Arriva la festa della mamma, ma come stanno le mamme nel mondo?
Tra pochi giorni si festeggia in tutto il mondo la festa della mamma; E’ una festa molto antica, che fu proposta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1870 da Julia Ward Howe attivista pacifista, non solo come espressione di gratitudine e di amore verso la propria madre, ma anche e soprattutto come occasione di riflessione contro la guerra. Nel 1914 la festa fu ufficializzata dal presidente Woodrow Wilson con la decisione di festeggiarla ogni seconda domenica di maggio. Da lì, i festeggiamenti come manifestazione di affetto e di gratitudine per tutte le madri, e come speranza di pace, si diffusero anche negli altri paesi del mondo.
Sembrerebbe allora non del tutto casuale la scelta di Save TheChildren di presentare proprio pochi giorni fa, precisamente il 4 maggio, il 14esimo rapporto annuale sullo “Stato delle Madri nel Mondo” che mette a confronto le condizioni delle madri e dei bambini di 176 paesi. Il rapporto si basa su cinque indicatori: la salute materna e il tasso di mortalità delle donne per cause legate a gravidanze, il benessere dei bambini e il tasso di mortalità entro i 5 anni, il grado di istruzione, le condizioni economiche e il PIL pro capite, e infine la partecipazione politica delle donne al governo. Come ci si può ragionevolmente aspettare, i risultati dell’incrocio di questi indicatori mettono in risalto quelle che sono le enormi differenze tra i paesi più ricchi e industrializzati e quelli invece più poveri o in via di sviluppo.
I primissimi posti della classifica fornita dal rapporto di Save The Children sono occupati dai paesi scandinavi: Finlandia, Svezia e Norvegia; Qui le condizioni di vita delle madri e dei loro bambini sono le migliori del mondo. L’Italia si trova al 17esimo posto, gli Stati Uniti al 30esimo, mentre agli ultimi posti della classifica si collocano i paesi dell’Africa sub-sahariana, e all’ultimissimo posto il Congo.
Entrando maggiormente nei dettagli, le madri finlandesi godono in media di 17 anni di istruzione, la percentuale di seggi in parlamento occupati da donne è del 42,5% e il tasso di mortalità dei bambini entro i primi 5 anni di vita è solo di 3 casi su 100. Nettamente diverse sono invece le condizioni di madri e bambini che vivono nei paesi africani che si trovano in fondo alla classifica di Save The Children: in Congo le donne possono godere di soli 8 anni di istruzione, in Somalia addirittura solo 2, la partecipazione femminile alla politica è bassissima, cioè l’8,3% dei seggi in parlamento, e la mortalità infantile è invece molto elevata, si stimano 167 casi ogni 1000 nati vivi.
Uno dei problemi più gravi messi in luce dal rapporto è l’elevato tasso di mortalità dei neonati e delle loro madri. I casi di morti precoci, cioè quelle che avvengono nelle prime 24 ore di vita dalla nascita, sono circa 1 milione ogni anno. La frequenza più elevata si riscontra in paesi quali la Somalia con 18 bambini morti nel primo giorno di vita su 1000 nati , nella Sierra Leone, in Congo con 17 morti precoci su 1000, in Costa d’Avorio e in Angola. Per quanto riguarda il tasso di mortalità delle madri, ogni giorno nel mondo muoiono circa 800 donne per cause legate al parto, e la percentuale è comunque calata del 50% dal 1991 ad oggi. La quasi totalità di questi casi si registra nei paesi poveri e in via di sviluppo, dove le donne spesso sono sottopeso o troppo giovani, le cure medico sanitarie non sono adeguate e i contraccettivi vengono raramente utilizzati.
L’Italia si trova al 17esimo posto grazie a buone condizioni di salute sia delle madri che dei bambini: il tasso di mortalità femminile dovuto a cause legate alla gravidanza è di 1 caso su 20.300, il tasso di mortalità infantile è di 3,7 ogni 100 nati vivi. Le donne italiane godono in media di 16 anni di istruzione, mentre il livello di partecipazione politica registrata dal rapporto è solo del 20,6%.
Inaspettati sono invece i risultati che riguardano gli Stati Uniti, che si collocano all’89esimo posto per partecipazione politica femminile, al 46esimo per condizioni di salute delle madri e registrano un numero di neonati morti nel loro primo giorno di vita di 11.000 bambini ogni anno.