Regione Lombardia, un milione di euro ai genitori separati
Con un’iniziativa proveniente dal vice segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini e dell’assessore al Welfare Maria Cristina Cantù, la Regione Lombardia ha teso una mano nei confronti dei genitori separati con figli minori a carico.
Stanziando un milione di euro la Regione si fa carico dei cosiddetti “nuovi poveri”, genitori che spesso, a causa delle separazioni e dei divorzi, si ritrovano costretti a versare sostanziosi assegni di mantenimento nei confronti dell’ex partner. Dal 15 luglio è possibile recarsi presso i consultori presenti nell’ASL di residenza e fare domanda. I requisiti per ottenere l’emolumento sono la separazione legale in corso da non più di 3 anni ed un redditto ISEE che non superi i 12000 euro annui; è necessario, inoltre, essere residenti in Lombardia da almeno 5 anni. Nel caso di redditi ISEE superiori al tetto massimo è possibile ottenere comunque lo stanziamento, ma solo in casi eccezionali legati alla perdita del posto di lavoro e giudicati dall’ASL competente. La cifra destinata ad ogni richiedente che possegga i requisiti legali è di 400 euro mensili per un totale di 6 mesi, con una cifra complessiva che non superi i 2400 euro a candidato.
Queste le parole con cui Matteo Salvini accompagna la delibera del provvedimento: “Entro dicembre 2013 abbiamo deciso di aiutare oltre 500 persone. I soldi della Regione devono rappresentare un sostegno per quei genitori separati che non riescono a pagare le tasse, l’affitto, le spese in genere e che non hanno un luogo nel quale poter incontrare i propri figli”.
Il provvedimento non contiene soltanto lo stanziamento dei fondi per la separazione, ma mira anche a potenziare l’attività dei consultori, garantendo al loro interno spazi in cui i soggetti in difficoltà a causa di lunghe e traumatiche separazioni possano trovare sostegno, con consulenze legali e psicologiche. Il consultorio mira sempre più a rappresentare un faro per le famiglie in difficoltà, un centro di aggregazione e mutua assistenza che permetta a queste persone di trovare, quantomeno, conforto e know-how. “Vogliamo anche potenziare le attività di consultorio, con sportelli di consulenza psicologica, legale ed educativa. Cercheremo di intervenire anche sulla mediazione familiare, con particolare attenzione all’invio di doppie comunicazioni a entrambi i genitori negli ambiti sanitario, scolastico e residenziale”; così Maria Cristina Cantù commenta il provvedimento, con particolare attenzione al ruolo dei consultori.
Dopo una settimana dall’inizio dell’iniziativa è stato registrato un dato molto importante: della totalità dei soggetti che hanno presentato richiesta il 60% sono donne. Questa statistica, seppur limitata dall’ambito regionale dell’iniziativa, fornisce un’interessante istantanea delle famiglie odierne, in cui il ruolo della donna si fa sempre più centrale, non solo nella cura e crescita dei figli, ma anche e sopratutto nel loro sostentamento. La figura della casalinga disoccupata si fa sempre più rara, sostituita dalla donna in carriera, che dal punto di vista lavorativo non ha niente da invidiare all’uomo. Dall’altro lato il padre comincia a perdere quell’immagine monolitica di unica fonte di sostentamento economico della famiglia, acquistando maggiori responsabilità dal punto di vista genitoriale, con attiva partecipazione alla crescita del figlio.