Cronaca

Femminicidio: Fabiana Luzzi, bruciata per gelosia

femminicidio, fabiana luzzi bruciata per gelosia Venerdì nelle campagne di Corigliano Calabro (CS), è stato ritrovato, in seguito alla deposizione di un ragazzino di 16 anni, il corpo carbonizzato di Fabiana Luzzi, coetanea, nonché fidanzatina dell’assassino.  Fabiana è stata accoltellata e lasciata agonizzante in piena campagna. Non pago il suo assassino è ritornato indietro dopo più di un’ora con una tanica di benzina, che le ha rovesciato addosso prima di darle fuoco, mentre ancora viva, seppur gravemente ferita, chiedeva pietà, magari guardando negli occhi il ragazzo di cui forse, fino a qualche ora prima, scriveva il nome sul diario.

L’adolescenza è il periodo dell’eccesso, si ama infinitamente, si odia infinitamente, si vede il mondo o meravigliosamente bello, o tremendamente buio. Fabiana viveva in una famiglia con seri problemi, economici e umani. Varie volte si era già allontanata spontaneamente da casa, anche per giorni interi. Scappava da una famiglia nota ai servizi sociali, cercava evidentemente la pace, il lieto fine tipico dei telefilm tanto amati dai ragazzi di quell’età, ed invece altro non ha trovato che la peggiore morte che una donna possa immaginare, quella per mano della persona di cui più ci si fida.

Fabiana Luzzi, come tutte le ragazze della sua età amava, di quell’amore vero che si prova solo a sedici anni. Questa forse è la sua unica colpa: continuare a dare fiducia, e amore, ad un ragazzo violento e geloso, che, come risulterà dalle indagini, non era nuovo a scenate di gelosia e atti violenti.

Lui, di cui ignoro il nome, e che comunque non merita di essere citato, ha deciso che il corpicino della sua bella fidanzata fosse di sua proprietà, come sempre accade in queste situazioni, che odio ghettizzare definendo femminicidi, ma che bene è chiamare omicidi efferati, che potesse disporne come meglio credeva, tanto da ritenere normale la possibilità di ferirla quasi a morte con un coltello a serramanico e darle fuoco, quasi fosse una strega.

Bruciare per – e non di – gelosia non è concepibile. Non lo è a cinquant’anni, figurarsi a sedici. Non è concepibile questa escalation di omicidi a discapito delle donne, delle proprie mogli, delle proprie compagne, delle donne che si amano – o per meglio dire, che si dichiara di amare.

Amore e morte non sono sinonimi, non devono diventarlo.  Lui, l’assassino, ha sedici anni, è già stato preso in custodia e trasportato all’Istituto minorile di Catanzaro – cosa migliore per la sua incolumità, dato che a Corigliano Calabro una volta appresa la notizia, la gente del posto altro non voleva che linciare il ragazzo stesso.

Qui di minorenne non c’è niente! Vorrei tanto che si processasse come un adulto e non come un minore: c’è la premeditazione, il coltello a serramanico non si usa certo come uno stuzzicadenti, e la volontarietà – è ritornato dopo un’ora dall’aggressione sul luogo in cui ha lasciato Fabiana agonizzante, con una tanica di benzina. Non può passare come il gesto inconsapevole di un ragazzino – che non prova il minimo rimorso per ciò che ha fatto: “Sono stanco, voglio andare a dormire”.

Credo sia fondamentale continuare a sottolineare che l’uomo che dimostra il suo lato violento – anche solo verbalmente – deve immediatamente essere allontanato. E’ inutile attendere la tragedia annunciata, è inutile sperare di cambiare chi si ha accanto. La violenza non è mai giustificabile, e la vittima non ha MAI colpa. Niente, nessun pensiero, nessun gesto, nessun comportamento o abito, nessun sms e nessuna foto, consentono a chi ci sta accanto di abusare di noi, di violentare il nostro ego, di sottometterci.  L’amore è parità, non prevaricazione!

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

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