Cronaca

Disoccupazione? L'Italia risponde con il boom di giovani agricoltori

In periodo di crisi c’è poco da fare. Quest’anno metà degli italiani non andrà in vacanza, ma non sarebbe un problema se tutti noi avessimo la certezza di un posto fisso. Anche perché, in quel caso, non ci sarebbe bisogno di rinunciare al periodo di ferie di cui sopra. Ma in quanto a lavoro in Italia siamo messi piuttosto male: i settori colpiti dalla famigerata crisi mondiale sono molti, tanto che nel mese di aprile i “senza lavoro” sono stati ben 3 milioni 83 mila. Il dato più allarmante, però, è l’alto numero dei laureati disoccupati, non choosy, eppure profondamente disillusi.

Disoccupazione? L'Italia risponde con il boom di giovani agricoltori Tanti giovani italiani si ritrovano oggi con una laurea, sperando di realizzare un sogno, e/o per ambire ad un lavoro rispettabile. Sarebbe una buona cosa se non fosse che l’iter di studi universitari si sta dimostrano sempre più spesso una “missione” inutile. Le famiglie del Bel Paese sono dedite al sacrificio monetario –  non di rado a lungo termine – per aiutare i propri figli ad ottenere l’agognato “pezzo di carta”, ma i semi di tante fatiche non sempre germogliano. La disoccupazione infatti continua a salire, anzi non è mai stata così alta dal 1977 ad oggi. Quest’anno, in facoltà universitarie come Medicina, Architettura e Ingegneria, c’è stato il 7o% in meno di iscrizioni alle prove selettive. Nel primo trimestre del 2013 il tasso di disoccupazione è balzato addirittura al 12,8% . Fra i giovani dai 15 ai 24 anni arriviamo a un bel 41,9%.

I dati studio/lavoro si influenzano evidentemente a vicenda.

Forse perché abbiamo rincorso in maniera eccessiva il benessere negli ultimi decenni, diventando schiavi di un capitalismo che non siamo più in grado di sostenere? Le risorse del Paese si sono esaurite?

È davvero tempo perso aspirare a una preparazione degna del lavoro che desideriamo, solo perché la società fa i capricci da almeno 4 anni?

Sembra che a queste domande gli italiani stiano rispondendo non più con imprecazioni, bensì prestando attenzione e mestieri finora considerati sinonimo di “arretratezza”, come l‘agricoltura.

Molti giovani  hanno infatti deciso di affrontare a testa alta i preoccupanti livelli di disoccupazione, sporcandosi le mani e tornando a coltivare la terra. È una vera e propria rivoluzione culturale, nella quale molti si reinventano e si rimettono in gioco. L’incertezza sul futuro sceglie la stabilità del terreno, come fosse un ritorno alle origini. I dati rilevati da Swg per conto di Coldiretti affermano che gli under 35 impegnati nel settore agricolo nel 2008, sono stati ben 51.748 . Nel 2010 sono saliti a 82.110 unità e il fenomeno continua a crescere. I “contadini moderni” sono periti agrari, enologi ma non solo. Tanti ingegneri, geometri ed esperti di comunicazione si stanno interessando ad un settore fin’ora lontano dalle loro mansioni.

Le assunzioni nelle aziende agricole stanno salendo del 3,6% e si registra anche un recupero crescente di terreni pubblici abbandonati, trasformati spesso in orti urbani. Nei prossimi 3 anni sono previsti 100 mila nuovi posti di lavoro per i coltivatori della terra. Ma i costi del settore sono alti: in Italia si arriva a pagare un solo ettaro di terra anche 18/20 mila euro, diversamente da quanto accade in altri paesi europei, dove il prezzo si assesta sui 7/8 mila. Nonostante le difficoltà, però, i contadini del 2000 preferiscono investire i propri risparmi nei campi, piuttosto che entrare nel tunnel del precariato.

È un buon segno, certo, ma tutto ciò dovrebbe farci riflettere. È arrivato davvero il momento di rimboccarci le mani, ma anche di ribellarci a un sistema che ci impedisce troppo spesso di realizzare i nostri sogni.

2 pensieri riguardo “Disoccupazione? L'Italia risponde con il boom di giovani agricoltori

  • Qualcuno lo dica alla “choosy” Fornero, due braccia in più farebbero comodo 😉

  • Qualcuno lo dica alla “choosy” Fornero, due braccia in più farebbero comodo 😉

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