Bruce Springsteen a Napoli: il Boss infiamma Piazza Plebiscito
Il cantautore statunitense ha infiammato Piazza del Plebiscito con un concerto da urlo, presentandosi al pubblico partenopeo sulle note de “O’ Sole Mio”.
Ciao Napoli! È un piacere essere qui nel Sud Italia, che è anche la mia terra. Io sono del Sud Italia, il paese del sole e della mia famiglia. Sono tornato a casa!
Ha inaugurato con queste parole il suo concerto a Napoli: Bruce Springsteen ha infiammato la platea di Piazza del Plebiscito con un’esibizione assolutamente straordinaria, intrattenendo alla grande il pubblico partenopeo con uno show dalla durata di tre ore, tempistica poco usuale per il resto degli artisti, ma non per il “Boss”, abituato da sempre a performance ben più longeve. Il tutto nonostante la pioggia che, paradossalmente, non ha fatto altro che dare quel tocco di magia in più ad un evento irripetibile, che ha chiamato a raccolta migliaia di fan, provenienti anche dal resto dell’Italia e dall’estero.
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Dopo una breve intro da “solista” effettuata verso le 6, dopo un paio di ore scende sul palco la E Street Band, ed è il delirio: le note risultano inconfondibili, le parole ormai si conoscono a menadito, non si poteva iniziare in maniera migliore. Il complesso suona “O Sole Mio”, con il cantautore di New Jersey che omaggia al meglio le sue origini partenopee (la madre, Adele Ann Zirilli, proviene da una famiglia di Vico Equense emigrata negli States verso la fine dell’ottocento), esibendo anche una pronuncia italiana non certo perfetta, ma assolutamente da ammirare.
Com’è consuetudine, Bruce Springsteen ha poi mischiato le carte in tavola pescando dal suo vastissimo repertorio brani decisamente inusuali, per poi attaccare con i pezzi standard, come “Spirit in the Night”. Quando meno te l’aspetti, le nuvole che in mattinata avevano annunciato tempesta, scatenano un’acquazzone violento e, ovviamente, poco gradito, ma la magia di un concerto sta anche nelle occasioni, negli attimi. Il Boss lancia il guanto di sfida al tempo e propone la classica cover dei Creedence Clearwater Revival, “Who’ll Stop the Rain?”; e guarda caso, proprio al termine della canzone la pioggia si ferma per davvero.
Poi c’è l’ennesima dedica alla città di Napoli e a Vico Equense, con Bruce Springsteen che esegue uno tra i suoi pezzi più amati, “My Hometown”, per poi attaccare con i super classici di turno: “Born in the U.S.A.”, “Born to Run”, “Dancing in the Dark”, e la platea s’infiamma ancor di più, come se il concerto fosse appena cominciato. Dopo “Twist And Shout”, il concerto si chiude con un ricordo da parte del Boss, che rimembra la sua ultima esibizione in terra partenopea, targata 1997: in tale occasione, infatti, l’artista concluse il tutto con una versione acustica di “Thunder Road”, brano prontamente riproposto proprio alla fine di questa esibizione, esattamente come successe 16 anni fa.
Certamente un modo perfetto per inaugurare il suo tour in Italia: Bruce Springsteen non sembra affatto invecchiato, e la sua musica continua a scaldare le piazze, ennesima dimostrazione di quanto la classe non sia acqua. Così come accade spesso, per un attimo la città ha quasi del tutto dimenticato tutti i problemi quotidiani che attanagliano un ambiente ricco di storia, di fascino e di tradizione, roso e corrotto dagli eventi e dal tempo.