Cura per la Sla, positivi i primi test di sperimentazione
La cura per la Sla sembra essere sempre più vicina. I risultati dei primi test di trapianto di cellule staminali, effettuati su sei pazienti, hanno dato esito positivo.
La Sla potrebbe presto essere un lontano ricordo. La malattia, definita anche come “morbo di Lou Gehrig”, colpisce statisticamente 2-3 individui su 100.000 ogni anno, ma la sua fama è tristemente aumentata dopo i diversi casi riscontrati nel mondo del calcio, come quello, toccante, di Stefano Borgonovo. Grazie alla ricerca da parte di un equipe di medici italiani, la Sclerosi laterale amiotrofica potrebbe presto conoscere una cura concreta ed efficace.
La cura per la Sla ha visto una fase preliminare di test dove sono stati trapiantati, su sei pazienti, cellule staminali celebrali umane provenienti da feti morti, con l’obiettivo finale di provare a bloccare la degenerazione dei motoneuroni, la quale provoca nella vittima l’indebolimento dell’attività respiratoria e motoria, oltre che inficiare sull’utilizzo delle più comuni attività sensoriali, seppur, di solito, la malattia non influisca sulla psiche del malato.
Il trapianto, che ha interessato solo una parte del midollo spinale, è servito esclusivamente a verificare la presenza di eventuali effetti collaterali, effetti fortunatamente non riscontrati dai medici. Dopo questa prima fase di test, seguirà un secondo step, con il trapianto delle staminali che stavolta interesserà una parte superiore del midollo, più precisamente, nella zona cervicale.
Il coordinatore dell’operazione, il professore Angelo Vescovi, ha illustrato sulle pagine de LaRepubblica.it i punti salienti della ricerca, sottolineando con orgoglio la positività dei risultati fin’ora ottenuti:
Siamo soddisfatti ed orgogliosi di aver mantenuto la promessa fatta ai nostri sostenitori, ai malati e alle loro famiglie, di avviare una sperimentazione di terapia cellulare sulla Sla. La nostra ricerca è sostenuta da un’associazione no profit e il nostro metodo, in opera dal 1999, non è stato brevettato. Grazie al nostro metodo con pochissimi campioni di cellule fetali neuronali prelevate da aborti spontanei è possibile produrre una quantità illimitata di cellule staminali.
La cura per la Sla, quindi, sembra avvicinarsi sempre più, con la speranza di debellare una volta per tutte una tra le malattie più gravi di queste ultime generazioni.