Governo Letta: Ministri Enrico Giovannini e Maria Chiara Carrozza
Il nuovo ministro del lavoro e delle politiche sociali del Governo Letta è Enrico Giovannini, presidente dell’ISTAT dal 2009 al 2013 fino a quando non è stato convocato da Letta.
Anche Napolitano lo aveva voluto nella sua cerchia di Saggi per proporre una soluzione alla crisi economica e istituzionale. Giovannini ha individuato la cosiddetta “vulnerabilità sociale” come frutto della crisi economica del nostro paese, che ha reso, appunto, vulnerabili economicamente le classi medie a rischio povertà, perché queste famiglie hanno continuato a mantenere lo stesso stile di vita precedente alla crisi attingendo al risparmio e non essendo in grado di far fronte poi alle spese extra che la crisi ha portato a livello generale, in questo senso è intesa la vulnerabilità sociale secondo Enrico Giovannini.
Quest’ultimo dopo la nomina come Ministro ha subito fatto alcune importanti dichiarazioni: “Il primo messaggio che vorrei dare e’ che lavoro e politiche sociali sono assolutamente di uguale rilievo perché oggi l’Italia, come l’Europa, sta affrontando una sequenza per cui dal 2007 abbiamo visto prima la crisi alimentare, poi la crisi ambientale, poi la crisi finanziaria, poi la crisi economica e ora la crisi sociale. Non ci siamo fatti mancare nulla in questi anni. Pensare che quello che stiamo attraversando sia qualcosa di facile da risolvere o di risolvibile in tempi brevi non è corretto, non ne sono convinto.
Questo ci deve far rafforzare per quanto possibile nella nostra capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini”. Importanti anche le parole che in questi giorni Giovannini ha speso riguardo al lavoro giovanile: “Per risolvere il problema dell’occupazione giovanile dobbiamo riuscire a mettere in campo strategie e iniziative efficaci, ma se pensiamo che sia la politica a risolvere questo problema ci siamo dimenticati che la crescita la fanno le imprese e i lavoratori”. Parole enigmatiche ma senza dubbio sagge, il fatto è che fino a quando la politica non darà un aiuto vero e concreto nemmeno, le imprese e i lavoratori avranno l’opportunità di crescere.
Maria Chiara Carrozza è, invece, il nuovo Ministro dell’Istruzione, ancora una volta una donna. Questo incarico sotto molti aspetti dovrebbe andare di pari passo con quello di Giovannini, sopratutto per quanto riguarda la situazione “giovani”.
Sono molti, infatti, ad aspettare con ansia una buona riforma dell’istruzione, soprattutto universitaria, ancorata pigramente alla sfortunata riforma Moratti. Lo stesso MIUR aveva messo in conto possibili modifiche nei Tirocini Formativi Attivi in attesa dell’approvazione della Corte dei Conti, a riguardo il Ministro si è espressa così: “Dobbiamo prevedere un piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola (non costa un euro in più stabilizzare chi lavora su posti vacanti) e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti.
E contemporaneamente metter mano a un modello di formazione iniziale e reclutamento, equo e trasparente, che offra ragionevoli speranze ai giovani che desiderano dedicare la propria vita professionale all’insegnamento, selezionando tramite concorso i migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale, secondo numeri programmati al fabbisogno; un anno di prova attraverso tirocinio e supplenze brevi accompagnati da un insegnante esperto, e infine la firma del contratto a tempo indeterminato”.
Parole confortanti, resta solo da vedere in quanto tempo e come verranno messe in pratica.