Cronaca

Intervista a Martino Scialpi, il tredicista che non ha mai vinto

Più di trent’anni di lotta per una vincita al Totocalcio contestata, ma giudicata regolare: Martino Scialpi non ha ancora ricevuto la sua vincita in denaro, nonostante anni di ricorsi e carte bollate. Noi di SenzaBarcode.it l’abbiamo intervistato in esclusiva, riportando nuove, inquietanti sfumature sulla vicenda.

Martino ScialpiUna storia pressoché paradossale, che evidenzia ancora una volta la difficile situazione burocratica che vige nel nostro paese. Martino Scialpi centrò un clamoroso tredici al Totocalcio nel lontano 1981, ma il CONI non gli ha mai voluto ufficializzare tale vincita. Il Sig. Scialpi lottò per anni al fine di fare giustizia, ma tutt’oggi nessuna risposta. Un nuovo atto del tredicista è stato di recente presentato dal suo legale, l’avvocato Boccia, e siamo in attesa di nuovi esiti sulla vicenda. In merito a questa incredibile storia, abbiamo intervistato direttamente il Sig. Scialpi, il quale ci ha rivelato clamorosi retroscena sulla vicenda.

1) Partiamo dall’inizio: il 13 ottobre del 1981 Lei centra il tredici vincente, andando ad aggiudicarsi una cifra che le avrebbe certamente cambiato la vita. Arriva il momento della riscossione della vincita, e da lì parte la nostra triste storia: cosa succede in quel preciso frangente? Perché la sua giocata è stata contestata?

La giocata l’ho fatto il 1° ottobre 1981 in una ricevitoria di Ginosa. Il martedì 3 ottobre acquisto il Quotidiano per verificare la vincita. Amara sorpresa: in Puglia non era stato registrato nessun 13 al totocalcio nella domenica precedente. Così vado in una banca, parlo con il direttore il quale mi consiglia di depositare presso un notaio la schedina e con una fotocopia della stessa andare a Bari, alla sede regionale del CONI, per verificare la situazione. Quando arrivai a Bari, sotto la sede del CONI c’era un sacco di gente che reclamava vincite. Ho visto scene davvero incredibili. C’erano i buttafuori che prendevano le persone e le cacciavano via. Comunque, chiedo di poter parlare con il direttore, il sig. De Vivo, e vengo ricevuto. Il direttore De Vivo ha riconosciuto la validità della vincita anche se non risultava alla sua organizzazione. Così mi consigliò di presentare ricorso, con una spesa di 500 lire. Mi sono rivolto ad un avvocato, Renato Casavola di Martina Franca, che il 5 novembre 1981 ha presentato il ricorso per richiedere il riconoscimento della vincita. Qualche giorno dopo, l’11/11/1981, è arrivata la risposta del Coni in cui c’era scritto che la schedina vincente non era giunta all’archivio corazzato di Bari. Nel frattempo e precisamente il 2/11/1981, come abbiamo scoperto nel corso dei processi che ho subito, la titolare della ricevitoria di Ginosa aveva denunciato lo smarrimento della matrice e dello spoglio della mia schedina. Il 12/11/1981 la titolare della ricevitoria mi denuncia per minacce e istigazione alla corruzione, perché mi ero recato presso la stessa per cercare di capire cosa stesse succedendo e perché la matrice e lo spoglio non fossero giunti a Bari. Il giorno successivo, il 13/11/1981 mi reco nuovamente in ricevitoria accompagnato dall’avv. Casavola e qui vengo prelevato dai Carabinieri che ci portano in Caserma e ci fanno restare oltre 4 ore, subendo interrogatori vari. Verso le 21,15 siamo stati rilasciati ricevendo le scuse anche di un Capitano che era giunto da Bari per presentare il rammarico dell’Arma per il trattamento che avevamo subito. È stato avviato così il primo processo penale a mio carico il 16 novembre 1981. Il giorno precedente, il 15/11/1981 è partito il processo civile contro il Coni per chiedere il pagamento della vincita. Il processo penale si conclude il 14/16/1982 perché il fatto non sussiste.

2) Ricorsi in tribunale, sentenze, verdetti: Ci racconti meglio la sua storia. Quale percorso ha intrapreso per far Sua la vincita?

La storia è davvero lunga. Non è facile raccontare 32 anni di processi, in cui ci sono stati 31 processi definitivi con sentenza e 15 pendenti, di cui 13 penali e 2 civili. Per sintetizzare posso dire che mi sono dovuto difendere dall’accusa di truffa allo Stato e di sottrazione della schedina e chiedere alla magistratura di riconoscere la mia vincita per ottenere la riscossione del premio. Dalle accuse in sede penale, per cui ho dovuto sostenere due processi, sono stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”. Né per il reato di truffa allo Stato né per quello di sottrazione della schedina. Tutto basato su documenti falsi. Il secondo processo penale a mio carico, con l’accusa di sottrazione della schedina in cui la parte civile è rappresentata dal Coni, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Guardia di Finanza, si conclude il 10 febbraio 1987 e nello stesso processo il giudice riconosce valida e legittima la mia giocata. Con questa assoluzione con formula piena viene riconosciuto il mio diritto alla vincita e mi viene restituita la schedina.

3) La Sua battaglia dura da oltre trent’anni: ha conosciuto altre persone che si sono ritrovate nella sua stessa situazione?

Ho incontrato parecchie persone che mi hanno raccontato le loro disavventure con il Coni, ma nessuno che come me si difende e combatte per vie giuridiche da 32 anni.

4) La Sua storia ha testimoniato, per l’ennesima volta, la lentezza degli iter burocratici nel nostro paese. Quali sono, secondo Lei, le misure da adottare per migliorare quest’aspetto della nostra politica?

Sulla base della mia esperienza posso testimoniare che si dovrebbero accorciare i tempi su queste dinamiche. Ma il mio caso è particolare in quanto sono capitato al centro di una vicenda che potrebbe scoperchiare verità da tenere nascoste. Altrimenti non mi potrei spiegare perché tanto accanimento

5) Ultima domanda: quali consigli dà alle persone che si ritrovano nella Sua stessa situazione?

Spero che non capiti a nessuno, perché è una situazione sfiancante e deprimente. Ma è una questione di giustizia.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!