Chiesa e pedofilia: quando le vittime si ribellano ai carnefici
La pedofilia è un reato. Chiunque lo compie deve essere punito, se è vero che la legge è uguale per tutti.
Spesso però – come rivelano i paradossi della giustizia – ciò non accade, soprattutto se a macchiarsi di tale crimine è un personaggio in vista, che ricopre una carica importante e viene coperto da un potere forte. Il potere in questione è quello ecclesiastico.
Francesco Zanardi è una delle vittime – ormai adulto – di abusi sessuali compiuti da religiosi che violano bambini indifesi, facendoli sprofondare nel dolore e nella vergogna, invece di proteggerli e aiutarli a crescere. Dopo un silenzio durato anni, Zanardi ha iniziato a lottare con determinazione per raccogliere prove contro il suo carnefice, aprendo una nuova pagina nella storia della giustizia italiana. Grazie alle denunce sue e di molte altre vittime di pedofilia, egli ha contribuito a portare a galla il magma ipocrita del “peccato”, celato troppo spesso sotto la falsariga del perdono.
Zanardi è il fondatore di Rete l’Abuso, direttivo nazionale che collabora con esperti di legge per affrontare l’inadeguatezza del nostro Paese in materia di tutela verso chi subisce abusi minorili. Quando molestie e violenze sessuali vengono compiute da membri del clero, le vittime vengono infatti abbandonate da servizi sociali e istituzioni, anzi in molti casi si ritrovano citate in giudizio dai loro stessi carnefici. Fin’ora il Vaticano non ha mai risposto alle richieste di risarcimento di chi non si è arreso all’indifferenza, nonostante il Codice Canonico lo preveda. Francesco Zanardi ha però portato avanti la sua battaglia contro la pedofilia impunita, partendo dalla stessa diocesi in cui – appena undicenne – fu più volte violato da don Nello Giraudo. Come lui altri 50 bambini nel savonese sono caduti vittime delle “attenzioni” carnali del prete, fin dagli anni ’80.
Lo scorso 8 maggio il giudice Fiorenza Giorgi ha depositato un provvedimento a conclusione di indagini, interrogatori e denunce riguardanti crimini sessuali che coinvolgono la chiesa di Savona-Noli. La magistratura è andata dunque fino in fondo alla questione, raccogliendo documenti e testimonianze di colpe e insabbiamenti: le malefatte di Giraudo sono state a lungo coperte dal cardinale Domenico Calcagno, che si era limitato a spostare il prete in altre parrocchie, lasciandolo a contatto con bambini di cui continuava ad abusare.
Raccapriccianti i racconti di alcune vittime : “Ogni volta che tocco del velluto sono costretto ad associarlo ai pantaloni del prete, che posava la mia mano sul suo pene”.
Tra i nomi di chi era al corrente dei crimini perpetrati da don Giraudo, viene fuori anche quello dell’ex papa Joseph Ratzinger, in quegli anni prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, nientemeno che l’organismo incaricato di vigilare sulla purezza della dottrina della Chiesa cattolica.
Dice Zanardi: “Il primo consiglio è quello di non andare da soli a parlare con i vescovi, ma rivolgersi prima a un avvocato esperto in diritto canonico e fare le giuste rivendicazioni alle diocesi”.
Il Italia non è mai successo che si facesse appello ai tribunali ecclesiastici per risarcire chi è stato violato in minore età da uomini del clero. Ma le voci delle vittime sono diventate più forti, ottenendo una eco maggiore grazie anche ad una maggiore consapevolezza dell’esistenza di leggi a loro favore. Non è più tempo di accontentarsi del semplice “allontanamento” di chi si macchia di tali orrori. La religione non ha il diritto di giustificare i propri errori in nome di un’intoccabilità divina: troppo spesso dimentichiamo che la Chiesa è formata da uomini.
Dal 2002 l’opinione pubblica si è sensibilizzata all’argomento dopo una serie di scandalosi episodi avvenuti negli USA, che hanno avuto profonde ripercussioni in ambito internazionale. Il tutto è iniziato con l’accusa di stupro di minore nei confronti del prete John J. Geoghan. Dopo le indagini sono venuti fuori numerosi casi di occultamento di abusi da parte di molti altri religiosi cattolici.
La pedofilia è la prova della forte contraddizione che esiste tra un’ etica ecclesiastica inflessibile riguardo la sessualità e la noncuranza del rispetto di essa. Gli scandali vengono coperti per non minare la credibilità del Vaticano.
Mary Gail Frawley-O’Dea, unica ricercatrice ammessa nel 2002 al vertice dei vescovi cattolici sulla pedofilia negli USA, ha messo in luce gli effetti devastanti e di lunga durata sul corpo e sulla mente delle vittime di violenze sessuali.