Esclusiva SenzaBarcode! Il lento recupero della Costa Concordia
Isola del Giglio, 3 giugno 2013. La Costa Concordia è qui. Addormentata. L’impatto visivo, arrivando dal mare, è sbalorditivo.
Sono arrivato alla bellissima Isola del Giglio alle ore 15.20 circa, essendo partito alle 14.30 da Porto Santo Stefano. Clima ottimo, sole, temperatura mite. Il traghetto procede a buona andatura, pochi passeggeri, 7 auto. Mare verde-azzurro, bellissimo. All’orizzonte si vede un’isola, con qualcosa di bianco al centro, siamo lontani, non si vede bene.
Pian piano avanziamo, capiamo di cosa si tratta. L’enorme Costa Concordia. L’impatto sull’insieme è pazzesco. Occupa tutto il panorama visivo. È lì, quasi a dare il benvenuto, un macabro saluto.
È lì. È lì da gennaio 2012, è un cantiere a cielo aperto ormai, stanno lavorando davvero tantissimo alla sua rimozione, notte-giorno, un lavoro titanico per carità, ma appena approdiamo parliamo con gli abitanti dell’isola, accento toscano e tono pacato che diventa concitato parlando del relitto, non ne possono più.
L’isola ha guadagnato dei soldi, inutile nasconderlo, il turismo che ne è scaturito non ha precedenti. I minuscoli alberghi sono stati riempiti prima dai giornalisti e poi da turisti e curiosi. senza sosta.
Ma ora basta. Urla l’isola del Giglio. Grida. Vuole tornare alla sua pace, la pace di quei 1400 abitanti, prima che quella nave che conteneva quattro volte tanto l’intera popolazione dell’isola (la Costa Concordia conteneva infatti 4700 persone) si schiantasse sulla terraferma. Chiede di poter dimenticare. Di non doversi svegliare ogni giorno con quel relitto davanti alla vista, che ogni onda che la bagna ricorda i 30 morti e 2 dispersi.
– Quella notte di gennaio faceva freddo – racconta a SenzaBarcode Franco, pescatore – stavo camminando con mia moglie sul lungomare, come facciamo quasi sempre, c’era buio. Ad un tratto sentiamo un rumore fortissimo, inizialmente per istinto guardiamo la montagna e non notiamo nulla, allora ci giriamo verso il mare – e ci indica gli scogli delle Scole, distanti circa 300 metri dalla posizione attuale della nave – abbiamo visto nel mare delle luci, capimmo soltanto dopo che era una nave, fece un’inversione per scontrarsi ancora, a minor velocità, sulla costa. Io sinceramente sentii un brivido, mia moglie non volle guardare. Poi tanto caos, prima disordine e poi tanta gente che correva.-
Adesso gli abitanti dell’isola aspettano, aspettano ancora dopo più di un anno e mezzo, sanno che ci sarà una nuova invasione mediatica quando il relitto verrà portato via, se verrà portato via.