità dell’Amministrazione, abbiamo organizzato un’azione di disobbedienza civile: occupato il cantiere, ci siamo incatenati agli alberi, bloccando gli abbattimenti per diverse ore.
Decine di alberi secolari sono già stati abbattuti per far posto ai cantieri del Metro C (tratta T3), altrettanti dovrebbero sparire. Tutto questo in sfregio a quel Tavolo di concertazione tra Comune, Metro C e Cittadini convocato per il 2 ottobre proprio per valutare soluzioni meno impattanti ed evitare il taglio degli alberi secolari. Il Comune prima taglia e poi vuole dialogare?
In realtà, in questo caso, le responsabilità maggiori ricadono sul VII Municipio (ex municipi IX e X) che ha presentato un progetto scellerato di abbattimenti pur di non spostare temporaneamente il mercato di Via Sannio e rivedere le concessioni degli impianti sportivi: ma, si sa, gli alberi non votano.
Per queste ragioni abbiamo parlato più volte di blitz vandalici compiuti di un’Amministrazione che si è fatta eleggere proprio in nome della “legalità e dei beni comuni” e che, invece, ha preferito distruggere un patrimonio tutelato per legge per proteggere i soliti interessi consolidati. Tuttavia, ci teniamo a precisare che quello che sta sparendo non sono soltanto alberi.
Si stanno infatti cancellando definitivamente pagine di storia della Città eterna, calpestando legalità e democrazia.
L’impianto verde compreso tra Via Sannio e Piazzale Metronio che dovrebbe essere raso al suolo per far posto ai cantieri e, successivamente, da ulteriori cementificazioni (le chiamano “sistemazioni”) è stato progettato da Sanjust di Teulada, l’ingegnere urbanista chiamato dal sindaco radicale Ernesto Nathan per redigere il Piano regolatore del 1909. Proprio quel Piano regolatore istituiva un parco circolare lungo tutto il perimetro delle Mura Aureliane che completava il progetto delle passeggiate e dei parchi archeologici dei Fori, Caracalla, Aventino.
Con il nuovo PRG, si riconosce al tratto Sannio – Metronio, che è uno degli ultimi scampoli del parco perimetrale delle Mura, un valore strategico ambientale e archeologico. Proprio qui è previsto un ambito di valorizzazione con la sistemazione di un parco lineare, la tutela delle alberature esistenti, oltre che una densificazione delle essenze arboree.
In tal senso, la nostra domanda all’attuale Amministrazione comunale è la seguente: esiste ancora un Piano Regolatore a Roma? Vorremmo anche chiedere al Comune se ha mai sentito parlare dell’articolo 21, comma 15 DM Beni Culturali che impone una fascia di rispetto integrale di 20 metri lungo tutto il perimetro delle Mura, vincoli peraltro ampliati dal Piano Paesistico della Regione Lazio. Insieme agli alberi, cominciamo a preoccuparci seriamente anche dei beni archeologici e architettonici, nonché dei possibili danni che i cantieri potrebbero arrecare alle Mura Aureliane, oltre che alla Basilica di Massenzio, a Santo Stefano Rotondo.
Ma, se la situazione del quadrante San Giovanni appare gravissima, il vero colpo riguarda la zona dei Fori e, in particolare, la rinascimentale Villa Rivaldi.
Già mutilata nel 1932, con l’apertura di Via dei Fori Imperiali il giardino fu distrutto quasi per intero. Oggi, quel poco che rimane, rischia di essere cancellato per far posto ad un cantiere logistico.
La Villa che è un giardino storico tutelato dal Codice dei beni Culturali e del Paesaggio, nonché dalla Carta Internazionale dei Giardini Storici di Firenze è uno spazio verde che ricade nella componente primaria della “Città storica”; qui gli unici interventi ammessi sono finalizzati a “conservazione e valorizzazione”.
La Villa inoltre ricade all’interno del Centro archeologico monumentale (CAM). Per questa parte di città, il PRG dispone niente meno che un Ambito di pianificazione strategica (“Parco dei Fori e dell’Appia antica”) prevedendo particolare attenzione alla tutela e al potenziamento del verde.
Ci chiediamo se sia concepibile in Paese civile abbattere alberi, spianare e cementare un giardino rinascimentale, nonché abbattere il verde storico all’interno dei Fori, per far posto alle casette degli operai, ai parcheggi e ai magazzini di un cantiere logistico, per un’opera pubblica sulla quale non vi è certezza né tecnica, né finanziaria e sulla quale la stessa Corte dei Conti ha formulato rilievi negativi circa i costi/benefici.
Ci chiediamo, inoltre, se sia tollerabile in uno Stato di diritto che l’Amministrazione agisca al di fuori di regole (PRG, PTPR, vincoli) che essa stessa si è data. Ci chiediamo anche se esista ancora un Assessorato all’Urbanistica in Regione Lazio.
Occorre parlare ai cittadini con un linguaggio di verità: oggi si spazza via un patrimonio storico, ambientale, artistico per quel salto nel buio che si chiama T3 della Metro C.
Mentre risulta sempre più chiara la non fattibilità del progetto (dubbia la possibilità della fermata Venezia, mentre Argentina è stata già soppressa e la stessa sorte potrebbe toccare a Chiesa Nuova) abbiamo la certezza che potrebbe avanzare il deserto là dove oggi ammiriamo alberi e giardini storici. Quindi, rigettiamo ogni accusa di esser contrari alla Metro C: è contrario chi ha progettato (male) l’opera.
Radicali Ecologisti parteciperà domani 2 ottobre al Tavolo con il Comune e Metro C. In quella sede avanzeremo dubbi e proposte, mentre lanciamo sin da subito una giornata di mobilitazione nazionale per sabato 5 ottobre. In occasione della Giornata Internazionale della Nonviolenza e il 144° anniversario dalla nascita di Mahatma Gandhi, Radicali Ecologisti lancia un digiuno contro l’abbattimento degli alberi secolari di Roma e di tutte le città d’Italia per fermare la violenza del cemento e della speculazione contro gli alberi, bene comune e fondamento della vita umana e animale sulla Terra. Seguite questo link per tutte le info dell’evento
“La vera arte consiste nell’imparare dalla natura, senza lottare contro di essa”
(Mahatma Gandhi)