CronacaPolitica

Cannabis Terapeutica, La Piantiamo con Rita Bernardini

Cannabis, LaPianTiamo in piazza Montecitorio con Rita Bernardini

Rita Bernardini, già deputata radicale, eletta tra le liste del PD, è per me un esempio di chi fa senza bisogno di avere un’etichetta, senza il tornaconto personale e della coerenza! Tant’è che ha fatto, da libera cittadina il 6 giugno scorso, quello che a suo tempo aveva fatto da deputata: piantare semi di cannabis! Con una sola differenza che nel 2012 ha seminato all’interno della Camera dei deputati e questa volta in piazza Montecitorio! Al fianco di Rita anche Mina Welby presidente e in rappresentanza dell’Associazione Luca Coscioni.

Nel 2012, a novembre Rita Bernardini aveva anche distribuito le piantine ai malati di sclerosi multipla, le stesse piantine che aveva seminato alla Camera -per inciso, i semi sono acquistabili ovunque in quanto privi del principio attivo che si trova poi nella infiorescenza- e ne aveva documentata, tramite facebook con foto e post, l’avanzamento della crescita! non capitò nulla! ben diversa invece la questione qualche giorno fa quando le forze dell’ordine hanno tentato il sequestro dei vasetti contenenti i semi che, come ripeto, non hanno neppure il principio attivo e quindi equivalgono quasi a semi di rucola!

La Cannabis è sostanza importantissima per il trattamento del dolore in molteplici patologie, se ne consiglia l’uso ai malati di sclerosi, di SLA, di cancro e a tantissime altre, posso parlare per esperienza personale, anche ai fibromialgici! Per completezza di informazione: il mio medico mi consigliò di recarmi “ai Murazzi” -abitavo a Torino- “e procurati qualche spinello“, mi avrebbe fatto bene; naturalmente non ci andai! l’idea di alleviare le mie pene facendo qualcosa di illegale e potenzialmente pericoloso -chi conosce i Murazzi sa che non è proprio come andare in farmacia- mi faceva vedere tutta la situazione come qualcosa di mostruoso.

Andrea, Lucia, Christian, Walter ed altri invece, che hanno “la testa dura” come dice la Bernardini, sono riusciti ad accedere al Bedrocan che è un farmaco a base di cannabis anzi, è marijuana! Ma avere il Bedrocan è tutt’altro che facile, siamo in Italia d’altronde, complicare la vita è un dovere, farlo a quella dei malati pare dovuto… ne parlano altri sui forum, ne parlano in piazza, io mi limito a riportare alcune delle loro parole:

Purtroppo prima di assumerla sono stata costretta ad un protocollo “obbligatorio” secondo il quale bisognava provare prima vari farmaci convenzionali… tutto ciò ha comportato un peggioramento nel mio fisico. Dopodiché, altra cosa assurda, sono stata ricoverata 6 giorni in ospedale per iniziare la terapia con la cannabis, cosa questa che non avviene da nessun’altra parte. Come metodo di assunzione hanno stabilito dapprima sotto forma di tisana in acqua -ma non è idrosolubile, è termo solubile e liposolubile- mentre ora la somministrano con il latte. Per quanto riguarda il dosaggio io sono stata dimessa con una prescrizione da 1 grammo al giorno. Inizialmente stavo bene solo 4/5 ore e quando ho richiesto un “logico” aumento di dosaggio -come avviene per qualsiasi altro antidolorifico nella SM e in altre patologie- c’è stato il rifiuto del neurologo che mi seguiva. Dopodiché ho cercato un altro centro, un altro neurologo, mi sono data da fare e con la mia carrozzina ho raggiunto quello che ora è il mio obiettivo: essere coperta 24 ore su 24 dai dolori e rimediare finalmente in maniera naturale alla rigidità, agli spasmi e a tutti gli altri problemi della mia sclerosi multipla… Ora la assumo principalmente vaporizzandola, fumandola e quando capita -molto raramente purtroppo a causa degli scarsi dosaggi- anche mangiandola… infatti tramite la digestione riesco a passare l’intera nottata senza svegliarmi e il giorno dopo mi sveglio riposata e senza quel senso di pesantezza prima di iniziare la cannabis.

Io ho visto Lucia Spiri alzarsi dalla carrozzina in piazza Montecitorio, e non era un miracolo, era una donna forte e coraggiosa che ci “sbatteva in faccia” la verità: è possibile ma lo impediscono o almeno lo rendono difficile!

Per questo è nato il primo Cannabis Social Club, LapianTiamo da un’idea di Lucia Spiri e Andrea Trisciuoglio, il sito recita” per il diritto alla cura, senza droghe e con rimedi naturali; per lenire le sofferenze quotidiane, con i benefici di questa magica pianta; per i malati che si vedono piombare addosso lo spettro di una malattia senza cure reali”

Un grande aiuto è arrivato loro da Donato Metallo, sindaco di Racale (LE), è  intervenuto anche in piazza Montecitorio:

Io penso che il compito della politica sia cambiare in meglio la vita delle persone, e lo si fa agendo singolarmente in ogni istante. Se l’uso della cannabis significa per Lucia o Andrea o tanti altri, passare da un pomeriggio dove si è sul divano o sul letto al buio perché ci sono gli spasmi e i dolori, si può passare, grazie a quell’uso, ad un pomeriggio in cui si prende la macchina e si va al mare con la persona che si ama, penso che questo sia il compito che innalza la politica…

Andrea, li al tavolo con il suo Bedrocan mi ha lasciata disarmata, “i tempi della politica non sono i tempi del malato“, talmente vera e fredda questa frase che fa vergognare, specialmente quando, pochi minuti dopo, si scontra con l’ignoranza: le forze dell’ordine sequestrano -in maniera violenta ma si sa, in piazza arriva solo il braccio che esegue- i vasetti con i semini -anche quelli vuoti per inciso- e si prendono anche il Bedrocan di Andrea. Tafferugli e fazioni, qualcuno urla e qualcuno spiega, alla fine Andrea riesce ad ottenere la restituzione del Bedrocan.

Non è stato bello, io ero li, e non mi è piaciuto quello che ho visto. So che Rita Bernardini sarà sempre a “disposizione” dei più deboli e contro le ingiustizie, deputata o no, so che Lucia e Andrea e gli altri ragazzi di La Piantiamo, hanno la “testa dura” e continueranno a battersi per far ottenere, a tutti i malati, l’uso gratuito della Cannabis; so che di Donato Metallo ce ne sono pochi e so che hanno bisogno di tutti noi!

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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