Cronaca

Arjen Robben e la fine della maledizione da finale

La finale di Champions League tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund è stata vinta dai bavaresi grazie alla rete decisiva di Arjen Robben, stavolta protagonista in positivo di un match che, per lui, sembrava inizialmente presagire l’ennesima delusione.

Arjen Robben

 

Se prima del 25 maggio 2013 si andava a spulciare nel palmares di Arjen Robben, potevamo annotare una caratteristica sicuramente inquietante per un calciatore del suo calibro: un’infinità di trofei vinti in patria con il proprio club sin dai tempi del PSV Eindhoven, ma “zero tituli” (come direbbe il caro Mou) alla voce “Competizioni internazionali”. Eppure lui, di occasioni per riempire quella dannata casella mancante, ne aveva avute, e come.

Era il 22 maggio 2010 quando il Bayern Monaco raggiungeva la finale di Champions League dopo una cavalcata pressoché trionfale, ma proprio nel momento topico la compagine bavarese crollava sotto i colpi del “Principe”, Diego Milito, che con una doppietta regalava la coppa dalle grandi orecchie alla leggendaria Inter di José Mourinho. Si sa, il concetto di sconfitta si deve mettere sempre in conto: non si può sempre vincere, e la delusione non farà altro che rendere ancora più bella ed emozionante la possibile rivincita; un’occasione che si sarebbe presentata da lì a pochi mesi. Olanda-Spagna, la finale di Coppa del Mondo di quell’anno, presentava due nazionali che mai avevano vinto nella propria storia un mondiale, e nel secondo tempo del match l’asso olandese ha l’occasione per regalare agli “orange” l’attesa vittoria: uno contro uno, in perfetta solitudine, contro Iker Casillas, deve solo metterla dentro. Macché. Arjen Robben si fa ipnotizzare dal portiere spagnolo, la partita si prolunga ai supplementari e Iniesta segna la rete che regala il mondiale agli iberici. Il popolo olandese è sconfortato, traditi proprio da colui che li aveva fatti gioire sino a quel momento. È vero, esistono le rivincite, ma non sarà semplice inanellare due occasioni così ghiotte una dietro l’altra… invece a Robben succederà, e a questo punto appare lecito pensare che, almeno stavolta, saprà sfruttare al meglio tali occasioni. Macché.

Il 2012 sarà un anno terribile per l’asso olandese, anno che consacrerà definitivamente quella che sembra essere una vera e propria maledizione: la finale di Champions, stavolta, si gioca proprio all’Allianz Arena, in casa Bayern, e ci sono proprio i bavaresi a giocarsela, stavolta contro il Chelsea. La partita si prolunga fino ai supplementari, e Robben ha, dagli 11 metri, un’occasione ghiottissima per chiudere definitivamente il match: sembrava esser arrivato il momento della rivincita definitiva per lui, reduce da troppi fallimenti nei momenti decisivi e ormai pronto per il riscatto tanto atteso. Macché. Rigore parato e il Chelsea, dopo i supplementari, vince il match grazie alla realizzazione decisiva di Drogba. E pensare che proprio pochi giorni prima Robben aveva fallito un altro rigore decisivo, stavolta in finale di Coppa di Germania, contro il Borussia Dortmund. Una maledizione vera e propria.

Una serie di coincidenze davvero inquietanti, che hanno portato i tifosi del Bayern Monaco e della nazionale olandese ad etichettarlo prontamente e a contestarlo con astio quasi ingiustificato: hanno forse dimenticato che anche grazie a lui il Bayern ha raggiunto tali successi in questi ultimi anni? Lo ricorderanno presto. Il 25 maggio 2013, infatti, il Bayern è ancora in finale, ancora con il Borussia, stavolta in Champions League: è la partita del secolo in Germania, un derby che sancisce definitivamente il predominio tedesco a livello di club in campo internazionale, ma gli occhi sono quasi tutti su di lui, su Arjen Robben. I tifosi del Borussia già pregustano l’ennesimo “fallimento” dell’olandese, il ripetersi di quella maledizione che sembra perseguitarlo di finale in finale, ed effettivamente i primi minuti sembrano dare ragione a loro. Robben, infatti, sbaglia diverse occasioni davanti a Weidenfeller, con il risultato sempre più in bilico: altri giocatori si sarebbero scoraggiati in questo contesto di pessimismo e negatività, ma non lui. L’attesa rivincita, infatti, finalmente arriva: assist e gol decisivo, il resto è storia.

Forse qualche tifoso un po’ troppo “superstizioso” smetterà di credere alle maledizioni, forse i tifosi del Bayern cominceranno ad essere finalmente grati al proprio beniamino, ma una cosa è certa: non bisogna mai demordere, e il trionfo tanto atteso sarà ancora più dolce. Arjen Robben insegna.

Giuseppe Senese

Sono un laureando in Scienze e Tecnologie Informatiche, che nutre anche numerose passioni come la musica, il cinema e il calcio. Adoro il Rock Progressivo degli anni 70' (soprattutto quello britannico e quello italiano) e sono un tifoso sfegatato del Napoli.

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