Politica

Silvio Berlusconi: emessa sentenza sul caso Ruby

processo berlusconiIl 24 giugno, dopo sette ore di Camera di Consiglio, i Giudici della IV Sezione Penale del Tribunale di Milano, hanno emesso la Sentenza sul caso Ruby,  Silvio Berlusconi è stato condannato a sette anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

La Sentenza del caso Ruby si snoda intorno alla violazione dell’art. 317 del Codice Penale:

Concussione per costrizione. Il pubblico ufficiale, o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni. 

I Giudici presieduti dalla Dottoressa Giulia Turri hanno inoltre disposto la confisca dei beni sequestrati a Karima El Maurogh – nota come Ruby- e al suo compagno.

Le prime dichiarazioni a caldo di Silvio Berlusconi sono le stesse che da vent’anni a questa parte siamo tenuti ad ascoltare:

Non è soltanto un caso di malagiustizia, è un’offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese. Ma io ancora una volta intendo resistere a questa persecuzione perché sono assolutamente innocente e non voglio in nessun modo abbandonare la mia battaglia per fare dell’Italia un Paese davvero libero e giusto“.

Alla pena richiesta dai Pubblici Ministeri è stato aggiunto un anno per l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile – che ha comportato, come da codice, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici nonché l’interdizione legale per la durata di sei anni.

Come era logico aspettarsi in caso di sentenza a sfavore di Silvio Berlusconi, il collegio dei Giudici della IV Sez. Penale, ha inoltre disposto la trasmissione della trascrizione dei 32 interrogatori alla Procura della Repubblica, in modo che la stessa possa valutare la veridicità delle dichiarazioni dei testimoni citati dalla difesa del Cavaliere.

Molte sono state le reazioni di sdegno da parte degli uomini del PDL, che hanno parlato, così come il loro capo, di “sentenza assurda” e di “persecuzione”. Cito una tra tutte la Sig.ra Biancofiore che, preso atto della sentenza ha dichiarato:

Sono sgomenta e addolorata per l’uomo Berlusconi. E sono angosciata per il futuro dell’Italia e della nostra democrazia. Il fatto non sussiste , si sta condannando un innocente e lo hanno attestato le presunte vittime“.

Fredda e politicamente corretta la nota emanata dal PD:

Il Partito Democratico prende atto della sentenza pronunciata dai giudici della quarta sezione del Tribunale penale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi. Come sempre, il Pd esprime rispetto per le decisioni, di qualunque segno siano, che la magistratura prende nella propria autonomia“.

E io che ricordavo anni e anni di campagne elettorali – prelarghe intese- in cui si chiedeva – e forse prevedeva- una pena simile a quella inflitta dalla Sentenza emessa il 24 giugno.

L’Avvocato Ghedini, come già dichiarato pochi attimi dopo la lettura in aula del PQM, attenderà di leggere le motivazioni che hanno indotto i Giudici a condannare Silvio Berlusconi e, nei termini previsti dalla legge e come la stessa permette, proporrà appello avverso la Sentenza emessa dalla IV Sez. Penale del Tribunale di Milano.

Non ci resta che attendere il terzo e definito grado di giudizio. Nel frattempo gli onorevoli e le personalità pubbliche, farebbero meglio a tacere, e magari a prendere un Codice Penale in mano. Una sentenza non può essere emessa sulla base delle simpatie dei giudici, ma solo quando esistono prove schiaccianti e incontestabili. Le persecuzioni sono altre e la concussione in Italia è uno dei maggiori problemi all’interno dei pubblici uffici. A prescindere dal soggetto, io auspico che gli Enti Pubblici e i più alti vertici dello Stato, vengano epurati da personaggi che utilizzano il potere che la Repubblica italiana conferisce loro per scopi strettamente personali, ancor di più quando le richieste effettuate sono illegali e contro ogni morale.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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