Politica

Diego Sabatinelli: “Una pena di morte politicamente corretta”

Diego Sabatinelli: "Una pena di morte politicamente corretta"

Diego Sabatinelli apre alle 22,12 la trasmissione su Radio Radicale eccezionalmente da solo, l’avvocato Alessandro Gerardi farà ingresso, telefonicamente, sul finire della puntata. Assente giustificato dato che si trovava in viaggio di ritorno da  Ancona dove, insieme a  Renato Biondini responsabile della cellula di Ancona dell’Associazione Luca Coscioni, ha partecipato ad un dibattito alla regione Marche, insieme alla consulta per i disabili.

Prima ospite della serata è l’onorevole Alessandra Moretti -PD-, membro della II commissione Giustizia, Avvocato esperto in diritto di famiglia. Invitata ad illustrare la proposta di legge, depositata alla Camera il 27 maggio e non ancora assegnata, atto alla Camera 1053 che titola “Modifiche all’articolo 3 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di presupposti per la domanda di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio” era stata introdotta, nella puntata del 4 giugno, da Roberto Giachetti co firmatario della proposta.

La legge che disciplina il divorzio, che risale al 1970 e che è stata una grande conquista per i cittadini e le famiglie italiane, a differenza degli altri stati europei prevede dei tempi decisamente eccessivi anche in relazione alle mutazioni sociali e culturali che sono intervenute. La mia proposta di legge, che ha sottoscritto anche l’onorevole Giachetti, è una proposta che introduce delle modifiche che intervengono sia sui tempi necessari per ottenere il divorzio che passerebbero da tre anni ad un anno…”

“Quindi – interviene Diego Sabatinelli – s’incide sulla separazione e non sull’eliminazione del passaggio obbligatorio della separazione?”

Alessandra Moretti
Alessandra Moretti

Sostanzialmente – riprende l’onorevole Moretti – con questa proposta, si riducono da tre a un anno, i tempi per poter proporre la domanda di divorzio, inoltre questa proposta incide anche sui presupposti della domanda di separazione: accertata la volontà dei coniugi di separarsi,  è possibile per il giudice dichiarare una sentenza parziale di separazione personale e quindi la domanda di divorzio decorrerebbe dal passaggio in giudicato della sola sentenza di separazione; anche questo è motivo di cambiamento profondo!

Il resto dell’interessante proposta dell’onorevole Moretti è disponibile nella registrazione che trovate a fine articolo. Prima di congedare la deputata PD, Diego Sabatinelli ricorda che, sempre come prima firmataria, ha depositato anche una proposta sui patti di convivenza che strappa una promessa di “risentiamoci presto”

I successivi due interventi sono di Marco Maria FreddiRoberto Casonato, rispettivamente membro del Comitato Nazionale (Radicali Italiani) e membro dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino (Radicali Italiani). Marco ci racconta dei tavoli raccolta firme a Parma, il primo pacchetto referendario “Cambiamo Noi” è già disponibile e i tavoli si stanno susseguendo, sono ben organizzati e sono un’ isola felice anche per quanto riguarda gli autenticatori – la “piaga” e maggiore carenza in tutta Italia – l’esperienza è quindi molto positiva, Il divorzio breve risulta essere una delle tematiche più sentite. Roberto, a Novara, racconta che in poco meno di 2 ore sono state raccolte più di 80 firme! Con la collaborazione di altre sigle politiche, coltivate sin dai tempi della Rosa nel pugno ma anche nuove “amicizie” come  i militanti di SEL molte energie finalizzate alla raccolta delle firme per il cambiamento tanto auspicato.

Diego Sabatinelli intervista il terzo ospite, Angelo De Carolis, presidente di Help Family Onlus Torino che, in risposta ad una newsletter della LID, ha prontamente dichiarato il suo sostegno insieme a quello di tutto gli associati, non solo per firmare, ma per predisporsi alla raccolta delle firme istituendo dei banchetti

Per mettersi in contatto con noi, sono disponibile al 3298627688 oppure helpfamily.torino@hotmail.it

La dichiarazione, di Diego Sabatinelli, che segna il titolo a questo articolo è, però, legata al secondo pacchetto referendario, quello sulla giustizia giusta e nasce dalla conversazione con Alessandro Gerardi che nei giorni scorsi, in rappresentanza dell’associazione Detenuto Ignoto e promotore dei referendum sulla giustizia giusta,  ha partecipato ad un dibattito sull’ergastolo.

C’è stato anche un momento di confronto con le associazioni che si occupano del tema del carcere, della riforma e delle sanzioni del codice penale, sulle iniziative da mettere in campo per arrivare all’abolizione della pena dell’ergastolo; ovviamente si è discusso del referendum radicale proposto.

Gerardi ci preannuncia che, se il quesito sull’abolizione dell’ergastolo raggiungesse il quorum per arrivare poi al voto referendario, ci troveremo “bombardati” di messaggi negativi sulla “pericolosità di mettere in libertà i criminali…” e quant’altro; ovviamente Alessandro ha portato all’interno del confronto un punto di vista differente, ossia quello degli oltre 500 ergastolani ostativi e la necessità di risolvere un grave problema evitando di soffermarsi ad uno sterile dibattito.

Diego Sabatinelli interviene dunque con la frase che regala il titolo

Io forse ti sto per dire una cosa fuori luogo, ma l’ergastolo è poi una pena di morte con un vestito politicamente corretto! Perché alla fine il discorso è che una persona viene eliminata, espulsa dalla società senza aver possibilità di dar prova di se e comunque senza la riabilitazione come previsto dalla Costituzione.

Alessandro fa un freddo sorriso dall’altro capo del telefono, racconta di ergastolani che hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica dicendo “caro presidente preferirei morire con un colpo alla testa“, parla di persone completamente riabilitate costrette a passare la vita in carcere, in quegli stessi istituti che tante volte abbiamo raccontato.

Diego Sabatinelli chiude dicendo “almeno lasciamoli liberi di far sentire le loro ragioni” riferendosi ad uno sciopero della fame che hanno organizzato per settembre e ci ricorda, prima di chiudere, l’appuntamento a Napoli, 16 giugno dalle ore 10, in piazza Plebiscito con Marco Pannella e i referendum Giustizia Giusta

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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